62. Urgente

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Urgenza. Questa è l'unica parola che ho sentito uscire dalla bocca del dottore, appena Esteban gli ha spiegato cosa è accaduto, non citando però chi è stato.

Per non perdere tempo, il dottor Kennedy non ha fatto nessuna domanda, e ha chiamato i rinforzi. Mi hanno coricata sulla barella e mi hanno portata al pronto soccorso con il codice rosso, ed Esteban ha avuto l'opportunità di stare con me in ambulanza. Meno male che mi permettono di avere qualcuno che mi sta accanto i tutta questa merda.

Nel mentre, la mia testa passa il tempo a trovare i collegamenti tra quello che mi ha detto lo sconosciuto, e quello che è accaduto, secondo quello che ho visto io. Partendo dall'operazione, il dottore che era venuto a spostarmi dalla sala operatoria, per riportarmi nella mia stanza, in effetti non lo avevo visto durante l'operazione, ed è stata la prima cosa che avevo pensato. Inoltre, mi erano sembrati strani i suoi modi di chiamarmi, e solo adesso li collego a lui, perché sono i classici nomignoli con cui mi chiama lui, lo sconosciuto. Mi ha dato un bicchiere di liquido, facendomi credere che fosse uno sciroppo per aiutare ad alleviare i dolori e calmarmi, e il fatto che subito dopo io mi sono addormentata, senza neanche rendermene conto, testimonia il fatto che quello sciroppo era senza dubbio modificato. Forse è proprio in quel momento che mi ha inserito un vibratore nella gamba destra, proprio dove ho uno spacco della carne che arriva al femore.

Cavolo, ora tutto ha più senso. Tutto ciò è impressionante, quest'uomo è proprio senza pudore. Ormai ho anche le conferme: Esteban non è, perché è sempre con me quando lui mi chiama o fa qualcosa, almeno la maggior parte delle volte; Erika non può essere, visto che ieri è stata ricoverata, quindi, considerando il fatto che ancora non si è fatta sentire, presumo che le abbiano tolto il cellulare; Julien anche è scartata, considerando che era con Erika quando è successo quel casino con loro due in ospedale, quando sono andate a prendere il pranzo, e poi è una donna, mentre la voce dello sconosciuto, il "finto dottore", era una voce da uomo. L'unica persona che mi lascia ancora dei dubbi è Jonah, che non si fa vedere da un po' di giorni, è un coglione e da lui potrei aspettarmi di tutto. L'unica incongrueza che ha con lo sconosciuto è la voce, perché quella di Jonah è più delicata.

«Sala operatoria, immediatamente.» Urla il dottor Kennedy ai suoi colleghi.
«Qual è il problema, signore?»
«Abbiamo un caso di operazione manomessa, e bisogna riparare ogni danno che è stato causato, a partire dalla gamba destra, che mostra molti più problemi del previsto.»

I dottori trasportano me e la barella dove sono distenza in sala operatoria, correndo. Penso che ora, però, stanno un po ingigandendo la situazione. Non credo che sia tanto grave come stanno facendo sembrare.

«Dobbiamo riaprire la cucitura che abbiamo fatto alla gamba e controllare all'interno, prima che sia troppo tardi.» Aprire la gamba? Ma che...?

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«Voi sapete chi è stato a combinare tutto questo casino?»
«Posso dire di si, ma anche di no, perchè so chi è stato ma non so chi è la persona in questione. Non conosco la sua identità. In ogni caso, non posso neanche dire chi è stato, perchè non è una cosa che sta tormentando me, ma sta tormentando Jenna. Deve essere lei quella ad essere pronta a denunciare. Diciamo che io e i suoi conoscenti siamo solo le pedine, non il trofeo.»
«Quindi è il suo stupratore ad importunarla?»
«Oddio...» C'è un attimo di silenzio. «Cazzarola, non sapevo che fosse stata anche vittima di stupro.»
«Non lo so neanche io, è solo una mia deduzione.»

Cerco di aprire almeno un occhio, coprendolo con la mano per evitare di essere accecata dalla luce.

«Finalmente ti sei svegliata, signorina. Come ti senti?» Sento una voce che si avvicina a me. Questo è il dottore che mi sta aiutando.
«Cos'è questa storia dello stupratore? Io non sono stata violentata da nessuno, fortunatamente.»

Segue qualche altro secondo di silenzio. «Okay, almeno su questo sei sicura.» Borbotta il dottore, anche se la sua voce non mi sembra convinta. Sa qualcosa che io non so? Non credo, perchè io so quello che vivo nella mia vita, non ne sono estranea. «Allora, ti senti meglio adesso?»

«Un po' meglio di prima, si, anche se la testa e la gamba mi stanno uccidendo. Cosa è successo?»
«Sei svenuta quando abbiamo iniziato ad aprire la grande cucitura della gamba. Come vi era stato detto da chi ha fatto questo disastro, abbiamo trovato un piccolo dispositivo bloccato nella carne, all'interno della gamba, in grado di vibrare e indebolire la gamba, fino a non sentirla più. Abbiamo dovuto fare una tosta operazione per rimuovere il dispositivo che aveva gia cominciato a bloccarsi nella tua carne, a causa del rigeneramento della stessa, ed hai rischiato grosso, perche se fosse passato più tempo con quell'oggetto nella gamba, avresti potuto perderla, per poi dover subire un'amputazione. Per quanto riguarda lo sciroppo, invece, abbiamo trovato una grossa quantita di sostanze stupefacenti nel corpo quindi, per ridurre gli effetti indesiderati delle droghe, dobbiamo fare una lavanda gastrica per rimuovere le tossine dal tuo corpo.»

«Madonna, quante informazioni.» Non riesco a dire altro, sono completamente senza parole, scioccata. Come può, una persona che neanche conosco, rovinarmi la salute in questo modo?

«Dottore, una domanda... quindi questo trambusto di sostanze nel corpo le hanno causato vomito ed eccessiva stanchezza?» Gli chiede Esteban.

«Assolutamente si, è per questo che dobbiamo farle la lavanda gastrica, altrimenti questi sintomi resteranno dove sono.»

Esteban mi si avvicina e mi prende la mano, vedendo la mia faccia spaventata e contrariata. «Lo so che fa schifo questa situazione, ma è meglio farla, altrimenti quel coglione vincerà. Tu sei più forte di lui.» Mi trasmette il suo sostegno.

«Non è quel coglione che mi turba, ma quello che devo subire.» Quello che mi spaventa di più è dover rimettere il sondino naso-gastrico, ma questo non lo dico a voce alta.

«Okay, è meglio procedere subito, altrimenti si sentirà peggio.» Il dottore ci informa di dover cominciare, quindi esce dalla stanza per prendere l'occorrente.

Esteban si china verso di me, con ancora la sua mano legata alla mia. «Sei forte, e lo sai meglio di me. Hai superato di peggio, quindi questo sarà solo un po' di solletico.» Rido per la frase di incoraggiamento che mi ha detto. Solletico... non ha tutti i torti, posso davvero pensare che sia solletico, senza dover tornare indietro nel tempo, a quando mi fu messo il sondino per ricominciare a mangiare.

Intanto il dottore ritorna. Esteban mi lascia un bacio sulla guancia. «Io sono qui fuori che aspetto. Mi raccomando.»

Se ne va ed io mi immergo nei miei pensieri. Sembra quasi che siamo una di quelle coppie da film d'amore, ma almeno questo non è vero. Io non cerco una relazione, sana o tossica che sia. Sono già tossica di mio, e con tutto lo schifo che mi tocca affrontare, un ragazzo è l'ultimo dei miei persieri. Non nego, però, che Esteban è un bel ragazzo, con un bel carattere e un uomo leale. Gli altri direbbero che è proprio l'uomo adatto a me, ad una ragazza che si nasconde dietro un corpo da stronza, ma che invece ha solo bisogno di ritornare alla sua vera natura: ragazza gentile, vivace, e pulita.

Amore tossicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora