Okay, mi sa che la mia lunga esperienza che mi tocca fare è cominciata proprio con il piede storto, fin dal principio: un ragazzo è stato nel mio stesso pullman da LAX a Malibu, per poi ritrovarmi poche ore dopo, al McDonald, mentre mangio; sto soffrendo il jet lag; non trovo la segreteria dell'università da nessuna parte; infine, ciliegina sulla torta, giusto per dare un tocco finale, un ragazzo mi finisce addosso, facendomi cadere a terra, per poi incolparmi anche di pedinarlo, e chi è il ragazzo in questione? Il ragazzo del pullman.
Cos'altro può andare storto ancora? Credo che questo possa essere già abbastanza.
«Comunque, non ho bisogno di una risposta, perché stavo soltanto scherzando. Dovevo trovare un modo per parlare con te... ma non aspetto neanche una risposta a questo, perché non voglio insulti. Dunque, è da un bel po' che ti ho vista qui dentro, letteralmente spaventata, quindi posso immaginare che questo sia il tuo primo giorno alla Pepperdine. Per essere il tuo primo giorno, ed essere in cerca di qualcosa che non si trova da nessuna parte, presumo allora che cerchi la segreteria. A meno che non cerchi la sala registrazione, e vuoi attirare l'attenzione di tutto l'istituto.» Quasi non si ferma neanche per respirare.
«Sono in cerca della segreteria, ma nel caso te lo stessi chiedendo, non ho affatto bisogno di aiuto, tantomeno il tuo. Quindi grazie, a mai più.» Mi allontano, e riprendo la mia interminabile ricerca della segreteria. Devo scappare, questo ragazzo mi mette troppa agitazione, ed è l'ultima cosa di cui ho bisogno.
Vago per altri cinque minuti ma nulla, e le gambe cominciano a farmi male. Non solo ho dovuto fare la passeggiata da casa all'università, ma persino ore di giro a vuoto nei corridoi dell'edificio. Ma cosa costa mettere dei cartelli che indicano le direzioni? Sono troppo costosi o all'antica?
«Dunque, da questo corridoio sulla destra si va nell'aula magna di psicologia generica, e la classe di sociologia...» Il ragazzo di prima mi prende sottobraccio, di punto in bianco, e mi conduce a fare il giro esplorativo. Resto in silenzio, anche se non ho bisogno di aiuto, tanto meno il suo. Magari questa giornata finirà presto così.
«...Di fronte ci sono gli altri bagni, la sala professori, e le aule di pedagogia e metodologia della ricerca psicologica. Poco fa hai passato le aule d'inglese, fondamenti neurobiologici e genetici, la direzione e l'infermeria, e in questo corridoio in diagonale ci saranno le aule di psicologia dinamica, filosofia e scienze umane, e dopo tutti i laboratori che hai trovato finora, in questo corridoio c'è l'ultimo, quello di informatica basilare. Sicuramente ora ti stai chiedendo dove si trova la segreteria, visto che è l'unica stanza che non ho elencato... è un'aula isolata, l'unica che si trova al piano di sotto, dove c'è anche la palestra. Non so perché l'hanno messa lì, forse per non subire le lamentele di ogni minuto o il caos nei corridoi. O forse voleva semplicemente nascondersi. Dunque, alla fine del corridoio in diagonale troveremo le scale e l'ascensore, ma purtroppo l'ascensore non è abilitato per andare verso giu, quindi non so che cosa l'abbiano messo a fare, forse giusto per bellimento. Funziona solo qualche volta per andare sull'enorme terrazzo al piano di sopra.»
Praticamente si è nascosta? Mossa astuta. Vuol dire che preferiscono i giri panoramici e i ritardi per trovare qualcosa.
Scendiamo al piano di sotto e finalmente la famosa porta è proprio di fronte a me, in prima linea.
«Okay, eccoci qui dopo questo mega tour. Penso di meritarmi un bel ringraziamento.» Dichiara in modo altezzoso, e tutto ciò che ci guadagna è una bellissima occhiataccia truce da parte mia.
«Io veramente non ti ho chiesto nulla, hai fatto tutto tu.» Detto ciò, per la seconda volta lascio questo ragazzo in asso, e me la svigno velocemente, bussando ed entrando in segreteria.
«Buongiorno. Signorina Johanson?»
«No, sono Dempsey.» Preciso, stranita. Chi sarebbe ora questa tizia?«Ah okay, mi perdoni. Pensavo fossi l'altra ragazza nuova. Sai, è ottobre, ma non sei l'unica che comincia adesso... ah, eccola qui. Benvenute alla Pepperdine.»
La porta viene aperta e richiusa subito dopo, e una ragazza fa il suo ingresso. Bassina, capelli castano scuro, occhi del medesimo colore, magra. Sembra Erika di "Barbie, la principessa e la povera". Vabbeh, poco mi interessa. Sono qui per studiare, non per farmi amiche.
«Dunque, vi spiego ciò che devo una volta sola ad entrambe, tanto è la stessa cosa, visto che frequenterete i vari corsi insieme. Questi sono i vostri orari, e dietro ci sono i libri da comprare, e quelli che potete comprare in eBook, sulla nostra app. Ci sono anche le credenziali personali per accedere all'app o al sito, dove potete trovare le lezioni registrate, quindi se qualche giorno non vi presentate a lezione, potete recuperare attraverso le registrazioni. I laboratori, invece, hanno obbligo di frequenza, per i crediti e l'apprendimento attraverso la pratica.» Ci consegna un altro foglio. «Su questo foglio c'è l'orario delle vostre lezioni, suddivise tra la mattina e il pomeriggio e un po' di stacco dall'una e l'altra. Infine, sul retro trovate la mappa da seguire per trovare le aule di ogni corso. Tutto chiaro?» Finisce il suo papiro.
«Assolutamente si.» Esulta la ragazza, ed io mi limito ad annuire, infastidita dalla sua esaltazione.
Usciamo dalla stanza ed io mi allontano, decisa a focalizzare un po' l'aula dove dovrò essere domani alle 9.
A quanto pare, però, la ragazza non ha capito la mia voglia di stare da sola, infatti subito mi rincorre e mi ferma da una spalla.
«Hey, ti va se andiamo insieme a vedere le varie aule? Non mi va di girondolare da sola in un enorme edificio, dove ci sono una marea di persone che non conosco. Già prima è stato un trauma per me, perché un sacco di persone mi fissavano.»
«Scusami, ma vado un po' di fretta.» Mento. «E poi non ti conosco neanche.»«Ah, giusto, scusa. Io sono Erika.»
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Amore tossico
RomanceIl bisogno di avere una persona da amare, che sia un nerd o un bad boy; un migliore amico sul quale poter contare sempre, poter raccontare ogni cosa, e vivere tante folli avventure insieme; diventare qualcuno nella vita, sentirsi realizzata, avere u...