Finalmente, dopo qualche settimana passata a a stare quasi ferma a causa dei gessi e del busto, oggi, posso finalmente tornare ad essere una persona abbastanza normale. Dico abbastanza, perché è chiaro che devo ancora avere qualche accortezza con la schiena, soprattutto nell'avere movimenti bruschi, perché il busto era un sostegno, ed ora che non lo porto, devo stare attenta. Potrei sempre metterlo, nei momenti di maggiore bisogno, ma preferisco contare sulle mie stesse forze, quindi non lo metterò.
«Hai fame?» Mi chiede Esteban, nel letto, appena apre gli occhi e si rende conto che io sono già sveglia.
«Non molta, in realtà. Oggi non ho nessuna voglia di dolce, sinceramente.»Lui annuisce, ma non da pace. «Stai bene?»
«Si, stavo solo pensando.»
«Posso sapere a cosa?»
«Niente di particolare. In realtà, stavo pensando a quello che mi hai detto ieri, sul fatto che poteva essere l'ulttima volta che potremmo aver visto Erika. Non riesco a svagare la mente, cosa intendevi di preciso?»Lui si alza dal letto, ed indossa il pantalone. «Preparati. Tra poco lo scoprirai.»
Mi alzo dal letto, quindi, indossando dei panni puliti. «Sì, anche ieri hai detto che lo avrei capito oggi, ma non puoi farmi restare con l'ansia. Dobbiamo andare di nuovo da lei? Vuole fare qualche cazzata?»«No, hai sbagliato, ma non posso neanche dirti cosa significa esattamente. Da una parte dovresti avelo già capito, ma comprendo anche se ancora non ci sei arrivata. Un'ora di tempo, e la risposta ti sarà più chiara, forse. Facciamo colazione lungo la strada.» Esce dalla stanza appena ha finito di cambiarsi, lasciando me ancora più confusa di prima. Un'ora di tempo? È il tempo necessario per prepararsi e arrivare a Los Angeles, mettendoci anche una piccola sosta per la colazione. Non sto sbagliando.
Nonostante la forte ansia, finisco di prepararmi, prendo la mia borsa, e raggiungo Esteban fuori casa. Chiudo la porta a chiave, e prima di entrare in macchina, mi fumo una sigaretta. So che non va neanche bene fumare a digiuno, ma tutta questa situazione mi sta dando un'agitazione addosso che mi riesce difficile resistere.
«Bene, dove si va oggi?» È la prima cosa che domando, appena entro in macchina.
«Lo scoprirai fra un po'. Lo sai che ti voglio bene.» Ridacchia, lasciandomi un bacio sulle labbra, per poi partire. Sembra che mi sta quasi prendendo per il culo.Sprofondo sullo schienale del sedile del passeggero, e osservo di sfuggita le strade che percorre, fino a fermarsi davanti all'entrata di un panificio. «Aspetta un attimo qui. Torno subito.»
Prima ancora che io potessi rispondere, scende dalla macchina ed entra nel panificio, per poi uscire subito dopo con un vassoio in mano. Il mio sguardo cambia radicalmente. Da agitato e un po' nevrotico, diventa innamorato. Ha preso del cibo.
Gli apro lo sportello dall'interno per evitare di fargli cadete la roba a terra.
«Ho preso due pezzi di pizza appena sfornata per colazione. Ora hai fame?» Ridacchia, vedendo i miei occhi che si sono trasformati in stelle. «Indovina che gusto ho scelto!»«Ae, ora mi metti in difficoltà. Ho troppa fame per ragionare.» Mi lamento, implorandolo con lo sguardo di scoprire il vassoio.
«No, così non vale. Dai, prova anche solo a sparare a caso.»
«Ma che ne so... margherita?» È l'unica che mi salta in mente.
«No, troppo classica.»«Eddai... non puoi farmi questo, ES.» Lui ridacchia.
«Ti do un piccolo indizio: un'ingrediente di quelli usati su questa pizza, fa parte di un dolce che abbiamo mangiato qualche giorno fa.»
Rispondo immediatamente, quasi disgustata. «Oddio, non credo che hai preso una pizza salata con la nutella sopra.»«Beh, la pizza con la nutella è buona, ma ci hai comunque azzeccato, perché in questo caso è una pizza salata, ma non è con la nutella, ovviamente.»
«Pistacchio?» Opto, come seconda opzione.«Finalmente l'hai detto. Ci hai voluto un po' di tempo.» Toglie il vassoio dalla busta di carta, e scopre due traci di pizza bianca. «È calda, appena sfornata, con bufala, pesto di pistacchi, straccetti di mortadella e granella di pistacchi su pallini di burrata di bufala.»
Se prima ero rimasta contenta per aver visto Esteban con un vassoio di pizza in mano, adesso sono al settimo cielo per la scelta che ha fatto. Favolosa.
Mangiamo tranquilli, mentre lui finisce in fretta per poter ripartire con la macchina, e tra musica, canti, e qualche risata per la nostra stupidità insieme, la macchina si ferma ad LAX, l'aeroporto di Los Angeles. Okay, è questo che intendeva? Che il viaggio a Brighton avrebbe potuto segnare la nostra, di fine? Cavolo, ma perché tutta questa negatività? Non gli do completamente tutti i torti, ma neanche la ragione. Insomma, un minimo di speranza deve sempre esserci, ed io dico che a Brighton scoprirò verità che attualmente non esistono, torniamo a Malibu, e vivremo felici e contenti.
«ES, cosa ci facciamo qui? Okay, no, capisco che dobbiamo andare a Brighton, ma credo che avremmo dovuto preparare almeno una valigia, e poi io non ho neanche portato i biglietti aerei. I documenti ce li ho, ma giusto per fortuna, perché sono abituata a portarli sempre con me.» Spiego, confusa. Non vorrei aver fatto tutto questo viaggio per poi ritornare a casa a mani vuote. Tutto questo non ha molto senso.
«Jen, sono un tipo sveglio, quando ce n'è bisogno. Non dovresti mai sottovalutarmi.» Apre il porta bagagli nel retro della macchina, e da esso tira fuori due valigie piccole. Mi mostra anche i due biglietti aerei, e quindi ci dirigiamo all'interno dell'aeroporto, diretti a fare il check-in.
«A che ora abbiamo il volo?» Chiedo. Non sapevo nlla di questo programma, ho bisogno di sapere le cose basilari.
«Alle 12:30 pm. Abbiamo esattamente un'ora e mezza per fare tutti i controlli necessari. Devo solo riuscire ad avere un posto vicino al tuo.»
«I biglietti non hanno il loro numerativo assegnato?»
«Si, e per questo voglio chiedere se è posibile poter cambiare il mio numero di posto.» Rido, per la sua volontà di stare vicino a me, e intanto la fila del check-in va avanti.Arrivato il nostro turno, la prima cosa che Esteban chiede alla receptionist prima di consegnare i biglietto e i bagagli è proprio il poter avere un posto vicino al mio.
«Mi dispiace, signore, ma l'aereo è pieno, quindi non è possibile cambiare il posto. Sono già tutti assegnati.»
«Ed io cosa devo fare da solo in aereo per quasi 12 ore di volo?»
«Può guardarsi un film. I biglietti, signore.»«Vaffanculo.» Lo sento borbottare a voce bassa, mentre consegna i biglietti e successivamente anche i bagagli a mano, ed io ridacchio silenziosamente. Certo, anche io mi chiedo cosa dovrei fare da sola in viaggio, ma non posso uccidere nessuno per avere Esteban al mio fianco, quindi tanto vale farmi andare bene questa cosa, per poi rinchiudermi in me stessa durante il viaggio fino a Brighton.
Appena finiamo tutti i controlli, compresi anche i controlli sotto il metal detector, attendiamo solo la chiamata del nostro volo, e la mia attenzione è catturata dalla notifica di un nuovo messaggio sul mio cellulare.
*Lui non va bene, ma state facendo la scelta giusta per Brighton. Aspetto la fine.
-Zach.*

STAI LEGGENDO
Amore tossico
RomanceIl bisogno di avere una persona da amare, che sia un nerd o un bad boy; un migliore amico sul quale poter contare sempre, poter raccontare ogni cosa, e vivere tante folli avventure insieme; diventare qualcuno nella vita, sentirsi realizzata, avere u...