71. Dolce

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«Hai letto quello che ha scritto?» Gli chiedo, per mettere un moto il discorso.

«Si, però non tutto. Cosa significano questi biglietti? Te ne torni con questo sconosciuto a Brighton?» Chiede, ma anche lui sa che ha sparato la prima motivazione che gli è saltata in mente, pur sapendo perfettamente che non è quella giusta.

«Devi leggere tutto il messaggio per capire il motivo dei biglietti.»

Nonostante la sua disapprovazione, e la sua zero voglia di leggere il biglietto, ascolta quello che gli ho detto e quindi attendo che parli di nuovo. Nel mentre, mi avvicino di più a lui, in modo tale da riuscire a rileggere approssimatamente il biglietto.

«Perfetto, due sono le cose, allora: o butti i biglietti, oppure ci andiamo insieme. Sicuramente non lo ha detto per proteggerti, ma almeno anche lui ha pensato a non farti andare da sola.»

«E perché una delle due opzioni è quella di buttare i biglietti?» Lo metto alla prova. Questa cosa mi sa di possessività.
«Perché c'è da considerare che non puoi neanche sapere quali siano le sue vere intenzioni. Che ne sai se ti attira a Brighton per farti trovare le prove sulla sua onestà, e poi te lo trovi lì e ti molesta? È pur sempre una persona che non conosci.» Cerca di farmi ragionare.

«Il fatto è che non credo che sia uno sconosciuto totale. Insomma, pensaci... sa troppe cose della mia famiglia, cose che neanche io so, e le cose che fanno quadrare le storie sono le testimonianze si Julien e tua madre Chloe. Per tutto quello che mi ha detto, è una vecchia presenza costante della famiglia, potrebbe essere un mio zio, che non vedo dall'infanzia, potrebbe essere davvero qualcuno in rapporti stretti con mio padre o, peggio ancora, potrebbe essere proprio lui m... no, non lo dico. Questa teoria è assurda.» Mi fermo alla fine, la parte in cui stavo per dire la cosa che lo sconosciuto mi ripete sempre.

Esteban, capendo quello che non ho detto, mi sorride e mi attira sul suo petto per confortarmi.

«Jen, il tuo vero padre purtroppo non c'è più, e questo Zach non può fingersi di essere al suo posto. Sbaglio o diceva che era suo fratello, poi? È l'invidia che lo fa parlare.»

«Io il nome Zach lo ricordo, ma riesco solo ad individuarlo con mia zia Maya. Non riesco a dargli un volto, e non so perché. Una cosa sola so: Zach è il marito di mia zia, e ricordo che io ho sempre odiato la sua voce e la sua presenza, quando stavamo insieme.»

«Queste sono un sacco di informazioni utili, Jen, ma se non riesci a ricordare almeno un suo occhio, possiamo farci ben poco.»
«Lo so, ES. Mi sento completamente inutile persino per me stessa, figuriamoci per gli altri.»

«Aspetta, ma non hai qualche foto di famiglia vecchi in casa tua?»
«A Brighton? Credo che lì c'è anche il certificato di nascita del mio trisnonno.» Rispondo con ironia, facendogli capire che a Brighton dovrebbe esserci di tutto. «Qui a Malibu ho solo una misera foto tessera dei miei genitori.»

«E se chiediamo qualche foto a tua zia?»
«Non credo che sia disposta, perché se lo sconosciuto fa in questo modo insistente anche con lei, cosa più che probabile, dubito che riesca ad aiutarci. Poi, non so neanche se è ancora qui in città.»

«Va bene, allora basta rovinare il magico Natale per colpa di un coglione.»

«Perfetto, che dolce mi offri?» Aspettavo solo questo momento.
«Ho un buonissimo panettone con i canditi e l'uvetta.» Si alza dal divano ed io lo guardo scioccata, con gli occhi sbarrati.

«Oh cavolo, dimmi che hai un bidone?» Lui scoppia a ridere a crepapelle ed io non capisco perché. Cazzo, io detesto il panettone, soprattutto se con quelle cose orribili dentro.

«Questo si che è bello e sollevante. Io odio i panettoni, e a quanto pare la pensiamo allo stesso modo. Così si ragiona, sorè.» Mi batte il cinque, facendomi ridere di più.

«Quindi non hai niente per dolce?» Gli chiedo tristemente, appena mi riprendo.

«Un po' di botto ci vuole anche qui. Ho preso un pandoro classico, e anche la nutella al pistacchio, quindi puoi servirti come vuoi.» I miei occhi si trasformano in cuoricini, per quello che ha appena detto. Il pandoro con la nutella al pistacchio, il mio sogno in pratica.

«Ah, hai mai assaggiato i mostaccioli italiani?»
«Ho paura di chiederti cosa sono...» Ridacchio e lui mi guarda scioccato. «Ti ricordo che io non sono italiana. Non è colpa mia se non so le sue specialità.»

«Allora questo è un obbiettivo per il nuovo anno: ti porto in Italia, appena è possibile. Non puoi non andarci.» Ridacchio ma acconsento. É una cosa carina da fare.

Intanto, Esteban sparisce in cucina, per prendere il pandoro e il resto delle cose dolci concordate, ed io mi alzo dal divano, alla ricerca di un plaid per riscaldarmi. Sto cominciando ad avere freddo. Ne trovo uno grigio su una sedia accanto alla tv, e quindi lo prendo e ritorno sul divano facendo attenzione alle gambe. Nello stesso momento arriva anche Esteban con due piatti con i dolci scelti, e il barattolo di nutella al pistacchio sotto al braccio destro.

«Ecco qui. Quanto sono belli gli impiattamenti del cibo?»
«Tanto, soprattutto perché evitano il troppo cibo davanti agli occhi.» Concordo, dando la mia motivazione.

«Beh, su questo mi sto informando molto per aiutarti al meglio delle mie possibilità. É per questo che ho deciso di fare gli impiattamenti. Come vedi, ho messo mezza fetta di pandoro a testa, e ovviamente se vuoi, ci spalmi un po' di nutella al pistacchio sopra, e due mostaccioli mignon, perché a Natale è d'obbligo mangiarli. Allora, che ne pensi? Mi sono saputo dare una regolarità con le quantità?»

«Direi proprio di si. Forse neanche quando seguivo la dieta della nustrizionista ero così calibrata nelle quantità.» Rido per il ragionamento che ho fatto, e quindi prendo subito un biscotto dal mio piatto, appena Esteban me lo poggia sulle mie gambe. «Ho una curiosità, prima che io assaggi questi mostaccioli... credo che esistono anche con altri tipi di cioccolata come copertura, vero?»

«Si, al latte, bianco, ruby, misto... oddio, ci stanno anche quelli con la marmellata all'interno, oppure quelli pieni zeppi di liquore, ma ovviamente il fondente è l'unico che tollero, perciò entambi sono i classici fondenti.»
Rido per la sua ammissione così sincera. «Non a caso, il fondente è anche la mia tipologia di cioccolata preferita, oltre alla kinder.» Ammetto io.
«Beh, se non fosse per la mia intolleranza al lattosio, il kinder per me sarebbe all'ordine del giorno, soprattutto i kinder cards non mancherebbero mai nella mia dispenza, però in questo caso mangio di più il fondente.»

Approvo appieno la sua risposta, e approvo anche questi rombi di biscotto morbito ricoperto di cioccolato. Cavolo, oggi è una giornata ricca di scoperte culinarie. Perché tutte queste cose non vengono vendute in America, e perché non hanno mai fatto parte della mia vita?

Mentre entrambi ci stiamo gustando i dolci di Natale, veniamo interrotti dal suono del citofono di casa. Minchia, Chloe già è tornata dal suo pranzo?

Esteban, quindi, posa il suo piattino sul tavolino, e va ad aprire la porta.

«Buon Natale, Esty, finalmente ti rivedo. Oh, ma ciao, pasticciono. Buon Natale anche a te. Mi aspettavo di trovarti qui, infatti ho un regalo per entrambi.» Jonah entra in casa.

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