52. Zampino

22 3 0
                                    

Telefonata terminata, operazione andata a buon fine, quinta notte alle porte qui in ospedale. Lo ammetto, questi giorni posso descriverli in due modi completamente opposti: sono passati davvero lentamente, considerando il mio forte odio per gli ospedali, per la mancanza della vicinanza di mia madre, e la mancanza della mia gattina, che spero solo che stia bene, grazie alla supervisione di Erika, ma posso anche dire che sono passati in fretta, per tutte le cose che sono accadute. Niente di particolare, ma sono sempre cose insolite.

Non mi è ancora stata comunicata la data delle mie dimissioni, ma mi hanno detto che mi sto riprendendo in fretta, quindi ho buone speranza. Prima finisce questo incubo, meglio è per me e per tutti.

«ES, tu sei stanco?» Gli chiedo. Non so a cosa io stia pensando. So solo che questa serata buia mi sembra particolarmente inquietante. Non saprei dire perché, però. Forse sta influendo la luna rossa di stasera, la cosiddetta luna di sangue.

«Sinceramente si. Ormai è una settimana che non dormo per più di due ore a notte, ed io di solito non dormo meno di 15 ore. Mi sento proprio un pezzente, adesso.»

«Cavolo, ES, perché vuoi restare qui con me? Non ho necessariamente bisogno di una compagnia. Posso cavarmela bene anche da sola, e soprattutto non posso permettermi di privarti del tuo sonno. Ascoltami, per favore, e torna a casa. Verrai di nuovo domani mattina, insieme a tua cugina e a sua madre, ed io sarò sempre qui. Non ho opportunità di scappare, con tutto il gesso che avvolge il mio corpo, e andrà comunque tutto bene. Ci sono tanti dottori che sorvegliano i vari reparti.»

Okay, l'ultima frase potevo risparmiarmela. Non ci credo minimamente neanche io, e la prima cosa che me lo fa pensare è il ricordo di quella tragica sera, l'ultima di mia madre. I dottori, secondo me, stavano giocando a jenga in quel momento.

«Non posso lasciarti da sola qui. Se sono rimasto con te, senza neanche che tu me lo chiedessi, è perché ho voluto farlo e voglio continuare a farti compagnia. Non so neanche cosa farmene, se tornassi a casa, sapendo che tu sei ancora qui.» Ammette. La sua voce trasmette solo verità e onestà. Non so come sia possibile questa cosa, ma lui ci tiene davvero a me. Forse è solo accattivato dagli episodi thriller che mi stanno capitando a causa dell'anonimo.

«Non voglio, però, che finisci per sentirti male a causa mia. Hai comunque bisogno di dormire. Almeno, cambia un po' aria, esci da questo posto e torna fra un'oretta. Almeno questo può contribuire a rilassare i tuoi muscoli.» Cerco di spronarlo. A dir la verità, non so se posso dire di starlo facendo ragionare, e onestamente non voglio neanche restare da sola, perché ho paura. In questo momento, però sto pensando di più a lui e al fatto che non voglio farlo sentire male a causa mia. Io anche voglio il bene per lui.

«Sai cosa ti dico?» Mi risponde, dopo aver pensato un po' alla mia risposta. «Esco a mangiare qualcosa, visto che un po' di fame, ma ti avverto: non fare niente di stupido, perché non voglio tornare qui e non trovarti nel tuo letto.»

«Beh, non ho neanche modo di scappare. Come posso farlo, se sono ricoperta di gesso e immobilizzata ancora dalle flebo?» Ridacchio, e tutto ciò che dico è la verità. il gesso mi copre tutto il corpo, e ho ancora una flebo attaccata, siccome poco fa ho cenato e, per integrare la carne, ho dovuto ricorrere ad integrarla in via venosa. Non ho modi di scappare, quindi su questo, Esteban può stare tranquillo.

«E va bene, Jen. Mi fido di te, ma torno subito. Non voglio lasciarti da sola.» Se ne va senza aspettare una mia risposta, e lascia il mio cellulare sul mio petto. Non so cosa farò, ora che sono sola, ma considerando che sono le 11 inoltrate, credo di chiudere gli occhi e provare a cadere nel sonno. Come Esteban, anche io, nell'ultimo periodo non sto dormendo molto, ed anch'io ne ho bisogno, quindi magari, considerando che ora sono sola, può essere la mia volta buona.

Proprio quando sembra che Morfeo mi stia per accogliere tra le sue braccia, la suoneria del mio cellulare mi fa spalancare di colpo gli occhi, a causa dello spavento. Un tempismo proprio sbagliato. Se adesso è Esteban che mi sta già chiamando per vedere come sto, lo bandisco dalle persone che possono venire a trovarmi. Questa cosa è illegale, ed ho quasi preso un infarto.

Intanto, non riuscendo neanche a vedere chi è che mi sta chiamando, accetto la chiamata ma non dico niente. Sto ancora nel mondo dei sogni.

Vedendo che neanche dall'altro capo del telefono viene pronunciata una parola, cerco di risvegliarmi dal mio momento di trance, e finalmente riesco a parlare. «Pronto?»

«Ma ciao, piccola Jenny, ti ho disturbata?»

«Mi sentivo che c'era il tuo zampino dietro a questa telefonata. Cosa vuoi adesso? Sono quasi le 11:30, ed io ho sonno.»

«Beh, a me non interessa cosa vuoi tu, e non mi interessa neanche che è tardi. Io sono uno spirito notturno, ed è più probabile che mi rifaccia vivo a quest'ora. Ti sono mancato, oggi?»

«Neanche un po'. Quando non esisti, per me e per tutti è un momento di pace, quindi puoi anche tornare dagli inferi, da dove vieni.»

«Mh, mia cara Jenny... in questo modo mi stai ferendo, ma devo ribadirti che con me non ti conviene affatto comportarti in questo modo. Sai molto bene di cosa io posso essere capace, e fidati che non mi tiro mai indietro. Se non vuoi che succeda altro, allora, ti conviene comportarti bene con me. Sai, ho appena visto il tuo ragazzino uscire dall'ospedale. Ora lo sto seguendo e ho visto che è entrato in una pizzeria. Se non vuoi che gli faccia qualcosa, devi dirmelo e ripeto, dei fare la brava con me. Oppure no, aspetta, ho qualche altra piccola idea... un uccellino mi ha detto che una persona molto importante per te nel passato è tornata a chiamarti, e credo proprio che il tuo bene per lei sia rimasto invariato. Dunque, so che è qui in città, e la mia fortuna vuole che conosco questa persona meglio delle mie stesse tasche, quindi so anche dove si trova, cosa sta facendo, e quanti giorni, quante ore e quanti minuti ha vissuto finora. Non sarebbe male farle restare questi numeri fermi per sempre. Quelle che ho in mente sono davvero delle belle idee, devo ammetterlo.»

«Tu non farai niente di tutto ciò, bastardo, perché loro non hanno fatto niente di male e non meritano la fine. Azzardati a toccarli anche solo con un dito e giuro che mi tolgo tutta questa copertura che ho sul corpo e vengo a cercarti in ogni angolo della città munita di una squadra di carri armati.» Lo minaccio. Lui lo fa con me, quindi perché io non posso averne il diritto? Anche se fossero solo parole, almeno provo ad alzare il muro della difesa.

«E allora cosa vuoi, devo fare qualcosa a te? Non so quanto mi conviene, perché prima devi sapere cosa ti è stato nascosto in tutta la tua vita. Alcune cose, poi, dovrai anche scoprirle da sola, perché, per quanto io ne vada fiero, non posso parlarne al telefono, quindi passerà anche molto tempo.»

Cosa dovrei scoprire da sola? Non sarà neanche possibile farlo, perché i miei genitori non ci sono più, quindi non posso neanche avere le conferme alle mie ipotesi. «Se proprio vuoi continuare a portare avanti la tua missione, lascia in pace Esteban e zia Maya, e continua a raccontare la mia storia.»

«Ottima mossa, pasticcino.»

_______
SPAZIO AUTRICE
Ultimamente l'orario non va d'accordo con me... quindi ecco che l'aggiornamento arriva alle 9:20 di sera🙈❤️

Allora, la situazione si fa sempre più tesa e confusa con lo sconosciuto. Secondo voi perché sta tenendo Jenna sulle spine? Cosa mai avrà da dire? Commentate e lasciate una stella, se volete❤️

Amore tossicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora