Il pomeriggio stesso, dopo un po' di ripetizioni con Esteban, Jonah torna a casa senza nessun avviso. Cazzo, lo sapevo che dire che oggi andava bene mi avrebbe portato sfortuna. La prossima volta devo starmi zitta.
«Non sei il benvenuto, Jonah. Puoi andare via.» Dico direttamente, cercando di chiudere la porta. Dovrò far mettere lo spioncino, così che quando arriva qualcuno, prima di aprire, controllo chi è e se mi conviene aprire o no.
«Nono, non te la cavi così facilmente. Un uccellino mi ha detto che ultimamente stai sempre con il mio migliore amico, e persino che mi hai sostituito nome professore privato di recupero, quindi mi sorge una domanda: ti sta cominciando ad interessare Esteban, e vuoi portartelo a letto? Cos'ha di speciale lui, in confronto a me? Io sono il re, il boss, e ho un pene da far invidia a Rocco Siffredi, quindi perché non mi assaggi? Potrei darti tutti gli orgasmi che vuoi, quelli che mai nessuno potrà darti.»
«Punto uno: a me non interessa nessuno. Già è strano il fatto che Esteban e Erika siano miei amici, perché non sono neanche il tipo da compagnia, quindi come potrei mai desiderare di avere più di un'amicizia con qualcuno, che sia un amico di letto o un fidanzato? Sei completamente fuori strada e non mi conosci affatto. Punto due: non mi scopo chiunque, il primo che capita, o quello che voglio bene. Se mai arriverà il momento giusto, e amerò qualcuno, sarà quel che sarà, ma io non sono la persona che credi che sia, quindi come sei venuto fin qui a chiedere mille volte una scopata con me, puoi allo stesso modo tornartene a casa. Infine, punto tre: anche se mi interessasse qualcuno, io non sono tua sorella, la tua ragazza o tua figlia, quindi un consiglio che posso darti è di farti i cazzi tuoi, perché della mia vita ci faccio quello che voglio.»
«Oddio, mi hai appena detto che sei vergine?» Mi guarda scioccato, e solo ora mi rendo conto del secondo punto che ho detto. Potevo anche starmi zitta.
«Puoi pensare tutto quello che vuoi, tanto hai frainteso tutto. Dubito anche che tu mi abbia ascoltato, tondo come sei. Comunque, ribadisco che tu non mi conosci. Sapere il mio nome da circa un mese non ti da il permesso di importunarmi, o sparare cavolate su di me. Non sono un giocattolo.» Cerco di cambiare rotta. Come posso cacciarlo di casa, adesso? Ho bisogno di una scappattoia.
La fortuna vuole che sia proprio il mio cellulare a salvarmi da questa situazione.
«Senti, devo rispondere. Sarà sicuramente mia madre che mi deve dare qualche notizia sulla sua prossima vacanza. Ha bisogno del mio aiuto, e ti chiedo di andartene gentilmente. Sto in casa mia, e questo e l'unico posto dove posso avere un po' di privacy, quindi vorrei che resti tale.» Comunico, sforzandomi di apparire dispiaciuta. Più che dispiaciuta, dentro di me sono completamente estasiata.
«Ma no, resto con te così ti do anche dei consigli per tua madre.» Risponde lui, altezzoso.
«Non credo sia necessario. Mia madre di solito non ascolta i consigli di nessuno, figurati i tuoi. Già devo baciare a terra se ascolta i miei, di tanto in tanto.»«Vedrai che lei mi adorerà, così imparerai a farlo anche tu.» Cerca di farsi spazio per poter entrare in cucina. Che vuole fare, rispondere al mio telefono?
«Senti, io ci provo con le buone, ma a quanto pare con te non funziona, quindi passo direttamente alle cattive. Esci immediatamente da casa mia se non vuoi che ti prenda a padellate come la volta scorsa.» La mia voce ora è diventata minacciosa. Intanto la suoneria del cellulare si interrompe.
«Pensi davvero di spaventarmi? Non credo che nel salone hai le padelle, ed in cucina ora ci sono io, quindi le tue minacce non mi sfiorano neanche lontanamente. Quindi ora ti faccio un'offerta: lasciami entrare nella tua vita, donami almeno del buon sesso come piace a te, quello che ti riesce meglio, e poi giuro che ti lascio in pace.» Comincia a toccare ogni cosa presente nella stanza.
Mi guardo intorno in cerca di una salvezza, ed ecco che un campanello suona nella mia testa.
Prendo l'oggetto in questione e mi nascondo al lato della porta della cucina. Prima o poi dovrà pur uscire da questa stanza, non vedendomi più nei paraggi.
Come previsto, comincia a chiamarmi per nome e con i suoi nomignoli orrendi, e dopo qualche minuto ecco che il suo corpo appare davanti a me. Adesso tocca a me, coglione.
Comincio a tirargli l'appendi abiti contro, riuscendo a farlo arrivare alla porta d'ingresso abbastanza in fretta. Sono fortunata che l'ho rimasta aperta, altrimenti sarebbe stato molto più complicato del previsto.
«Adesso puoi andartene a fanculo. Ti è piaciuta la mia scopata? Molto particolare, vero?»
«Tu sei una pazza psicopatica. Mi sa che tutta la droga che assumi ti ha dato proprio al cervello.» Mi insulta.«Tu mi sottovaluti? Io ti sorprendo. Te l'ho detto, io non sono come pensi che io sia, da me puoi aspettarti di tutto. Ma sai che ti dico? Non aspettarti più niente da me. Tu non esisti, quindi non so neanche cosa vuoi da me. Questa è casa mia, e c'è un motivo se lo è, quindi se ho detto che te ne devi andare, esigo essere ascoltata, perché qui tu non sei nessuno. Detto ciò, non ti auguro neanche una buona vita, perché non dico quello che non sento. Ciao.»
Gli sbatto la porta in faccia, sentendolo borbottare un "vaffanculo" a voce troppo alta per i miei gusti. È decisamente irritante.
Finalmente sono sola, libera. Nel momento in cui entro in cucina per poter prendere il mio cellulare, ecco che questo ricomincia a squillare. Sconosciuto. Ma che cazzo, si sono messi d'accordo a voler rovinare una giornata che era cominciata bene?
Stufa di tutta questa situazione, rispondo. «Stupito tizio sconosciuto, adesso mi hai veramente rotto le palle. Vi divertite a rovinare le vite delle persone? Fate parte di un thriller show? Cos'è, un fottuto scherzo?» Urlo, al culmine dei nervi.
«Assolutamente no, piccola. Ti ho chiamato perché sono contento di quello che hai fatto. Mi stai facendo davvero un favore enorme. Mi stai risparmiando tempo e fatica. Non vedo l'ora che sia il momento giusto per attaccare. Un bacione.» Stacca la chiamata ancor prima che io possa rispondere, lasciandomi in sospeso. Ma grazie di che cosa? Lui che vuole da me?

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Amore tossico
RomantikIl bisogno di avere una persona da amare, che sia un nerd o un bad boy; un migliore amico sul quale poter contare sempre, poter raccontare ogni cosa, e vivere tante folli avventure insieme; diventare qualcuno nella vita, sentirsi realizzata, avere u...