1: Welcome to New York

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Da quando l'hostess annuncia l'atterraggio passano alcuni minuti. Minuti in cui Thomas mi continua a stringere e coccolare la mano. Continua ad accarezzarmi le nocche in modo lento e dolce nonostante la sua sia enorme e ricopra completamente la mia (chissà come sarebbe avere quelle mani sul mio corpo, se quel tocco fosse altrettanto delicato o più rude...). Cerco di togliere immediatamente la mano visto i pensieri che sto facendo, ma Thomas la stringe più forte. Sto per ribattere ma in quel momento comincia l'atterraggio e istintivamente gliela stringo, ottenendo così una scarica di calore in tutto il corpo. Vedo con la coda dell'occhio il suo corpo che sussulta e mi giro di scatto nell'esatto momento in cui lui fa la stessa cosa, imprigionandomi con il suo sguardo. Il mio cervello si svuota e io non posso far altro che distogliere lo sguardo (con molta fatica) e girarmi verso il finestrino. Quando arriviamo a terra le nostre mani sono ancora unite (fortunatamente). I passeggeri applaudono al comandante ed inziano ad alzarsi. Dovremmo farlo anche noi ma è come se ci fosse una forza che ci tiene legati. Alzo gli occhi e incontro i suoi occhi che mi fissano. Tutto intorno a me sparisce e rimaniamo solo noi. Vedo la sua mascella indurirsi, la sua mano stringere più forte la mia e il suo viso avvicinarsi impeccettibilmente al mio. Sono completamente immobile mentre si fa sempre più vicino. Riesco a sentire il suo ormai conosciuto respiro sulle mie labbra.
- Scusate ma devo chiedervi di recuperare i vostri bagagli e scendere dal'aereo per favore-. Il mio stato di trans viene interrotto (per fortuna) dalla voce della solita hostess. Vedo gli occhi di Thomas ancora pieni di desiderio quando risponde all'hostess, non distogliendo lo sguardo dalle mie labbra. Neanche il tempo di pensare che mi ritrovo senza cintura a guardare incredula Thomas che prende la mia borsa senza staccarsi dalla mia mano. Nella stessa posizione facciamo tutto il tunnel fino al portellone. Ed è esattamente qui che mi blocco. Quello che vedo davanti a me è un piccolo sogno. Anzi è l'inizio del mio sogno. Sopra i check-in è disegnato lo skyline della città mentre nel passaggio rialzato ci sono tutte le bandiere del mondo con sotto i rispetti fusi orari, il tutto racchiuso dal simbolo dell' American Airport: una fantastica aquila in mezzo a 2A al centro del passaggio. Appesa al soffitto sventola fiera nel tutto il suo splendore l'American Flag. A tutto questo aggiungiamo il fatto che l'intero costruzione è di vetri... Riesco a stento a trattenere le lacrime.
-benvenuta nella città che non dorme mai- mi sento sussurrare all'orecchio. Faccio un sussulto enorme e girandomi mi ritrovo di nuovo a pochi centimentri da quelle meravigliose labbra. Sapendo ormai la linea che prenderanno i miei pensieri, chiudo gli occhi e sospirando mi convinco di spostarmi.
-gra...gra...grazie- dico mentre mi sento mettere una mano in mezzo alla schiena
-vieni, andiamo a prendere i bagagli-. Dovrei spostarmi giusto? In fin dei conti uno sconosciuto non può fare una roba del genere... ma chi cazzo voglio prendere in giro? Chissene se mi mette la mano sulla schiena, se mi sfiora la guancia o mi bacia... alla fine non lo rivedrò più quindi me lo godo finchè posso! Ritiriamo i bagagli, riprendo Pepper ancora un pò stordito nel trasportino e...
- Bè ora è meglio che vada a cercare un taxi per andare a casa- dico immediatamente nella speranza che si tolga. Perchè in tutta sincerità con lui mi sento più vulnerabile del solito, più esposta e questa non è sicuramente una cosa positiva.
-Perchè prima non mangiamo qualcosa? Conosco un posticino vicino a Central Park che è la fine del mondo e poi...-
-No no Thomas grazie ma meglio di no. E comunque l'unica cosa che vorrei in questo momento è solo il mio amato caffè-
-Perfetto anche io. Vieni lo prendiamo li-.
Non ho voglia di discutere e lo seguo al Tuscany Café (da due minuti qui in America e già si sente l'Italia). Ci sediamo in un tavolino tranquillo infondo vicino alle vetrate. Ovviamente non ho pensato al fatto che per loro il caffè è in realtà un liquido marrone in un tazzone enorme; ragion per cui devo metterci 3 bustine di zucchero per dargli un gusto che si possa definire decente. Thomas mi è seduto nel lato vicino del tavolino e con la coda dell'occhio vedo che continua a fissarmi. Così a un certo punto alzo la faccia anche io. Restiamo a fissarci per un pò
- Scusami piccola dea- e così facendo si allunga e mi bacia di nuovo.

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