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Finalmente finì la doppia ora di scienze e come al solito Hayley si fermò a parlare con il professore

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Finalmente finì la doppia ora di scienze e come al solito Hayley si fermò a parlare con il professore. Perciò decisi di dirigermi da sola verso l'aula d'inglese.

Notai Jeff in lontananza, mentre mi fece cenno di seguirlo fuori.

«Ho lezione», gli urlai spiacente, facendo in seguito spallucce.

Il ragazzo sbuffò annoiato, prima di salutare Katherine e trascinarla con sé.

Feci per entrare nell'aula, quando qualcosa o meglio qualcuno mi afferrò per il polso e mi fece girare di scatto. Mi trovai davanti Tom, il migliore amico di Jason.

«Che piacere rivederti, Char.» Sparatemi.

Tom Crysten, come il suo migliore amico, si sarà portato a letto mezza scuola pure lui, eppure quando si trattava di me, glielo veniva sempre impedito da Jason. Grazie a Dio. Una cosa per cui essergli grata.

Ad ogni modo, Tom adorava andare sullo skate, anche se era negato, e aveva un talento sorprendente per la cucina. Non chiedetemi come qualcosa del genere fosse possibile.

«Cosa vuoi?», gli chiesi annoiata, strattonando la mia mano via dalla sua presa.

Mi guardò con il suo solito sorrisetto malizioso e si passò lentamente la mano per i capelli mossi. «C'è la festa della prima settimana di scuola questo weekend. Sei l'unica a non aver risposto al mio messaggio ieri sera.»

«Già.»

Lo vidi scendere con lo sguardo verso il la mia scollatura.

«C'è un motivo per cui non ti ho risposto», risposi, sventolandogli la mano davanti al naso per farlo "risvegliare" e riguardarmi in faccia.

«Dai Charlotte. So che ti manca.»

«Cosa?»

Ridacchiò. «Ubriacarti.»

«È appena iniziata la scuola, Tom. Non vorrai venire bocciato un'altra volta?», proclamai, sperando che con quello si sarebbe allontanato e mi avrebbe lasciato finalmente in pace.

Esattamente. Tom era già stato bocciato quasi due volte. Niente di cui essere sorpresi. Lui e i suoi amici appassionati solo di Football e ragazze non erano nient'altro che delle capre in sembianze umane che si aggiravano per i corridoi.

Letteralmente. Una volta lui e Jason si erano portato una capra a scuola e l'aveva legata davanti all'entrata come un cane.
Succedeva al quanto spesso, che a quei ragazzi venissero certi "colpi di genio".

Intanto la mia risposta non sembrava avere ferito Tom per niente, il quale rimase lì a guardarmi speranzoso. Come se stesse aspettando un'altra risposta. «Dai, ci saranno tutti.»

«Quante volte te lo devo dire, Tom? N.O.»

Probabilmente sperava mi mettessi a fare una cavolaia come quella volta quando avevo giocato a strip poker o quando avevo iniziato fare a gara con persone di cui neanche mi ricordo a chi riuscisse a mandare giù più scot. Io, ovviamente, li avevo stracciati tutti. Potevo scommettere che uno di loro si fosse messo a piangere...

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