47. Minaccia

18 5 0
                                    

«Non ho tempo per le tue scemenze, quindi ciao.» Rispondo subito. Non ho le forze di stare dai miei amici, figuriamoci se ho la voglia di mettermi a parlare con uno sconosciuto.

«Vediamo, se ti ho chiamato, significa che sei obbligata a dedicarmi tempo, altrimenti non mi prendevo neanche il disturbo di trovare il tuo nome. Quindi, lasciami dire una cosa: non ti conviene affatto mollarmi così, su due piedi. Se ti chiamo c'è un motivo, e se rispondi e vuoi staccare, oppure eviti le chiamate, non ti aspettano belle cose. Io sono sempre nei paraggi, e soprattutto sempre pronto ad attaccare. Un piccolo passo falso ed è la fine. Finora ho lasciato correre, ma sono particolarmente stufo.»

«Sentiamo, allora.» Lo sfido, cercando di nascondere i pensieri per le sue minacce. «Quale sarebbe il famoso motivo che ti spinge a rompermi le palle così tanto?»

Forse, considerando le sue continue minacce, e la sua capacità nel fare quel che dice, dovrei un po' placare il mio modo di rispondere, ma non ci riesco. Lui mi ha presa di mira senza ragione, mi sta assillando continuamente, e non può impedirmi di vivere una vita un po' più tranquilla.

«Dovresti saperlo, ormai. Sai, ti sto dicendo un sacco di cose finora, e mi sorprende che tu sia ancora così scettica e intonta. Dove sta il tuo cervello, piccola?»
«Beh, più che altro direi dove sta il tuo, di cervello, visto che avrai una cinquantina d'anni, fai lo stalker e non hai neanche il coraggio di parlare con una persona faccia a faccia.» Ribatto. Questo vecchio mi da sempre di più sui nervi.

«Come già puoi vedere con quello che ho fatto, parlare faccia a faccia con me equivale a fine immediata, e se prima vuoi sapere quello che non sai su di te, allora ti conviene accettare questa situazione.»

«Io intanto la storia della mia vita la so, quindi non ho bisogno di rinfreschi o bugie. In tutto ciò, adesso non ho voglia di parlare. Se vuoi, mi chiami più in là.»
«Non azzardarti a staccare. Te l'ho detto, io sono nei paraggi, quindi non ci metto niente a mandarti all'inferno.»

«Okay, bravo. Ciao.» Stacco la chiamata, annoiata e infastidita. Ma chi crederebbe mai ad uno sconosciuto simile? Io già ho fatto l'errore di cominciare a risponderlo, quindi non farò nient'altro.

Continuo il mio tragitto verso casa, e come già pensavo, non c'è nulla che possa darmi il sospetto che qualche pazzo squilibrato possa cogliermi alla sprovvista e rapirmi. Il cielo è ormai buio, le macchine ci sono, ma neanche tante, considerando che molti devono ancora staccare da lavoro, e in giro, oltre a me, ci sono anche un po' persone che passeggiano o fanno jogging. Tutto tranquillo.

A suon di musica, arrivo a casa, e apro la porta. La mia attenzione, però, viene catturata dal mio giardino che, proprio nel momento in cui sto per entrare dentro casa, comincia ad andare a fuoco. Dalla finestra al fianco del giardinetto, invece, si sente un piccolo botto, come se qualcosa fosse appena caduta a terra. Okay, cosa sta succedendo? Cos'è questa messa in scena?

Entro in casa per prendere l'unico estintore disponibile, non avendo una pompa d'acqua, ma nello stesso momento in cui cerco di spegnere il fuoco in giardino, la finestra al suo fianco scoppia, riducendosi in frantumi, mentre la dall'interno si innalza una vampa di fumo e fiamme. La mia piccola libreria.

Rientro in casa e tento di spegnere anche il fuoco appiccato dalla libreria e dalla mia unica piccola vetrina di dvd. Qualcosa non quadra. Questa cosa non è casuale. Deve per forza esserci la mano di qualcuno sotto.

Proprio mentre mi ritrovo a pulire il disastro avvenuto dentro casa, con i frantumi di vetro e le rocchie di bruciato sul pavimento e i resti, ecco che lo squillo del mio cellulare si fa vivo. Lo sconosciuto.

«Questo è niente in confronto a quello che potrei davvero fare, se continuerai ad ignorarmi. Pretendo di essere ascoltato.» Minaccia ancora lo sconosciuto.

«Dimmi chi sei, allora. Perché mai dovrei prendere ordini da uno sconosciuto?»
«Non posso dirti solo chi sono. Sei obbligata a sentire da capo a piedi la storia, per avere la tua risposta, e le risposte a tutte le tue domande generiche.»

Esco di casa. Adesso tocca a me. «Perfetto, allora continua. Fai un riassunto veloce e dammi le risposte.» La mia camminata è piuttosto veloce. Casa mia non è sicura, io non sono protetta e non posso mettere in pericolo anche le persone che conosco. Ora è rimasta solo una cosa da fare.

«Riassunti non posso farne. Devi sapere tutto dall'inizio alla fine cosa è successo, altrimenti non ci capirai niente. Adesso dove vai?»
«E tu dove sei?» Rispondo sulla botta. Non gli darò mai la mia risposta.

«Penso proprio che dovresti rispondermi per prima, se non vuoi che la tua casetta salti in aria.»
«Ed io penso che non ti interessa dove io stia andando. Sai, il mondo non gira attorno a te, e nonostante quello che mi stai facendo, ho le mie commissioni da fare.» Cerco di mascherare. Non posso di certo dirgli di star andando in centrale a denunciarlo.

«Piccola Jenny, sai che la tua furbizia l'hai ereditata proprio da me? Sei astuta, ma non potrai mai superare il maestro.»
«Io non ho ereditato un bel niente da te. Non so chi sei, e tanto meno sei mio padre o mio nonno, quindi non abbiamo neanche un legame di sangue.»

«Questo lo pensi tu. Adesso mi stai dichiarando guerra aperta.» Prima ancora che io possa rispondere, una persona in bicicletta mi travolge alle spalle, facendomi cadere e passandomi sopra. Sento le mie ossa fare rumori assurdi dentro di me.

La stessa persona, che non riesco ad individuare, fa dietro front, mi passa di nuovo sopra, causandomi un dolore assurdo e altre fratture, e se ne va.

Io resto a terra, ferma, in silenzio. Non riesco a muovere un dito, non riesco ad urlare perché il dolore è troppo forte, e non ho neanche la più pallida idea di cosa possa essere successo. Una cosa è certa: io vedo solo lo zampino dello stalker sconosciuto.

«Signorina, che è successo? Aspetta, ora chiamo un'ambulanza.»

______
SPAZIO AUTRICE
Questo capitolo sarebbe dovuto uscire ieri, ma è stata una pessima giornata e me ne sono completamente dimenticata, scusatemi🥲

Amore tossicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora