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«Quello stronzo non smetteva di spogliarti con lo sguardo», si lamentò Samuel, mentre prese un sorso dello champagne nella sua mano

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«Quello stronzo non smetteva di spogliarti con lo sguardo», si lamentò Samuel, mentre prese un sorso dello champagne nella sua mano.

Si guardò con diffidenza in giro, mentre io feci lo stesso per controllare che nessuno l'avesse sentito. «Quale stronzo?»

Sbuffò. «Quel Jason.»

«Non c'è motivo di preoccuparsi, tesoro. Non di lui.»

L'atmosfera sul terrazzo si era calmata, ognuno stava con modo soddisfatto in giro, molti a parlare sorridenti, mentre altri stavano a mangiare dal buffet. Scrutai con contentezza Allison, mentre stava chiaramente parlando a mio padre di qualcosa che lo metteva a disagio, notando l'entusiasmo di lei e le occhiate in cerca di aiuto nella mie direzione di lui.

«Mio padre sta impazzendo», ridacchiai, ma Samuel stava leggendo qualcosa sul telefono.

«Samuel», lo chiamai a me, ma non ricevetti nessuna risposta. «Samuel!»

Si portò il telefono all'orecchio. «Scusami devo fare una chiamata», si concesse prima di allontanarsi. Meraviglioso.

Sospirai per poggiarmi alla ringhiera di vetro. Non avevo idea di quando Samuel sarebbe tornato, in genere spariva per ora durante le sue chiamate.

Portai il bicchiere di champagne alle labbra.

«Char.» Mi voltai alla mia destra, incontrando lo sguardo di Jason. Specchiò la mia posizione, a capo basso.

Trattenni il respiro. «Ei.»

«È simpatico quel Samuel», borbottò piano, mentre tamburellò con le dita sulla coscia. Non pensavo lo avrebbe complimentato.

Scrutai il suo naso a punta. «Sì...»

«Come stai?»

Sospirai e forzai un sorriso. «Bene. Samuel è andato a prenderci da bere», mentii.

Abbassai lo sguardo a mia volta, non sapendo cosa dire. Non c'era nulla dire, nulla di sensato.

Jason sospirò. «Char, ti amo ancora.» Per poco non mi si bloccò il respiro.

Alzai lo sguardo per incontrare il suo, leggevo della disperazione sul suo viso. «Cosa?»

«Ti amo ancora. Ti voglio.»

«Sei serio?», domandai irritata. Cinque mesi era scomparso e solo allora mi voleva di nuovo.

Jason si scostò dalla ringhiera per rinfacciarmi serio. «Sì, che sono serio.»

"Jason. Tu mi prendi seriamente allora per scontata. Io ti avevo chiesto di scegliere me. Dovevi chiedermi di restare insieme cinque mesi fa e mi hai rifiutata-»

«Lo so, ma non capivo un cazzo-»

«Non è una scusa», lo contraddissi seria. Non lo era, nonostante lo volessi.

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