Parte 149

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Finisce tutto, perchè è il filo conduttore di tutto ciò a cui siamo abituati.

Nutro impulsi nei confronti di Maria, impulsi che non cancellano le mie scelte sbagliate fatte per ragioni misteriose o semplicemente perchè desideravo scomparire nella penombra di qualcun altro, ma adesso mi sento come un pesce fuor d'acqua. Sono diventata libera, ma non lo sono mai stata dentro. Mi sono lasciata avvinghiare al collo da Emanuela, ma di notte sogno il collo del piede di Maria, che si intreccia al mio.

Volevo passeggiare sulla terrazza questa sera, prendermi cura delle mie piante, ma diluvia e penso soltanto a Maria che sta tornando a casa sotto alla pioggia. Sono terrorizzata al pensiero che le succeda qualcosa, e al tempo stesso studio il corpo di Emanuela che in questo momento è dinanzi al mio. Dovremmo cucinare qualcosa per la serata, ma sono persa in uno sguardo che va oltre la finestra, che forse stasera si poserà su canale 5 per vederla cinque minuti, le manderò un messaggio per farglielo sapere, anche se non le dovesse importare.

"Sono giorni che sei silenziosa, davvero ci stai riflettendo?"

Faccio un cenno di dissenso con la testa.

"Invece si, altrimenti avresti chiesto a cosa mi riferissi", evidenzia.

"Non mi va di parlarne, ti andrebbe di cucinare un piatto di spaghetti all'amatriciana? Lo spaghetto rende sempre tutto più fluido e leggero", dico con leggera ironia.

"Persino i tuoi pensieri rivolti a Maria?"

"Aridaje co sta storia... non ci penso", sbuffo.

Andiamo in cucina, e cuciniamo gli spaghetti. Decido di scongelare anche i fiori di zucca per farli fritti.

Apparecchiamo e ci accomodiamo al tavolo.

"Voglio fare un brindisi", pronuncia Emanuela.

Versa il vino in entrambi i calici e me lo porge.

"Sabri, al giorno d'oggi tutti scopano con tutti, ma amano altra gente e ce stanno pure per anni, in maniera pubblica. Nel caso per te ci fosse stato un ripensamento, sì sincera", mi dice con fermezza.

"Io con Maria sono la persona più felice al mondo, e mi incanto quando mi pone dinanzi a scenari fantastici, non potrei essere più innamorata di lei...però l'autocontrollo mi dice di frenarmi, per le assenze, per le sensazioni a mezz'aria. Quando abbiamo scopato non l'ho pensata, inizialmente ho avuto i sensi di colpa, ma poi..."

"E perchè hai preferito me a Maria, questa volta?"

"Io non ho mai tollerato i cagacazzi, e forse a farmi innamorare di Maria è stata anche tutta la libertà che ci siamo concesse. Ci sopportavamo l'una con l'altra, all'inizio. Non ha mai insistito, ma ci siamo sempre venute a prendere, perchè c'è un filo rosso che ci unisce. Io a te te voglio bene, ma se dovessi paragonarti all'importanza che ha Maria, nun lo farei per non volerte male. Nun lo faccio manco co Flavio, pensa un po'", confido.

"Io non voglio essere importante in una scala gerarchica, e mettermi in competizione con Maria. Stiamo solo vivendo, e lasciando che gli impulsi siano condivisi. Nella vita già ce bastano i mal di testa de prima mattina, godemose altro Sabri", propone lei.

Mi accarezza la mano, finiamo di mangiare.

Maria è uno spiraglio troppo grande, non solo perchè è la padrona delle trasmissioni a cui mi invita, ma anche perchè se io lei fossimo in una stanza, non farei caso alle pareti, ma soltanto alla sua presenza.

"Parlando d'altro... avrei voluto anche io il grembiule come l'hai regalato a Cracco, magari con una nostra bella foto, una di quelle straordinarie che non smetto di vedere", dice mordendosi il labbro inferiore.

"A te darei un altro tipo di grembiule, perchè meriti la differenza".

Emanuela mi bacia, un bacio tanto forte da impedirmi quasi di respirare, ma per la prima volta mi sento alleggerire, un po' più del solito.

"Non riesco dirlo, e non vorrei cambiare i risultati che tu speri di ottenere. Non voglio fraintenderti, ma stasera voglio fare di nuovo l'amore con te, non mi va di cenare", dice con fare malizioso.

Dentro di me so che è la cosa più sbagliata del mondo.

Emanuela guarda le mie gambe e si spinge a premere la sua bocca sulla mia, mi lecca il collo e accarezza l'umido lasciato, in modo delicato. Gemo.

"Mi piace che quando sorridi e ti mordi il labbro inferiore. Doni un significato diverso", afferma con tono caldo.

"Sei una bella farfalla colorata", dico con tono dolce.

Le afferro la mano, stringendola tra le mie.

"E te ricordi quando te definisti segugio de minchia?"

"Eh... l'ho scelto perchè quello fa sempre bene, ma anche perchè dietro ad una donna impegnata alla fine è come se non avessi inseguito un bel nulla, ma non lo dì in giro", dico con tono ironico.

Con lei, all'inizio è stato come vedere tutte le stagioni. Vedere il meglio, sentirmi dove volevo essere, posti che ho sognato, sensazioni che ho abbracciato soltanto nella mia memoria da ragazzina, e che non avrei mai pensato di riscoprire in un sorriso, in un sentimento che urla:"Dammene ancora". Ma a tutto è sempre mancato qualcosa. Ha svoltato tanti miei giorni, mi ha portato a vedere cose a cui non ero ancora arrivata e mi sono sentita stupita di quanto la vita, a primo impatto, con la persona giusta potesse risultare magnifica, come lo era un tempo. Emanuela è stata una ventata di familiarità, ma Maria è tutte le stagioni d'amore che abbia mai potuto affrontare.

"Devo andare in un posto scusami", affermo.

"Ma te rendi conto che sono passate le 20? Ndo voi andare che è tardi fuori?"

"Manu io ti ringrazio per l'ospitalità e per tutto, prima o poi ti spiegherò, ma prima le devo trovare in me le giuste risposte", affermo.

Le dò un bacio sulla guancia.

"Dimmelo se vai da Maria, portale i miei cari saluti".

"Non posso dirtelo, mi dispiace".

Faccio un cenno di dissenso con la testa.

Ho esigenza di lei, devo vederla. Emanuela mi fa una carezza sul viso e vado via da casa sua, con indosso il pigiama, una cosa folle per essere da me, ma non posso farne a meno. Decido di entrare nella macchina dell'uber e di farmi scortare sotto casa di Maria. Ho bisogno di una buona dose di felicità, di un rito importante.

Guardo le nostre foto sul cellulare, il suo sorriso che esplode, mi dò fastidio da sola per averlo spento e so che mi trascinerà via, ma devo salire queste scale. Devo imbucarmi in casa sua, e il resto verrà da sè.

Ogni stella merita di brillareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora