86. Ti amo Jo

15 3 2
                                    

Resto ammaliata a fissare il sorriso ipnotico del bambino, che ha veramente troppo di simile con quello di mia madre, anche se sembra anche di aver fisto in qualcun altro, il che è strano, perché, prendendo in considerazione i miei nonni, non li ho mai conosciuti, quindi non posso ricordarmi i loro sorrisi. Cavolo, e quegli occhi? Sembrano occhi che conosco molto bene...

Ovvio, alla fine tante persone hanno gli occhi blu, e fino a prova contraria anche tu li hai blu. La mia coscienza prende in giro il mio stupore, ma questa cosa mi terrorizza ancora di più.

«Cavolo, ma avete gli stessi lineamenti del viso.» Mi fa notare Esteban, ed io sono quasi tentata di dirgli di stare zitto, ma mi trattengo.

«È mio cugino, credo che sia abbastanza normale essere simili.» Potrebbe anche essere fattibile come cosa, ma non è quel che io sto pensando. Insomma, non torna il sorriso. Che legame di sangue potrebbe avere mia madre con il bambino, se è l'uomo ad essere il fratello di mio padre, e Maya è la persona che l'ha portato in grembo?

«Dobbiamo andare più nel profondo. Ho capito che le foto non mi aiutano a capire nulla, se non ad ipotizzare. Dove possono essere stati nascosti vecchi certificati, foto segrete, o che ne so, qualcosa che possa essere dgno di dover essere nascosto?» Mi alzo dal divano del salone, cominciando a rovistare in diversi cassetti della stanza. Niente, qui nel salone non c'è anima viva di carte e verbali.

«Tua madre avera qualche posto nascosto in camera sua, o un ripostiglio?» Penso alla domanda che mi ha posto Esteban, e una lampadina si accende nella mia testa.

«Minchia, ES, sei un genio. Vieni con me.» Lo porto nella camera di mia madre, cercando di non perdermi nei ricordi demprimenti, e spalanco le ante del grande armadio. Il primo posto che mi salta in mente da rovistare è a terra. «Quando ero piccola, mi divertivo a nascondermi qui dentro, e se non è cambiato qualcosa, dovrebbe esserci una scatola qui sotto.»

Proprio come detto, trovo la grande scatola rosa in fondo all'armadio, sotto a tanti vestiti buttati a caso, quindi la prendo e la trascino fuori, così da poterla vedere tranquillamente.

La capovolgo letteralmente, e dall'interno la prima cosa che mi salta all'occhio è... «Cosa ci fa tua madre con una pistola in casa, incustodita?» Mi chiede Esteban, prima ancora che io possa realizzare di cosa si tratta.

«Sono sorpresa quanto te, ES. Sto pensanso a se mai mi fosse venuta l'idea di aprire questa scatola quando mi nascondevo in questo armadio... avrei potuto combinare grossi guai.»

Evito qualsiasi altro pensiero inerente alla pistola, mettendola al lato, e rovisto tra le tante carte e buste che sono sparze a terra. Sembrano tutte delle lettere d'amore. Ne apro un paio, ed entrambe sono state scritte da Erik, mio padre. Cosa potrei mai trovare qui dentro di compromettente? Anche questo si rivelerà un buco nell'acqua, sicuramente.

Ne apro altre, ma tutte sono state scritte da mio padre. Ovvio, chi altro sennò?

«Jenna, dammene qualcuna un secondo...» Gliene do due che ho appena visto, confusa per la sua vena investigativa. Ho già visto io, cosa c'è da vedere?

«Guarda qui. Riesci a captare bene la scrittura di queste lettere?»
Confusa, cerco di dare un'occhiata più attenta, ma la confusione resta. «Si, che ci vedi di strano?»
«Jen, si può capire anche solo dalla firma della lettera. È diversa, ci sono due tipi di firme: una leggibile e ordinata, e una completamente scarabocchiata.»
«Potrebbe significare che a volte era attento a fare bella figura, e altre in cui era troppo stanco anche per scrivere il suo nome.» Giustifico mio padre. Credo sia normale che le persone non hanno sempre la stessa scrittura ordinata.

«Io non direi proprio, perché, se così fosse, dovrebbero avere almeno una cosa in comune le due scritture, invece non hanno niente di simile. Sono completamente diverse. Io dico che qui erano due persone diverse a scrivere.» Esteban è fermamente convinto della sua ipotesi. 

«E chi sarebbe la seconda persona, in questo caso? Tutto ciò è assurdo, chi mai poteva fingersi mio padre, scrivendo delle lettere?»
«Io credo proprio Zach. Pensaci, Erik e Zach, secondo tante teorie, sono fratelli, e Zach ti disse che conosceva tua madre da più tempo, e soprattutto che la amava. Forse ha finto di chiamarsi Erik con tua madre, poi ha conosciuto il fratello, e anche il vero Erik le scriveva delle lettere. Forse, se controlliamo meglio, troviamo qualche lettera con il vero nome del falso Erik, e lì potremmo capirci qualcosa.»

«Ne ho aperte già tante, e sono tutte con lo stesso mittente.» Rispondo. Esteban mi ha lasciata quasi senza parole: ha ricostruito una possibile storia in un modo così semplice. Come fa a pensare a certe cose?

Esteban, comunque, insiste per continuare a controllare, ma niente. Nessun Zach nominato.

Dopo le infinite lettere, tolgo tutto da mezzo, delusa, e ripongo la scatola al suo posto, ma nel momento in cui sto per uscire fuori dall'armadio, scorgo un grande raccoglitore all'angolo. Incuriosita, lo prendo, e controllo velocemente l'interno. Sbaglio, o i miei occhi stanno vedendo un sacco di documenti e certificati di cui no ne capisco la provenienza?

Lo mostro anche ad Esteban, e cominciamo ad osservare dall'inizio. La prima cartellina contiene il suo certificato di nascita, mentre dietro quello della sua famiglia storica. Fin qui tutto è normale.

Successivamente, il mio sguardo cade su un foglietto di diario staccato e inserito nella cartellina, e quello che c'è scritto mi ghiaccia il sangue.

Vuoi essere il mio fidanzato, Zach?
SI    NO
Ti amo Jo.

Questo è solo il primo di una lunga serie di dichiarazioni amorose, perché nelle copertine successive ce ne sono tante altre, tra cui anche le lettere d'amore firmate con il nome "Zach". Questa scoperta confermata mi lascia senza parole. Quindi è davvero come ha detto Zach: lui e mia madre si amavano.

Proseguo con la lettura delle lettere, e resto doppiamente scioccata quando leggo quella dedicata alla gravidanza di mia madre. 

*Sono senza parole, mia piccola Josette. Ti dirò che sono spaventato, per via di quello che potrebbe accadere, ma la verità è che sono al settimo cielo. Non mi interessa di mio fratello, o di mia madre. Al momento nella mia testa ci sei solo tu, la tua pancia che cresce, il tuo corpo che cambia, ma soprattutto il mio primo bambino che porti in grembo. Sai, pensavo che una femminuccia mi avrebbe reso orgoglioso, ma il maschietto lo sta facendo molto di più delle mie aspettative. Non vedo l'ora di vederlo fare le cose che io amo fare, e soprattutto, non vedo l'ora di poterlo chiamare quasi come te. Ti amo, Jo. Manda anche un bacio al mio piccolo Jo.*

Tra un impegno e un altro, ieri ho totalmente rimosso dalla testa l'aggiornamento, quindi anche se è presto, ecco che lo pubblico.

Readers, la situazione si fa tosta come potete vedere, e la storia sta per giungere al termine. Avete teorie da sganciare?

Ad ogni modo, qualsiasi dubbio e varie, sono attiva su instagram (mariacarmelachianca) e tiktok (mariacarmela01), quindi vi prego di seguirmi lì per restare aggiornati sul prossimi aggiornamenti, e per magari inondarmi anche di messaggi che mi ricordano di pubblicare il nuovo capitolo AHAHAH

Vi voglio un bene immenso. Anche se mi sento ignorata e inutile, in quanto nessuno commenta ciò che scrivo, non importa. Qualcuno dovrà pur sempre esserci a supportare questa storia, e le mie altre... giusto?

Aiuto, sto delirando. Bando alle ciance e vi lascio stare<3

Love u, Mary<3

Amore tossicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora