36. Fratelli

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Sono senza parole. Lascio la porta aperta per un secondo ed ecco che qualche coglione si intrufola in casa. Questo è stalking, violazione di domicilio, e chissà che altra cosa. Non posso continuare a vivere in questo modo.

Senza dire niente, vado in cucina a prendere il cellulare e la prima cosa che faccio è digitare il numero della polizia. Non ce la faccio più, non posso più sopportare tutte queste cose, quindi ora è il momento giusto per partire con le denunce.

«Cosa fai, vuoi chiamare di nuovo Esteban per farlo venire qui a salvarti?» Sento la sua voce nel mio orecchio, e sobbalzo di nuovo.
«Cristo santo, Jonah.» Urlo, spazientita.

«Si, lo so che sono il Cristo in persona.» Si vanta. Ma come diamine fa ad avere tutta quest'aria da superiore ed essere così sicuro di se in momenti in cui l'unica cosa che può ricevere è essere cacciato fuori a suon di palettate di ferro?

Lo ignoro di nuovo, e sono tentata ad avviare la chiamata, ma mi prende il telefono dalle mani, restando comunque dietro di me.

«O mi dai il telefono, o giuro su Dio che anche questa volta ti caccerò di casa in modi dolorosi. Anzi, no. Sarà ancora meglio, perché da qui non ne uscirai illeso.» Questa volta passo alla minaccia.

«A me non fai paura, pasticcino. Anzi, che ne dici se sarò a prendere per primo un pezzo della vittoria?» Prima che io possa realizzare quello che ha detto, e soprattutto capire il senso delle sue parole, si fionda su di me, unendo in modo selvaggio le nostre labbra. Ma perché tutte le persone di questa città sono così tanto invadenti?

Provo a staccarmi ma nulla, mi regge così forte il corpo da impedirmi anche una minima mossa. Vorrei tirargli uno schiaffo in faccia o comunque utilizzare le mani o le braccia per togliere queste luride labbra dalle mie, ma ancora nulla, perché con la sua stretta attorno al mio corpo ha bloccato anche le mie braccia.

Sono fottuta? Forse no, dovrei avere ancora un'ultima change da sfruttare. Le gambe sono le uniche parti del mio corpo che posso considerare libere quindi, vista la sua eccessiva vicinanza, gli tiro una forte ginocchiata nelle palle, e finalmente molla la presa per cadere a terra e rannicchiarsi in se stesso a causa del dolore. Ho vinto.

Mentre cerco di tirarlo e trascinarlo verso la porta, lo guardo soddisfatta. «Ricorda bene: non puoi fregare una ragazza che è più stronza di te.» Intanto apro la porta, allontanando un attimo da lui, e quando mi giro per riprendere a trascinarlo, lo trovo già in piedi. Okay, ora si attua il piano B.

Lui continua a lamentarsi, cercando però di badare a quello che faccio, ma io non ci do peso, e mi metto davanti a lui, guardandolo con un espressione fintamente dispiaciuta, cercando però di non far trapelare la finzione.

«Okay, forse non avrei dovuto utilizzare metodi così forti. Certe volte non ragiono.» Parlo, senza neanche badare a quel che dico.

«Beh, ci può stare, ma devi capire che più ti comporti da stronza e mi respingi, più mi viene voglia di baciarti e spogliarti. Dio, non puoi immaginare quante cose ti farei.»
«E tu devi capire che più fai così, più mi piaci.»

Questa volta sono io a baciarlo, e lo faccio anche con passione. Lui ovviamente ricambia, cominciando ad accarezzare le mie guance, per poi palpare il mio seno e il mio sedere. Io piano piano faccio passi indietro, e lui mi segue. Si sta immaginando di finire sul divano con me sopra di lui. Cerco di girarmi così da mettere lui davanti, proprio per fargli immaginare di stare sul punto di essere scaraventato sul divano, ed interrompo il bacio, lasciandolo confuso, senza capire neanche dove si trova.

«Cazzo, sei talmente arrapato che non ti ricordi neanche quello che ti ho detto prima.» Alludo alla mia affermazione sul fregarmi, e gli sbatto la porta in faccia. Missione compiuta.

Realizzando ciò che è appena successo, comincia a bussare ininterrottamente contro la porta. Quanto ci mancherebbe per sfondarla, se fosse stata di legno? Sono fortunata che in questo caso si tratta di una porta di acciaio.

Ignorando completamente la sua insistenza, torno in cucina con un sorriso compiaciuto, ma a rovinare il momento è il mio cellulare che comincia a squillare da terra. No, non dirmi che adesso Jonah mi vuole anche intasare il cellulare per la sue chiamate. Giuro che, se è così, chiamo seriamente la polizia. Non potrò più sopportare queste cose da film.

Recupero il cellulare da terra, e il numero che c'è sul display non è registrato, quindi non ha un nome. Cavolo, non ricordo se il numero di Jonah ce l'ho memorizzato, e non ricordo neanche da che numeri è composto.

Mi ritrovo a rispondere e ad attendere una risposta dall'altro capo del telefono. Non è Jonah, almeno.

«Piccola Jenny, certo che sei veramente una iena. Sarà un sogno battermi con per farti fuori.» Ma... come fa a sapere questa cosa dopo quel che è successo proprio pochi minuti fa? L'anonimo quindi è davvero Jonah?

«Beh, a quanto pare stai provando molteplici volte a sedurmi, ma i tuoi tentativi stanno fallendo miseramente dal primo all'ultimo, quindi non riesco ad immaginare te che riuscirai a farmi fuori. Quello lo deciderò io quando arriverà il mio momento.»

«Tanto per essere chiari, io non cerco di conquistare nessuno. Solo una donna volevo con me, ma qualcuno che tu conoscevi me l'ha tolta. Cazzo, tu conosci anche l'unica persona che io abbia mai amato. Mi sorprende sentirti ancora così scettica sulle mie abilità. Per di più, dovresti ricordare benissimo chi sono.»

Non è Jonah, a quanto pare. Deve essere molto più avanti con l'età.

«Non nominerò i nomi della mia famiglia, ma quindi se non ho capito male, amavi mia madre e mio padre te l'ha rubata.»
«Esatto, proprio così. Sei un po' sveglia, allora.»

Sono un po' scioccata, ma anche contenta. È un bene che mio padre abbia fatto quel che ha fatto, e che mia madre abbia scelto la persona che riteneva giusta. Non oso immaginare come sarebbe andata se si fosse sposata con la persona che successivamente l'avrebbe uccisa.

«E con questo, quindi? Vuoi vendicarti anche di me?» Lo sfido.
«Beh, sto rivalutando un po' questa cosa. Mi diverte assillarti e spaventarti, e non mi pento di aver ucciso quelli che credi che siano i tuoi genitori, ma non so bene cosa farò con te, adesso. Ho appena scoperto che mio figlio ti fa la corte. Chi lo sa, magari fra due fratelli potrà nascere un nuovo legame.»

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SPAZIO AUTRICE
Ohoh secondo voi cosa sta succedendo? Sono pronta a sentire le vostre teorie💜
Buona Pasquetta a tutte💜

Amore tossicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora