73. Passato

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Sono costretta a staccarmi dal bacio. Mi fa paura, provare emozioni è orribile. Io non voglio amare e non voglio stare male per amore. Non capisco, Esteban è un bravo ragazzo. Prima che succedesse quello schifo con Jonah mi sono anche sentita spronata a baciarlo, e mi ha persino fatta sentire bene. Forse l'avvenuto mi ha dato un trauma, o forse è tutta la mia vita ad essere un trauma, a partire dalla morte di mio padre.

Nonostante Esteban mi guarda confuso e deluso, chiedendo cosa sia accaduto che mi ha fatto indietreggiare, mi alzo dal divano e non gli do retta, chiedendogli solo di non seguirmi.

Lentamente, quindi, vado nella camera di Esteban, l'unica al piano terra insieme al suo bagno, e mi distendo sul suo letto. Vorrei addormentarmi e dimenticarmi di questa giornata assurda quanto tremenda, ma i pensieri non mi lasciano libera. É tutto troppo strano e brutto. Quello che è accaduto con Jonah... per me è stato come un deja-vu, e tutto ciò non ha senso. Cosa significa questa sensazione? Che ho già vissuto un incubo del genere? Se la risposta è un "sì", credo di averlo vissuto negli incubi notturni. É impossibile che sia accaduto davvero. Se così fosse, lo ricorderei.

Mentre la mia mente percorre le possibilità di quel che davvero è stato, Esteban entra nella sua stanza e si distende accanto a me, lasciando un po' di spazio di distanza tra noi. Cavolo, ma gli avevo detto di non seguirmi...

«Jen...»
«ES...»

«Come ti senti?» Il suo sguardo è preoccupato, e anche un neonato se ne accorgerebbe.
«Devo dirti una cosa.» Okay, anche io sono scioccata per quello che sto per fare, se ci riesco, ma devo togliermi questo peso da dentro, magari per alleggerirmi.

«Oddio, se devi dirmi che sei pentita del bacio, ti prego, non dirmelo. Preferisco restare nell'illusione.»
Abbozzo un sorriso. Beh, almeno è lui che alleggerisce la situazione.

«Non riguarda te, ma me.»
«Il bacio riguarda anche te, quindi sul serio, se è quello non dire più nulla.»
«Mia madre mi ha sempre ripetuto, quando ero più piccola, che era distrutta per me, perché avevo assistito alla morte di mio padre.» Butto giù tutto d'un fiato. Non avrei mai pensato di dirlo a qualcuno, o anche di dirlo solo a voce alta. Sembra assurdo. «Penserai che sono patetica, ma io non riesco a ricordare questa cosa. Non ricordo di aver visto la scena dal vivo di quando mio padre è stato ucciso.»

«Okay, menomale che non è quello che pensavo.» Lo vedo tirare un sospiro di sollievo. «Cioè, no, non dico che questo è positivo, ma alm... okay, niente AHAH. Quindi stai dicendo che potresti aver visto l'omicidio di padre in live?»

«Non riesco ad avere ricordi legati al giorno della sua morte, e nei giorni precedenti e seguenti. Niente. Non capisco, ho proprio un vuoto nella mia testa, tanto da non ricordane la mia reazione alla sua morte, o le sue ultime parole che mi ha dedicato.» Tutto ciò mi rattrista molto, perché vorrei ricordare ogni momento con lui.

«Mi dispiace molto per quello che sicuramente stai continuando a passare. Io non ho subito la morte di uno dei miei, ma posso provare a capire come tu ti sia sentita con queste brutte esperienze. Ora dobbiamo solo riflettere su come poter salvare te, perché non puoi avere la stessa triste fine. Non lo permetterò mai. Farò tutto ciò che è in mio potere per proteggerti, anche a costo di morire per te.» Mi si avvicina, accarezzando i miei capelli allungati sul letto.

«Tu non morirai a causa mia. Se questo vecchio tiene sotto mira la mia famiglia, vuol dire che ucciderà anche me, dopo quello che già è successo, e nessun altro.»
«Ed io non gli permetterò di far fuori anche te.» Ribatte lui, e d'istinto si avvicina di più per lasciarmi un bacio sulla guancia.

Io lo allontano con una spinta delle braccia, scoppiando a ridere. «E se va a finire che uccide a tutti e due, perché tu ora sei diventato parte della mia famiglia, la mia unica compagnia costante?»

«Quindi ora dici che sono l'unico membro della tua famiglia, insieme a te?» I suoi occhi mi fissano quasi lucidi e emozionati.
«Una cosa del genere, si.»
«Wow, questo non me lo aspettavo da te. Scusa, hai visto Jenna? Jenna Alisha Sophie Dempsey? Io non la trovo più da nessuna parte.» Fa finta di guardarsi attorno, ed io lo spingo di nuovo.

«E dai, sono qua, scemo.»
Eh? Chi sei tu? Che ne hai fatto della mia Jen?» Abbozza un sorriso, continuando la sua scenetta, ed io quindi faccio la permalosa, incrociando le braccia sul petto.

«Vaffanculo, sei cattivo.»
Lui mi bacia ripetutamente la guancia. «Io non sono cattivo. Sei tu che stai diventando dolce.»

«Uff, lo sapevo io che son meglio da stronza. Tanto moriremo entrambi, quindi tanto vale provare a cambiare.»

Esteban se la ride per i miei strani ragionamenti. «Jen, capisco che prima ti ho fatto fare un viaggio cucinario in Italia, ma non vuol dire che ora dobbiamo avere un finale quasi uguale a quello di Romeo e Giulietta. La vita è una montagna russa, ma anche le cose peggiori possono essere risolte.»
«Appunto, questa verrà risolta con la nostra morte, me lo sento.»

Ormai Esteban ci perde la speranza a battersi contro di me. Sto avendo troppe sensazioni, ultimamente, e non riesco neanche a credere che sono sensazioni fasulle. Se queste sensazioni si presentano, deve esserci un motivo, e non credo che sia quello di farmi immaginare storie che non esistono.

Cazzo, ora che ci penso... ho avuto due deja-vu senza capirne la base scatenante, o meglio di quale ricordo si tratta esattamente, e poi ho detto ad Esteban il fatto di non ricordare niente della morte di mio padre e dei giorni attorno a quel 5 marzo. Il deja-vu deve riguardare qualche evento dimenticato di quei giorni tremendi, sicuramente, altrimenti come mi spiego il fatto che sembra di rivivere una cosa che non so di aver fatto?

Dunque, io fin dalla tenera età, da quello che è successo a mio padre, sono sempre stata restia alle relazioni e le amicizie. Niente abbracci, ma soprattutto tocchi e baci. Massima lontananza dalle persone, e paura di chi si avvicinava. Zero fiducia per tutti.

Jonah ed Erika hanno provato a baciarmi, ed io ho provato solo disgusto, sia per i modi di fare di Jonah, un coglione di prima categoria, e sia per la violazione di potere di scegliere, lo scambio di saliva e intimità. Bleah, mi fa quasi senso essere stata obbligata in queste situazioni che mi hanno colpita. In più, è oggi che ho avuto il boom con i tocchi inappropriati, e il comportamento da pervertito che ha avuto, che mi hanno terrorizzata e fatta avere un deja-vu. Quindi il collegamento qual è? Qualcuno in quel periodo mi ha fatto qualcosa fisicamente? Questa domanda nella mia testa circola all'infinito, in attesta di una conferma o unna negazione. Se fosse davvero così, come ho fatto a dimenticare tutto? Mi drogavo già a cinque anni?

Aggiorno adesso, direttamente dall'aeroporto di Napoli, per comunicarvi che non so se riuscirò ad aggiornare fino a lunedì, in quanto mi troverò in Croazia. Ad ogni modo vi penserò comunque, Esteban e Jenna, così come Jun e Nina (Royal Hearts, altra mia storia) saranno anche loro nei miei pensieri❤️

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