51. Maya

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Resto completamente sorpresa dal nome che vedo sritto sul mio display. Pensavo che lei non si ricordasse più di me, o peggio ancora che fosse scomparsa dalla faccia della terra. Mi chiedo qual è la ragione che spinge le persone a sparire di punto in bianco senza un apparente motivo, per poi tornare per dichiarare di essere ancora vivi dopo tanti, ma davvero tanti anni. Ci sono decisamente troppe cose nella mia vita che non hanno senso, e mai capirò quale sia lo scopo di tutto ciò. Di una cosa sono certa: non smetterò mai di sorprendermi.

Maya Drake, l'unica migliore amica di mia madre che io abbia mai conosciuto, l'unica persona che riuscivo a chiamare "zia", l'unica persona che è riuscita ad accudirmi come una madre, senza che io facessi la birbante. L'unica persona di tante cose positive del mio passato, ma anche quella che ha distrutto la piccola parte buona che mi aveva donato. Ricordo che stavamo quasi tutti i giorni insieme. Io volevo tanto bene a lei, e lei ne voleva a me, perciò per me era sempre una gioia quando la vedevo arrivare a casa. Era l'unica che io consideravo divertente, importante. e che consideravo come la mia ancora.

Ricordo che aveva un uomo, ma che a me non stava affatto simpatico. Lei stava sempre male a causa sua, e lo odiavo per questo. Non ricordo affatto chi era, come era il suo volto, o quale fosse il suo nome. Se non sbaglio, Maya lo conobbe perchè era un amico di mio padre, ma non ne sono sicura. Sono passati troppi anni, e la mia mente ha rimosso davvero troppe cose.

«Chi è Maya? Non l'ho mai sentita.» Chiede Esteban.

«Al momento, non è nessuno di importante per me. Non ricordo neanche come mai ho questo numero nella rubrica.» Rispondo, e sono sincera. Avevo cinque anni, quando l'ho vista per l'ultima volta a casa munita di due grosse valige, e una macchina piena di scatoloni. Dalla morte di mio padre, tutta la mia vita è andata a rotoli. Come ho detto prima, non ho mai saputo le ragioni della sua fuga. Insomma, era morto mio padre, mia madre era distrutta ed io avevo bisogno di qualcuno al mio fianco che mi facesse smettere di pensare a tutto quello che mi stava succedendo in quel periodo. Intanto lei è scappata, e scommetto che con lei è scappato anche il suo uomo, e così la mia mente li ha dimenticati, almeno fino ad oggi.

Il mio cellulare, nel frattempo, smette di squillare, ed io tiro un sospiro. Quando vengono a prendermi i dottori per operarmi di nuovo?

«Jen, io penso che sicuramente, se ti ha chiamato, ha saputo cosa ti è successo, quindi non è giusto ignorarla.» Cerca di farmi ragionare.

«E non è neanche giusto scomparire per quindici anni, lasciando una bambina da sola a vivere con i suoi demoni. Ero solo una bambina distrutta, e lei avrebbe dovuto starmi accanto, invece ha scelto la via più semplice. Questo non è giusto.»

«Prova a pensare, allora, che ha compreso i suoi passati errori, ed ora, avendo saputo quante cose stai oltrepassando adesso, vuole provare a rimediare. Le persone molte volte reagiscono per paura senza pensare a cosa stanno sfacendo, e senza pensare neanche alle conseguenze.»

Io resto a riflettere sulle parole del mio amico. Non so quata ragione potrei dargli, perchè io considero anche i tanti anni che sono passati da quando è scappata, e credo che in quindi anni ha avuto tutto il tempo che voleva per farsi perdonare da me, e anche da mia madre, la sua ex migliore amica. Non credo che, solo dopo quindici anni, si è resa conto dei suoi errori.

«Prova a richiamarla, almeno per sapere come mai ha deciso di farsi viva, o per sentire se ha qualche scusa da farti. A volte, è in momenti come questo che i rapporti persi si ricuciscono.»

Sinceramente, non pensavo che Esteban avesse un animo così buono e speranzoso. Vuole sempre il bene degli altri, ma per lui stesso? Mi sa che prima o poi toccherà a me ricambiare gli infiniti aiuti e consigli che mi sta dando.

«Va bene, posso provare a sentirla. Ti avverto, però, che non so se riuscirò a restare calma. Può essere che mi scapperà qualche brutta parola o che la manderò a quel paese più volte.» Lo avviso. «Avvia la chiamata.»

Lui fa come gli ho detto, sorridento per avermi convinta, ma proprio mentre sta per azionare la chiamata, il mio cellulare riprende a squillare.

«Che tempismo perfetto, è proprio lei che ti sta richiamando. Rispondo?»

«Fallo subito, prima che io cambi idea.» Ridacchio, ritornando però subito seria, appena accetta la chiamata. A rispondere, però, è lui, notando la mia indecisione nel cosa dire.

«Oh, cavolo, devo aver sbagliato numero. Cercavo una ragazza di nome Jenna, ma evidentemente ha cambiato il numero che aveva in passato. Mi dispiace di avervi disturbato, arrivederci.» La sua voce sembra triste.

«No, aspetta. Lei si chiama Maya, giusto?» Le chiede Esteban, consapevole già della risposta.

«Si, sono io. Tu chi sei, scusa? Come fai a conoscere il mio nome?»

«Il tuo numero è memorizzato sulla rubrica del cellulare, è il cellulare è di Jenna, la persona che stai cercando. Sta qui accanto a me.»

«Oh, capisco. Non vuole parlarmi, vero?» Sembra proprio distrutta. Cosa le è successo? Io non la ricordo così.

«Ciao, zia. Sono io.» Prendo tutto il coraggio che ho in corpo per rispondere e chiamarla persino come facevo da piccola. Nonostante tutto il male che mi ha causato, scappando da me e da mia madre, in questo momento sto provando a ragionare con la mente di Esteban. Io non voglio il suo male. Se è dovuta andare via da Brighton, avrà avuto i suoi motivi, e conoscendola, dovevano essere anche abbastanza seri.

«Oddio, piccola Jen. Mi dispiace tanto.» Piccola Jen? Ma... era lei a chiamarmi in questo modo quando ero piccola? Questa è un'altra cosa che avevo completamente dimenticato. «Come stai?»

«Io direi di cominciare dal dirmi che fine hai fatto.» Ecco qua, credo che la mia bontà sia già sparita.

«Quella è una lunga storia, davvero, e solo che ci penso sto peggio di come mi sento ora. Sul serio, mi dispiace per tutto quello che ti sta capitando, quello che ti è capitato nel passato. Tu non hai mai meritato tutto questo schifo, ma la vita degli adulti è troppo complicata quando ci sono amore e figli di mezzo.» Sembra che sta per mettersi a piangere, ma io no. Io sono tremendamente confusa e ferita.

«I figli di mezzo dovrebbero far accrescere l'amore tra due persone, e soprattutto dovrebbe far maturare le stesse, aumentando le loro responsabilità. Che è successo, che ha fatto finire tutta la pace che si stava creando? E soprattutto, cosa c'entri tu con l'amore e i figli?»

«Te lo giuro, vorrei tanto dirti tutto, ma non so se me lo lasciano fare.»

«Chi è che non te lo lascia fare? Maya, sono sempre la persona che ti faceva sorridere, non puoi evitarmi così, adesso. Lo hai fatto per tanti anni, e credo che possano bastare, visto che hai deciso di tornare.»

«Non è semplice come credi. Io ti ho chiamata perchè ho saputo tutto quello che ti sta succedendo ultimamente, e soprattutto che anche tu hai rischiato di morire. Non posso perdere anche te. Mi dispiace per tutto.»

Ora, qualche lacrima comincia a rigare anche sulla mia guancia. Sapevo che nella mia vita c'era qualcosa di corrotto, ma non pensavo fino a questo punto.

Amore tossicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora