88. Schifo

15 2 0
                                    

Se la mia vita fosse un film, credo che avessi ordinato all'autrice della mia storia di cambiare le dinamiche e farmi vivere una vita felice, spensierata, proprio come i film, dove i protagonisti hanno sempre delle vite perfette.

Peccato che la mia vita non è un film, e non posso ordinare a nessuno di cambiare le cose che mi succedono. Vedere la mia casa in fiamme, per quanto mi mettesse malinconia e paura stare lì dentro, mi ha asfaltata. È come se una parte di me, una grossa parte, fosse stata bruciata insieme alla casa, e niente può farmela recuperare. Esteban ha provato a salvarmi, scappando via da quel terrore, ma non credo che sia possibile. Siamo in aeroporto, con il nostro volo che ci chiama, ed io riesco solo a pensare di aver definitivamente perso la mia famiglia per sempre, comprese le loro anime.

Durante il viaggio, all'arrivo e al ritorno a Malibu, la mia espressione, nonostante i tanti tentativi di ripresa, è rimasta impassibile, spenta, e a dir la verità non mi interessa. Ho perso tutto, quindi mi chiedo solo quando perderò anche me stessa.

Arrivata in casa mia, vado direttamente a buttarmi sul letto, sperando di abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, considerando che in aereo non ho chiuso occhio. Credo che Esteban si sia disteso accanto a me per farmi compagnia, e riesco a sentire la sua tristezza per me.

Non dormo. Ho gli occhi chiusi, ma la mente mi porta a pensare solo alla casa in fiamme, ai miei genitori persi, e ai segreti venuti a galla troppo tardi. Tutto ciò è un incubo.

Mi volto verso di Esteban con le lacrime agli occhi, e lo abbraccio, sperando di non svegliarlo. Peccato, o meglio per me, che lui è ancora sveglio, infatti mi stringe più forte a lui. Lo sento mentre mi accarezza la cute, passando le sue mani nei miei capelli, e mi lascia qualche bacio qua e là per farmi tranquillizzare, e un po' ci riesce.

«Ti va di mangiare qualcosa?» Mi chiede, con un tono incredibilmente delicato.
Annuisco lentamente, anche se non ho la minima voglia di alzarmi dal letto. Non ho le forze per farlo, e mi manca anche la voglia.

Capendolo, Esteban si allza dal letto e prende me a mo' di sposa, facendomi abbozzare un piccolo sorriso. Mi libera solo appena arriviamo in cucina, e comincia a prendere ingredienti e utensili vari, cominciando a preparare qualcosa. Mi stupisce qualche minuto dopo mettendo sulle mie gambe un piatto contenente una crepe con la nutella al pistacchio e lo zucchero a velo, e poi si siede accanto a me sul divano.

Mangiamo dicendo qualche parola di tanto in tanto, giusto per smorzare il silenzio, e poi mi appoggio alla sua spalla guardando il vuoto. «Mi mancano. Mi sto perdendo nel mondo, ma forse tu mi stai salvando dalle tenebre.»

«È ancora tanto dura, lo so, ma questo non vuol dire che non sei abbastanza forte per vincere la tempesta.» Mi lascia un bacio sulla fronte ed io abbozzo un piccolo sorriso.

«Non lo so, mi sento comunque un nulla senza la mia famiglia. Ho perso ogni cosa che li tenesse in vita.»
«Questo non vuol dire che non li rivedrai più. Loro sono sempre vicini a te.» Resto zitta. Io li voglio letteralmente vicino a me, anche se mi hanno nascosto delle cose tremende. Vorrei almeno avere una spiegazione.

------
Mi risveglio sul divano, con la testa sulle gambe di Esteban e anche lui che dorme beatamente. Ci siamo addormentati così, subito dopo aver mangiato un po'.

Mi alzo silenziosamente e molto cautamente, sperando di non svegliarlo, e recupero il mio cellulare sul tavolo, trovandomi un nuovo messaggio da leggere e una chiamata persa da Erika. Mi sposto nel salone e avvio la chiamata con Erika, la quale mi risponde dopo due squilli.

«Stavi in aereo, o state ancora a Brighton?»
«Che ore sono?» Allontano il cellulare dall'orecchio pper vedere l'orario, e mi rendo conto che è già tardo pomeriggio, esattamente le 5:35. «A dir la verità, siamo a Malibu da circa tre ore.»

«Ah, non sapevo che tornavate così presto. Tutto okay?»
«Non direi, ma non ha importanza, tranquilla. Dici che sono permesse le visite, se stasera veniamo a trovarti?»
«Non credo, di solito dopo cena non permettono di vedere più nessuno, quindi credo che sia meglio se venite domani mattina.»
«Va bene, allora veniamo domani, consideranto che tuo cugino sta ancora dormendo.»

Stacco la chiamata dopo aver udito qualche risata e un saluto, e apro il messaggio non letto. È da parte dello sconosciuto.

*Scappare a gambe levate non è mai la soluzione, ma forse può essere stata una mossa giusta per voi. Dunque, dopo i segreti confermati, credo di doverti mostrare altro, il boom di tutto: me. Puoi finalmente vedere come sono cambiato, potranno venirti a mente tanti dettagli che al momento ti mancano, e soprattutto, potrai avere finalmente le motivazioni che cerchi. Poi succederà quel che deve succedere. Allora, io ti aspetto al Pier di Malibu, un posto tranquillo per poter finalmente parlare a voce. Ti aspetto, mia piccola Jenny. Ah, ti porterò un paio di sorprese, molto probabilmente. A domani, 11:25 AM.*

Il messaggio mi lascia un po' perplessa, ma soprattutto spaventata. Ora vuole seriamente farsi vedere dal vivo, dopo mesi che mi molesta telefonicamente? Io non so quanto sia sano di mente questo tizio, e soprattutto non credo neanche che sia normale tutta questa storia, ma forse un aspetto che ci accomuna, da padre e figlia, è questa: neanche io sono tanto sana di mente. Credo che questo incontro faccia a faccia debba avvenire sul serio. Potrò avere ma mia vittoria finale in questa battaglia.

Esco fuori di casa per fumare, anche se vorrei sul serio fumarmi qualcosa di più pesante di una semplice canna, ed Esteban mi raggiuge, guardandomi un po' male. «So che dovrei rimproverarti, che queste cose non devi farle perché finiscono solo per danneggiarti il corpo, ma stavolta me ne sto zitto. Ci sto attribuendo un motivo per cui lo fai.»
«Considerando che ho sempre pensato di mettere fine alla mia futile vita, questa cosa mi fa solo un baffo.» Ridacchio. Anche se me la fumo tutta, questa cosa ormai non ha più il minimo effetto su di me.

«Domani ci liberiamo un po' di questo schifo di vita.»
Lui ridacchia. «Cosa intendi, esattamente?»
«Ho un paio di cose da poter fare, riferendomi a domani mattina.»

«Beh, se sono cose belle e sobrie, perché no?»
«Come prima cosa, dobbiamo andare a trovare Erika, perché vorrei salutarla. Come hai detto tu, potrebbe essere l'ultima volta che potrei vederla. Poi, ho pensato di andare ai Pier di Malibu. Deve essere carino stare sopra all'acqua.» Propongo. Lui può sapere di Zach, considerando che già sa tutto, quindi gli mostro il suo messaggio.

«Sarà la nostra occasione per porre fine alla sua malvagità.»

Amore tossicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora