31 ottobre. Halloween. Il mio costume è pronto, anche non è esattamente quello che mi rispecchia.
Dopo una giornata di lezioni, invito Erika a casa per vestirci e truccarci, e quindi lei porta tutto il suo occorrente. Io non ho i trucchi necessari, quindi sicuramente troverò qualcosa nel suo beauty-case. Per una sera, mi toccherà vestirmi di bianco, e sta cominciando a salirmi l'ansia.
Cercando di evitare i pensieri, la prima cosa che faccio è quella di indossare il vestito bianco, corto e scollato. Poi, tenendo ancora i miei piedi nelle pantofole, lego i capelli in un alto chignon, e comincio ad aggiungere un po' di trucco al mio viso.
Evito un fondotinta, visto che non è neanche necessario, poiché sono già chiara di natura, perciò copro giusto qualche brufolo e punto di rossore con il correttore, e poi passo all'eye-liner. Tento ben due volte a fare una linea dritta, ma entrambe le volte fallisco miseramente.
«Erika, tu a che stai?» Chiedo. È il caso di chiederle una mano?
Lei si volta verso di me, e vedendo il casino che ho combinato al mio occhio a causa dell'eye-liner, scoppia a ridere.«Aspetta un secondo, faccio io. Finisco solo un attimo di fare il contouring.» Capisce da sola l'aiuto di cui ho bisogno.
Cercando di stare ferma, traccia la lunghezza della coda e compone la linea di eye-liner sui miei occhi, poi metto il mascara e il rossetto rosso preso rigorosamente da Erika, le uniche cose che effettivamente sono capace di applicare.
Finito tutto, indosso la parrucca, i decoltè bianco lucido, ed ecco qui, davanti a me, riflessa allo specchio, una innovativa versione di Marilyn Monroe, proprio come si travestì Zoey. Io non sono una che si espone, una porno star, una nude, ma ogni tanto si può anche cambiare personalità, specie se si tratta di halloween.
Questo non vuol dire che per stasera sarò la puttana di turno, la darò ad ogni ragazzo della festa, o farò foto dove mi si vedrà la mutanda perché la gonna comincerà a volare, ma semplicemente sarò travestita da una delle star che ancora ogni è considerata un'icona.
«Chi sarà il tuo accompagnatore?» Mi chiede Erika, di punto in bianco, mentre mette a posto tutta la sua roba. La guardo confusa.
«Serve un accompagnatore?»
«Ovvio, tutte le feste del mondo funzionano così, o almeno in America.»«Oh, sapevo che c'era una fregatura sotto. Allora credo di essermi preparata per sfizio. Meglio se resto a casa.»
«Ma che dici, sei pazza? Non puoi perderti l'evento bomba della nostra università. Mi sono informata su internet, qui non organizzano quasi mai delle feste, ma quest'anno si sono decisi a dare il botto con un'idea davvero originale per divertire gli invitati, e non puoi mancare.» Cerca di spiegarmi lei.«Credo che senza accompagnatore non si può neanche entrare.» Non sono dispiaciuta, le feste non sono neanche il mio forte, se non fosse per il tanto alcool a disposizione e la possibilità di poter fare uso libero di droghe.
«Potrai sempre venire con me. In tre non credo che sia un problema, e credo che Esteban sarà d'accordo.»
«Come pensi tu. Io credo che le persone si faranno tante strane idee per questa cosa.»«Che ti importa di quello che pensa la gente? L'importante è che sei tu che resti fedele a te stessa e che sai quello che vuoi.»
Parla lei che si farà sicuramente un sacco di paranoie scatenate dal parere della gente, perché la prima cosa che fa il disturbo alimentare è proprio questo. Resto in silenzio per questo pensiero egoista, e mi limito ad abbozzare un sorriso forzato. Spero che Esteban ne sarà contrario. Già è strano il fatto che abbia proposto a sua cugina di fargli da accompagnatrice.
Non voglio dire che io avrei accettato, mettiamo in chiaro questa cosa.
Intanto, do un'occhiata al travestimento di Erika: Lola Martinez, con tanto di extension viola e un sopra maglia a quadri vuoti nero. Anche lei ha scelto un personaggio che non rappresenta lei. Erika è tutto ma non una bad girl, una stronza vendicativa.
Il campanello suona, quindi entrambe scendiamo al piano di sotto, prendendo i nostri cappotti, e apro la porta. Peccato che davanti non mi trovo una persona sola, bensì due.
Esteban è riconoscibile, non avendo maschere sul volto, se non dei segni che rappresentano il trucco da vampiro di Chase, con un mantello sa vampiro addosso e i canini finti.
L'altra persona, invece, non è possibile riconoscerla. Indossa un mantello con il cappuccio interamente nero, con tanto di maschera di Ghostface. È una reinterpretazione di Logan?
«Hey Jen, ho appreso che non avevi un accompagnatore, così te ne ho portato uno, anche se sicuramente non è il massimo.» Mi avvisa Esteban.
«Veramente sono io che gli ho detto di volerti fare la proposta, quindi ho approfittato del mio amico per avere l'approvazione.» Si difende lui.
«Diciamo le cose come stanno, a questo punto. Io non ti ho dato l'ok per farlo. Sei tu che lo hai preteso.»
«Eh, era ovvio. Sai che ottengo quel che voglio.»«Jonah, non mi dispiace per te, ma non vengo alla festa accompagnata da te. A questo punto preferisco restare a casa ad attendere i bambini che bussano alla porta, per spaventarli e regalare un po' di caramelle.»
«Non pensarci neanche per scherzo, Jen. Si, lui non è il tipo ideale come accompagnatore, ma non puoi saltare questa festa e stare da sola in casa. Almeno ti diverti con noi, perché non ci separeremo. Non ti chiedo di farlo per me, perché so quale sarebbe la tua risposta, ma fallo per Erika, che per una volta l'ho convinta a partecipare ad una festa.» Mi scongiura Esteban, anche se neanche si mette in ginocchio.
Guardo Erika per capire lei cosa ne pensa, e anche lei mi sta pregando con uno sguardo dolce.
«Siete proprio bastardi tutti quanti, e tu stammi alla larga, sennò oggi è la tua fine.» Minaccio e usciamo di casa.
«Visto, te l'ho detto che ottengo sempre quello che voglio.» Si vanta lui con il suo amico, ed io alzo gli occhi al cielo.Ho l'impressione che questa serata non finirà bene. Halloween ha sempre delle sorprese in serbo.
«Jenna, io non sapevo di lui, e neanche io sono d'accordo con questa situazione, ma se staremo tutti insieme non potrà succedere niente, quindi andiamo alla festa e scateniamoci. O almeno il cercherò di farlo.» Mi sussurra Erika ed io faccio un respiro profondo, cercando di convincermi che andrà tutto bene.
Arriviamo alla festa con me già nervosa, poiché in macchina Jonah ha già provato ad avvicinarsi troppo per i miei gusti, ma cerco di rilassarmi. Se lui non vuole starmi alla larga, lo farò io.
La prima cosa che faccio, appena ci danno il permesso di entrare in confraternita, è andare al bancone degli alcolici e prendere uno strano drink. Basta che possa darmi un po' di adrenalina.
Tra balli, tanto alcool, un po' di paure da parte di Erika, Esteban che mi abbraccia più volte, senza che io lo allontani, e Jonah che fa il geloso e mi costringe ad allontanarmi da lui più volte, si fa l'una di notte, quindi siamo ufficialmente a novembre.
Proprio nel momento in cui esco fuori per fumarmi una canna, mi arriva un messaggio da un numero che non conosco, quindi lo apro, ma quel che leggo mi lascia ancora più confusa.
*Ben fatto.*
Poco dopo, mentre cerco di elaborare il senso di questo messaggio, ricevo una chiamata da un altro numero che non conosco.
Mi guardo attorno, per vedere se qualcuno non mi stia facendo una sorta di scherzo, e rispondo.
«Signorina Dempsey?»
«Ehm, si. Chi parla?»
«Ci dispiace disturbarla a quest'ora ma è un'urgenza. Chiamiamo dall'ospedale di Malibu, per informarle che sua madre ha appena avuto un incidente nei pressi della via del lungomare, a bordo di un taxi. Non so cosa ci facesse in un taxi con due valige, ma credo che le conviene venire qui. Abbiamo bisogno di parlarle a voce.»Stacco la chiamata senza riuscire a rispondere, sconcertata. Non credo che questo sia uno scherzo.
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SPAZIO AUTRICE
Beh, la situazione sembra farsi tosta, per Jenna. Cosa credete che sia accaduto, adesso?A voi piace Halloween? Qual è il vostro travestimento preferito?
Fatemelo sapere con i commenti, love u all <3
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Amore tossico
عاطفيةIl bisogno di avere una persona da amare, che sia un nerd o un bad boy; un migliore amico sul quale poter contare sempre, poter raccontare ogni cosa, e vivere tante folli avventure insieme; diventare qualcuno nella vita, sentirsi realizzata, avere u...