10. Drug For Breakfast

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«Posso sedermi vicino a te durante la lezione di psicologia generale? Oggi sono tre ore, e non voglio avere distrazioni da altre persone.» Mi chiede Erika, appena mi raggiunge all'armadietto.

«A dir la verità, ti metti sempre vicino a me, e non ti ho mai detto nulla. Non vedo perché dovrei allontanarti oggi.»
«Giusto, volevo solo capire se non ti desse fastidio la mia presenza.»

Non rispondo, perché la tentazione di mandarla a quel paese è tanta, e prendo i libri che mi occorrono. Successivamente, ci avviamo insieme in aula. Oggi ci aspetta una giornata davvero molto dura, e non sono psicologicamente pronta. La mia voglia di tenermi concentrata è pari a zero, e spero che cambieranno le cose, cominciando la spiegazione.

Io e Erika non proferiamo altra parola, ma intanto che arriva il professore, prendiamo il nostro posto abbastanza in fondo, e osserviamo gli altri studenti che fanno il loro ingresso nella classe. Ci sono tanti ragazzi carini, ma non è questo che mi interessa. Non sono affatto intenzionata ad una relazione.

Durante la lezione, non capendo una parola di ciò che biascica il professore, passo il tempo a fare disegnini stupidi sul quadernino, e a scrivere qualcosa che vedo da Erika sul mio laptop.

Di nascosto, poi, sgranocchio qualche tarallino, giusto per tenere a bada il mio stomaco fino al pranzo. Erika ridacchia ai miei gesti, ma io continuo. Ho fame, e non devo dare conto a nessuno.

Finalmente, dopo tre ore che sono sembrate interminabili, alle 2:30 usciamo dall'aula in massa, e mi dirigo subito verso il bar, consapevole che, a quest'ora, la mensa universitaria è già chiusa. Spero solo di avere fortuna al bar, trovando qualche pizza, o ancora meglio una focaccia come quella della volta scorsa.

Vado a posare prima i libri nel mio armadietto, per poi uscire. Non so se Erika verrà con me, o se ha deciso di restare qui e mangiare qualcosa dalle macchinette. In ogni caso, io vado verso il bar, da sola o non. Ho bisogno di salato, e non intendo le patatine in busta.

Appena sono all'uscita, vengo bloccata dalle spalle. E ora cosa vuole Erika? E soprattutto, cosa le prende?

«Allora, stavolta ti ho acchiappata, stronza, quindi ora andiamo a pranzo insieme, e non mi interessa la tua risposta. L'altra sera mi hai davvero trattato come una zanzara, ma sappi che non hai vinto niente. Anzi, forse ci hai guadagnato una mia maggiore ossessione verso di te, quindi complimenti. Dunque, devo consigliarti un bellissimo posto per mangiare qualcosa di buono e veloce.» Jonah mi stringe forte la mano e mi strascina con se. Provo a dimenarmi e a mollare la presa, ma niente da fare.

Senza rispondere, sono costretta a seguirlo ma cerco di pensare a modi diversi per costringerlo a mollare la mia mano. Mi sta anche facendo male, tra l'altro.

Tento di avvicinare la sua mano alla mia bocca, con l'intenzione di morderla, ma lui la tira a se con più forza. A quanto pare, è molto sveglio come ragazzo.

«Vaffanculo, coglione.» Borbotto.
«Ti è piaciuto prenderti gioco di me? Ecco la tua ricompensa.» Sorride in modo beffardo e compiaciuto.

Resto in silenzio, avendo esaurito ogni possibilità di scappare, e dopo tanti santi bestemmiati nella mia testa, arriviamo al bar, lo stesso dove volevo andare io: Drug For Breakfast.

«Okay, tu vieni con me al bancone, perché so che, se ti lascio al tavolo, pensi solo a scappare. Scelgo io, però, quello che ti mangerai, perché devi assaggiare le cose che più amo di questo posto.» Alzo gli occhi al cielo per tutta la sua lista di ordini, e do un'occhiata alle persone presenti.

Stanno tutti mangiando e parlando serenamente, e mi incuriosisce molto sapere di cosa. Qualsiasi cosa risulta essere più interessante di stare insieme a Jonah. Approposito, perché ricordo il suo nome?

Appena prende la roba che desiderava, andiamo ad un tavolo vicino alla vetrata. Mette il vassoio sopra di esso e do subito un'occhiata a ciò che ha preso: 2 tranci di pizza mortadella e pistacchio, e due calzoni, con non so quale ripieno. La dieta da fuori sede è molto sana, a quanto pare.

«Prendi prima il calzone, altrimenti dopo aver mangiato la pizza ti disgusta.» Consiglia.
Sono titubante. «Questi sono roba congelata, come fa ad essere buona?»
«E chi ti ha detto questa stronzata?»
«Ho le mie fonti.» Si è capito che non mi va affatto di mangiare con lui?

«Come dici tu... ció non toglie che devi provare per credere.»
Sbuffo ma lo accontento. Credo sia l'unico modo per togliermelo davanti.

Spezzo il calzone per vedere in primis il ripieno, e scopro che si tratta di tonno, pomodori, mozzarella, e mais... molto invitante.

Addento prima la punta, che è ovviamente vuota, e il sapore dell'impasto caldo mi lascia un po' perplessa. Non è proprio tanto male, e stiamo parlando solo dell'impasto.

Successivamente, sotto lo sguardo curioso di Jonah, assaggio un po' di impasto con il ripieno. Mh, insomma.

«Allora? Come ti pare?»
«C'è di molto meglio, sicuramente.»
«Allora aspetta di provare la pizza. Questa è la mia preferita, e di solito è un'impresa trovarla.» Annuisco, poco convinta, e intanto finisco il calzone.

Aspetto qualche minuto prima di prendere la pizza, indecisa sul da farsi, e sono quasi tentata di dire che sono già sazia. Non mi ispira la pizza congelata.

«Non farti paranoie, questa non è congelata perché la mortadella non può essere cotta.»
Mah, siamo sicuri o mi sta solo prendendo per il culo? Sicuramente vuole avvelenarmi.

Nonostante la voglia di rifiutare, prendo la pizza e senza rimuginarci troppo, mordo il primo boccone, e un esplosione di sapori invade le mie papille gustative. Okay, questa è sicuramente più accettabile del calzone.

Prima di mangiare la pizza con il condimento, mangio la piccola parte del cornicione, e poi finisco il tutto con la grazia. Mangio sempre prima quello che mi piace di meno.

«Vedo che la pizza ti è piaciuta di più.» Ridacchia.
«Insomma, è un po' meglio del calzone.»
«Posso darti ragione. Visto che uscire con me ne vale la pena?!»
«Io invece non posso darti ragione.»
«Allora vuol dire che dovrò ancora prenderti con le cattive.» Alzo gli occhi al cielo, mentre lui mi guarda in modo vittorioso.

L'arrivo di una persona al nostro tavolo mette fine al nostro dibattito.
«Hey, ciao a tutti e due. Cosa ci fate qui, insieme?»

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Sono così estasiata di comunicarvi che AMORE TOSSICO è disponibile su Amazon in eBook, e cartaceo, in copertina flessibile e rigida. Continuerò, comunque, a pubblicare i capitoli qui su wattpad due volte a settimana, quindi non vi abbandono. Spero vi stia piacendo, intanto, la storia *-*

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