Erano entrambi seduti in un angolo appartato del ristorante, lontano dagli sguardi e dai rumori della città.
Il lume di candela proiettava una luce calda e discreta, mentre l'atmosfera tra loro era densa di parole non dette, sguardi che sfuggivano e poi tornavano. Un misto di sfida e attrazione che cresceva a ogni istante.
Giulia sentiva l'aria vibrare tra loro. Quell'uomo dagli occhi gelidi le stava togliendo il respiro senza alzare la voce, senza muovere un dito.
Bastava la sua presenza.
Eppure, nonostante la diffidenza, c'era in lui qualcosa che la teneva avvinta, come un filo invisibile.
Filippo la osservava in silenzio.
Dentro di sé, il pensiero era chiaro: "È così pura, così inconsapevole... perfetta. Devo solo trovare il momento giusto per farla cedere, non sarà difficile..."
Si sporse verso di lei, lasciando che il suo braccio la sfiorasse, sufficiente a farle percepire il calore della sua pelle. Un contatto leggero, casuale, ma bastò a farla irrigidire appena, quasi inconsapevolmente.
"Non sembri a tuo agio" disse, la voce bassa e vellutata, ogni parola calibrata per insinuarsi sotto la sua pelle.
"Forse perché so con chi sto parlando," ribatté lei, senza abbassare lo sguardo.
Lui rise piano, ma senza gioia.
"Sai quello che ti hanno detto, non quello che sono davvero."
Lasciò che le parole scivolassero morbide, insinuanti, come seta che si stringe piano attorno al collo.
"Eppure sei qui. Ti sei fidata abbastanza da sederti con me. Interessante."
Giulia serrò le labbra, percependo la trappola, ma allo stesso tempo il cuore le batteva all'impazzata.
"E allora chi sei davvero?" chiese, cercando di mascherare il tremito nella voce.
Filippo inclinò la testa, gli occhi azzurri che la scrutavano profondamente.
"Chi sono... dipende da chi mi guarda. Ma con te, voglio essere l'uomo che ti fa sentire sicura, speciale... desiderata."
Un brivido le corse lungo la schiena, e il suo respiro si fece più corto.
Filippo percepì ogni battito accelerato del suo cuore e sorrise sottile.
"La voglio innamorata, ignara, cieca. Voglio farle desiderare me mentre la uso per distruggere il suo clan. E quando avrò finito, sarà così rotta che la ripudierà persino la sua famiglia."
I pensieri del giovane erano torbidi, insidiosi. Don Aldo lo aveva cresciuto nella rigidità del clan, e il dolore patito negli ultimi anni lo avevano reso cinico, quasi crudele.
Si soffermó improvvisamente sul modo in cui lei stringeva il bicchiere, come se cercasse un appiglio. Un gesto fragile che gli fece provare una tenerezza inaspettata, quasi fastidiosa. Eppure, quella delicatezza lo attirava ancora di più: la rendeva vulnerabile e controllabile allo stesso tempo.
"Non voglio spaventarti."
La sua mano scivolò sul tavolo, fino a sfiorarle il polso.
"Voglio solo che tu sappia che puoi lasciarti andare... anche solo per questo momento."
La giovane sentì le gambe tremare, il respiro più corto. Ogni parola, ogni sfioramento, incrinava le sue difese.
"Io non so se riesco..." disse, la voce più bassa, quasi un sussurro.
"Non devi fingere. Vedi... sei già così vicina a me," mormorò lui, intrecciando delicatamente le dita con le sue. "Mi stai mostrando parti di te che non conoscevo. E io voglio custodirle."
Gli occhi di Giulia si riempirono di confusione e desiderio.
Filippo percepì ogni fremito, ogni respiro spezzato. Sapeva che la partita era sua, e che ogni piccolo passo verso la resa totale sarebbe arrivato al momento giusto, quando avrebbe deciso di completare il suo controllo.
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Tornata a casa, Giulia si fermò un istante sulla porta. Il cuore le batteva ancora forte, come se la cena non fosse ancora finita.
Non fece in tempo a togliersi il cappotto. Adelfio era in piedi, ad aspettarla. La tensione nell’aria era palpabile.
"Giulia," cominciò, la voce controllata a stento.
"Dimmi che non sei stata con lui."
Lei serrò le labbra, sapendo che ogni parola di troppo sarebbe stata inutile.
"Non è come pensi," cercò di giustificarsi, ma lui la interruppe bruscamente.
"Non è come penso? Hai idea di chi è quell'uomo? Filippo Guerra non è uno qualunque. È un pericolo!"
"Non posso vivere a ridosso delle tue paure. So chi è lui... ma non c'entro nulla con le vostre rivalità."
Adelfio scosse la testa, incredulo.
"Stai rischiando la tua vita per qualcuno che non conosci, Giulia. Lui non è solo Filippo Guerra, è parte di un sistema che ci distruggerà se gliene daremo l'occasione."
"Forse è pericoloso, forse sbaglio, ma è la mia scelta," rispose lei con fermezza.
"Sono stanca di vivere nell'ombra delle vostre decisioni, e voglio decidere io per la mia vita."
Lui la fissò, colpito dalle sue parole. Dietro la rabbia, si nascondeva in lui una preoccupazione sincera, quasi disperata.
"Non ti permetterò di fare mosse avventate. Non essere sciocca, rischi più di quanto immagini."
Giulia abbassò lo sguardo, consapevole di ciò che le sue scelte potevano implicare.
Eppure sentiva che, per quanto spaventosa fosse la strada davanti a sé, non poteva più tornare indietro.
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Prega per me
Fiksi UmumNella Verona più oscura, dominata da segreti e rivalità famigliari, Giulia Fini, una giovane donna dalll spirito ribelle e dall'indole fiera, si trova improvvisamente trascinata in un gioco di potere. Una sera, per caso, si scontra con Filippo Guerr...
