«Allora, ti decidi a rispondermi o vuoi che la mia vendetta abbia inizio proprio adesso? Il tempismo è proprio perfetto, perché il tuo ragazzo sta uscendo dalla pizzeria proprio ora.» Mi risveglia dai miei pensieri.
«Punto primo: si chiama Esteban, e non è il mio ragazzo. Punto secondo, invece: non devi fargli assolutamente niente, neanche avvicinarti di un centimetro o sfiorarlo con un dito. Io sto facendo quello che mi stai chiedendo, e ti sto continuando ad ascoltare, anche se resto del parere che niente di quello che dici è reale.» Ribatto, sincera. Tutto ciò è a mio rischio, ma è ancora peggio rischiare di far fare del male ad uno degli unici amici che io abbia mai avuto.
«Beh, intanto io credo di dovertelo ribadire ancora: ti ho detto che devi starmi a sentire, non devi fare commenti, soprattutto sgradevoli, e soprattutto che devi credermi. A quanto pare, però, tu non sei affatto una persona di parola, e credo che tu abbia preso proprio dal tuo caro paparino.»
«Ora tocca a me dirti di non azzardarti a fare commenti sgradevoli su di me e sulla mia famiglia. Mio padre è sempre stato la persona più leale che io abbia mai conosciuto.» Insisto, con tono un po' nervoso.
«Io infatti non stavo parlando affatto di colui che tu credi.» La sua voce continua ad essere beffarda, vittoriosa. Sta cominciando a salirmi il nervosismo puro, ma non posso neanche staccare la chiamata, perché varrebbe a dire che la darò vinta a lui e farà del male ad ES.
«Senti, sta arrivando un dottore, quindi credo di dover staccare la chiamata. Forse devono togliermi il tubicino della flebo.» Tento di buttarla su questo punto, anche se non c'è nessun dottore in arrivo. Sta quasi per scoccare la mezzanotte, ed ora quindi ci sono i cambi dei turni.
«Mia cara, piccola Jenny, non sono nato ieri, quindi so tutti i minimi passi dell'ospedale, tra i cambi dei turni e le mansioni da svolgere. Ci hai provato ed hai fallito. Ritenta, sarai più fortunata la prossima volta.»
«Hey, non copiare la frase che usciva negli involucri dei Tronky. Sono intoccabili.» Magari questo può essere un altro modo di raggirargli le idee nelle sue intenzioni.
«Oh, tranquilla, non mi piacevano neanche quei cosi. Allora, Esteban è appena uscito, ci sentiamo più tardi, piccola.»
«No, fermo. Cosa vuoi che faccia? Dimmi qualsiasi cosa, ma non toccare lui. Non fa neanche parte della mia famiglia, quindi sarebbe una vendetta a tempo sprecato.» Cerco di fargli notare, pur sapendo che il suo obbiettivo non è quello di attaccare la cerchia della mia famiglia, ma attaccare chiunque sia riuscito ad ottenere una minima parte della mia fiducia, con lo scopo principale di ferirmi e farmi restare da sola.
«Hai perso troppe occasioni, figliola. Ora è arrivato il momento di attuare le vendette. Ciao.»
Stacca la chiamata ed io comincio sul serio a disperarmi. Cavolo, ho combinato un disastro. Cerco di richiamare ripetutamente lo sconosciuto, ma oltre a non rispondermi a nessuna chiamata, dopo le prime quattro chiamate, si attacca sempre la segreteria. Non vuole più saperne niente, sono spacciata.
Sono tentata di chiamare un dottore del campanello, ma in cosa potrebbe aiutarmi? Potrei chiamare Esteban, e impegnarlo in una conversazione con me, in modo da guadagnare un po' di tempo dalle manovre dello sconosciuto, ma riuscirò ad ottenere una risposta dopo che sono passati già cinque minuti? Tentar non nuoce.
Determinata e speranzosa di avere ancora un'opportunità di salvare il mio amico, avvio la chiamata, selezionando il suo nome. Niente, nessuna risposta. Riprovo per una seconda volta, ma ancora niente. Che speranza ho ancora?
Resto quindi in silenzio, distrutta. Mi tocca solo aspettare, sperando che prima o poi lo sconosciuto mi richiamerà. Ormai, le speranze si stanno dissuadendo.
Nell'attesa, passo in rassegna le varie storie di instagram. Nello stesso momento in cui sto per prendere sonno, in cui i miei occhi cominciano a diventare pesanti, qualcuno irrompe nella mia stanza.
«Porca miseria, che mangiata. Ho preso una pizza che credo di non aver mai mangiato così piano per assaporarla. Ho portato due pezzi, ne vuoi uno?»
«Oh mio dio, ES. Mi hai fatto prendere un infarto.» Conviene dirgli che ero anche preoccupata per lui?
«Jen, te lo avvo detto che sarei tornato, ed io sono un uomo di parola.» Mi sorride e si avvicina a me, prendendo un pezzo di pizza dal piccolo cartoncino. Non capisco, è completamente tranquillo, non ha nessuna traccia di segni vari, dovuti da qualche aggressione, e soprattutto è sorridente come sempre. Lo sconosciuto, quindi, mi stava solo prendendo in giro per farmi preoccupare, o sentire tanto in colpa.
Mentre Esteban mi da un pezzo di pizza, con crema di zucca, mozzarella di bufala e basilico, il mio cellulare suona, avvisando l'arrivo di un messaggio.
Non faccio neanche in tempo a vedere chi è, che Esteban si prende il mio cellulare.
«Per questa volta sei stata fortunata, perché stava già andando via, ma per la prossima volta non te la caverai così semplicemente. Un altro passo falso e inizierà la fine, piccola Jenny... Cosa significa questo messaggio? Senza dubbio è lo sconosciuto che sta parlando.»
Glielo dico o non glielo dico?
«No, aspetta, posso arrivarci da solo. Cosa ti ha costretto a fare?»
«Dovevo semplicemente ascoltarlo mentre raccontava la sua storia.»
«E quali erano le sue condizioni? Te lo chiedo perché mi sembra chiaro che non dovevi semplicemente ascoltarlo.»«Non so neanche come spiegartelo, ES. In parole povere, se non lo avessi ascoltato, oppure se avessi fatto continui commenti scomodi, avrebbe cominciato a farti del male, ed io ci ho provato a starmene zitta, ma ho fallito, quindi mi ha staccato la chiamata dicendomi che la sua vendetta stava avendo inizio.» Dichiaro, con il timore nella mia voce.
La paura che lo sconosciuto possa sentirmi e continuare a minacciarmi per non essermene stata in silenzio si fa spazio dentro di me.
«Quindi mi stai dicendo che potrei aver visto lo sconosciuto perché era nelle mie vicinanze? Cazzo, Jen, potevi avvisarmi. Avrei potuto scoprire chi è.» Ridacchia. A me non sembra neanche il momento adatto per scherzare.
«Beh, conoscendo ormai il suo comportamento, e il fatto che conosce ogni nostro passo, posso aspettarmi di tutto. Per sapere che eri in pizzeria, doveva essere per forza dove stavi tu.»
Un dubbio assurdo, però, mi frulla nella mia mente. È possibile che lo sconosciuto sia proprio lui, Esteban?
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Amore tossico
RomanceIl bisogno di avere una persona da amare, che sia un nerd o un bad boy; un migliore amico sul quale poter contare sempre, poter raccontare ogni cosa, e vivere tante folli avventure insieme; diventare qualcuno nella vita, sentirsi realizzata, avere u...