38. Divertente

34 4 2
                                    

«Che vuoi?» Chiedo come prima cosa, nervosa. Si, voglio sapere più cose, sempre se ci sia qualcosa da scoprire, ma le sue chiamate mi innervosiscono sempre. È proprio il suo tono di voce ad intimorirmi un po', senza considerare quello che ha fatto a mio padre e mia madre.

«Beh, io sicuramente voglio sempre lo stesso. Forse c'è qualcosa che vorrei fare prima della tua fine, ma ho ancora tempo. Mi diverte essere l'unico adulto della tua famiglia ancora vivo, ed essere anche quello che ha fatto fuori i tuoi genitori e minaccia anche te. Sul serio, è una cosa proprio divertente.» Riesco ad immaginare un sorriso compiaciuto, fiero di se.

«Tanto per essere chiara, tu non sei affatto l'unico membro in vita della mia famiglia, perché sono tutti morti. Sono l'unica Dempsey ad essere ancora su questa Terra di merda.»

«Per cognome direi di si, ma di fatti c'è un mondo dietro di te. Dio, vedere tuo fratello che ti sta sempre appresso, che sembra che ti stalkera e che cerca di ottenerti è proprio un film comico. È un incosciente, ma ha proprio preso di me.»

«Ti stai inventando tutto. Io non ho nessun fratello. Sono sempre stata figlia unica.» Ribatto.
«Beh, allora credo che dobbiamo partire proprio dal principio. Quanto odio raccontare. Io volevo solo dirti quello che può riguardarti ora per rovinarti.» Parla tra se e se.

Che cosa diamine sta dicendo? Io sono figlia unica, e su questo ne sono più che certa. Non c'è nulla che io non sappia, e il rapporto che avevo con mia madre può confermarlo.

«Mi dispiace ripetertelo ancora, ma non potrai rovinarmi con delle parole che escono dalla bocca di una persona che neanche conosco. Le stronzate me le dicono chi conosco, figurati chi non conosco.»
«Mi dispiace ripetertelo ancora...» Mi scimmiotta. «Tu mi conosci bene, solo che per qualche motivo hai preferito dimenticarmi. Cos'è, hai avuto qualche trauma con me, che ti ha portato incoscientemente e fare così.»

«Io non ti conosco. La tua voce non l'ho mai sentita prima, e se vuoi davvero che ti riconosca, devi mostrarti dal vivo, e non parlare dietro un cellulare.»
«Mh, io credo di non poterlo fare adesso. Meglio se partiamo con le cose più tranquille. Il botto non si dà fin da subito.» Continua con il suo tono beffardo. Dio mio, si può strozzare una persona al cellulare?

Ancora non capisco cosa esattamente mi porta a continuare a parlare con un killer. Non è Jeffrey Dahmer.

«Sentiamo, da che vuoi cominciare allora?» Chiedo, ormai quasi senza pazienza, mettendo una mano sul fianco.
«Ripartiamo dall'inizio della storia...»
«Visto? È solo una storia, coglione.» Lo blocco subito, soddisfatta di averlo incastrato.

«Tu stai zitta, Jenny, che non è sicuramente una storia inventata, altrimenti non sarei qui a raccontarti la storia di come sei qui oggi.» Mi risponde lui, con voce dura.

«Certo, come no. Sono qui con lo spirito santo. Mi ha portata la cicogna. Ora si spiega tutto.» Borbotto, ma lo sconosciuto urla dal cellulare, facendomi zittire. Che rottura di palle che è questo.

«Ti ho già detto che l'unica donna che io abbia mai amato è tua madre.»
«Era.» Preciso, e lo immagino alzare gli occhi al cielo.
Continua ugualmente. «Ai tempi del liceo, dopo tanti anni di conoscenza e amicizia forte, ci siamo messi insieme e stavamo programmando già le cose da fare nel futuro, ed una di queste era fare figli.»
«Chissà come sarà stato brutto per mamma stare con te.»

«No, piccola. Tua madre mi amava, tanto, una persona a me cara, tuo padre, stava sempre con noi. Io e Josie stavamo provando ad avere un figlio, e la prima volta che rimase incinta, i genitori erano contrari. Josie, testarda come era, decise di fuggire di casa, e fece crescere il feto nel suo grembo fino alla nascita, con tutto il mio appoggio.»

«E quel bambino sarei io, ovviamente.» Lo blocco, ovvia. «Aspetta, quindi vuol dire che tu sei mio padre? Il mio vero padre?»

«Non ti ho detto di giungere subito alle tue conclusioni, c'è ancora tanto da dire.» Mi avverte.
«Si ma io non ho tutto il tempo del mondo, devo andare a lezione tra un paio di minuti. Sei mio padre o no? Oppure chi è quel bambino?» Chiedo con insistenza.

«Il bambino è mio figlio, come è anche tuo fratello, anche se non ne sei consapevole. Avete la stessa mamma, quindi non puoi dire che sto sparando cazzate. È tuo fratello.»

«Beh, non c'è nessuno che mi possa confermare questa versione, visto che hai ucciso i miei genitori, la bocca della verità, e non ho neanche la macchina della verità, quindi per me resta comunque un'incognita. Grazie lo stesso di questo, ciao.» Stacco la chiamata prima che lui potesse rispondermi, e mi guardo attorno. Non credo affatto a tutte queste cose su mia madre, su questo signore che io non conosco, e soprattutto sul fatto che ho un fratello nascosto. Però, nonostante la mia decisione nel non crederci, perché ho una parte di me che sembra fare l'esatto contrario? Tutto ciò è una stronzata pura.

Nonostante la totale confusione che ho in testa in questo momento, vado a prendere i libri che mi servono e mi dirigo in classe. La lezione passa senza che io riesca a concentrarmi seriamente sulle spiegazioni, quindi, delusa e affranta, poso tutto e me ne torno a casa.

«Jenna, aspetta.» La voce di Erika mi chiama in lontananza, e quindi mi fermo.
«Sei sparita dalla mensa. Che sei riuscita a farti dire dallo sconosciuto. Hai scoperto qualcosa?»
«Veramente non mi ha detto niente. Secondo me sta solo provando a mettermi tanta confusione in testa e farmi credere chissà cosa. Non credo che ci sia qualche vecchio segreto che io debba scoprire. Poi, parlando onestamente, è uno sconosciuto, e come posso provare a credere a quello che dice?»

«Beh, certe volte può anche essere come dici, ma in questo caso io credo che sia tutto vero. Considera che è proprio la persona che ha fatto quel che ha fatto ai tuoi genitori, quindi ad occhi chiusi ha un legame con la tua famiglia, e non avrebbe tanto sfizio a mentire.»

«Vabbeh, alla fine neanche mi ha detto nulla, quindi neanche ho qualcosa a cui credere.» Mento. Non parlerò a nessuno di questa cosa.

———
SPAZIO AUTRICE
Giuro che non mi ero dimenticata di voi, sono stata solo troppo incasinata da dover rimandare l'aggiornamento. So che è tardi e non so chi ci sia a leggere a quest'ora, ma ecco qui il nuovo capitolo.
Secondo voi lo sconosciuto è sincero? Quali sono le vostre teorie? Mi leggo🥹❤️

Amore tossicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora