12

118 8 0
                                    

5 minuti dopo siamo in coda da starbucks e sto cercando di non impazzire a decidere cosa prendere. A dire la verità vorrei semplicemente bere un semplicissimo caffè (comprare macchinetta del caffè) ma a quanto pare qui hanno un'idea un pò sbagliata di questa bevanda. Loro per caffè intendono un liquido marrone pieno d'acqua con un sapore indescrivibile.
-Ora capisco perchè questo posto ha così tanto successo qui in America. Quello che voi considerate caffè in realtà è uno schifoso liquido marrone pieno d'acqua!- gli dico mentre guardo disgustata quello che loro definiscono l'Espresso.
-Guarda li, ne vendono anche le capsule per la macchinetta- mi dice indicandomi lo scaffale dietro. Ci sono scatole con le capsule, i sacchetti con il "caffè" in polvere, quello istantaneo... oddio istantaneo!!! Mi giro di scatto perchè sento Thomas che ride come un matto -Oddio dovresti vedere la tua faccia disgustata ahah-
-Scusami è che veramente non posso credere che voi beviate questa roba-
-Tu ragioni da italiana. Qui da noi è semplicemente una bevanda come un'altra, non è come da voi  eh la considerate una vera e propria arte. Ovviamente anche qui sappiamo benissimo che l'Italia, come la Francia, sono la massima aspirazione nel campo gastronomico. E infatti conosciamo benissimo la Barilla e la Lavazza, peccato che qui le facciano pagare un occhio della testa.- mi finisce di dire mentre prende due bicchieri e si incammina -proprio perché sanno che qui fa schifo-. Ci accomodiamo in un tavolo vicino alla vetrata.
-scusa ma cosa hai preso?-
-fidati ti piacerà-. Guardo il bicchiere e vedo una schiuma bianca con sopra delle strisce marroni (presumo caramello sentendo il profumo).
-dai assaggia e dimmi cosa ne pensi-
-mmm vediamo... il profumo è sicuramente squisito- mi porto il bicchiere prima al naso e poi alla bocca. Vengo investita da un gusto forte di caramello con un retrogusto di vaniglia -mmm mamma mia è buonissimo-
Dico ad occhi chiusi - il gusto forte del caramello viene smussato dalla vaniglia e c'è un retrogusto di... mmm... vediamo... non vorrei sbagliarmi ma si potrebbe dire che assomiglia al caffè-. Alzo gli occhi e vedo Thomas che mi fissa strano -che c'è?-
-hai un po' di schiuma sul labbro superiore- nel tanto si avvicina -Thomas le famosissime distanze- gli dico sussurrando perché cazzo quanto vorrei che si avvicinasse. Ma no!!!
-certo certo ecco tieni- mi dice passandomi un fazzoletto.
-grazie. E comunque è veramente buonissimo. Tu cosa hai preso?-
-oh be lo immaginavo che ti sarebbe piaciuto. Io cappuccino di soia con vaniglia e cioccolato-
-oddio io adoro il Cappuccio di soia-
-vuoi un po'?- mi allunga intanto il bicchiere
-un'altra volta magari adesso mi godo il mio caramello- gli dico sorridendo.
Continuiamo a parlare e devo dire che stranamente non si crea quella classica situazione di imbarazzo. Finché ognuno sta al proprio posto è tutto molto meglio finché a un certo punto...
-stavo pensando che potrei portarti a girare la città oggi così stasera poi andiamo direttamente al ristorante- se ne esce così da un momento all'altro mentre stiamo uscendo dal caffè

-ristorante? Le distanze...- gli dico con facci annoiata
-ieri mi hai promesso una cena per questa sera ricordi?-
-si certo che mi ricordo e infatti stasera andremo a cena. Però oggi vorrei passare una giornata da turista. Sai short e infradito con tanto di macchina foto al collo e mappa in mano hai presente?-
-si certo che ho presente e ti ci vedo proprio a te così- mi dice con un sorriso sincero -però alle 7 ti passo a prendere ok?-
-perfetto- gli dico mentre stiamo aspettando l'ascensore
- ascolta vuoi che andiamo a piedi?-
-scusa? Stai scherzando vero? Sono 20 piani a piedi. Va bene che sono un po' allenata ma 20 piani!-
-io lo dico per te prima mi hai spaventato eri tutta bianca-
-si ok ma sono comunque 20 piani- lo guardo dal basso piano -ma... ma veramente lo faresti?- gli dico piano in effetti preferirei farmi tutti quegli scalini piuttosto che rientrare là dentro di nuovo!
Fa una risata insieme a un -dai andiamo- mentre ci incamminiamo verso le scale. Una volta arrivati in cima non sono stravolta anche se un pochino di fiato e inizio ad averlo a differenze di Thomas che sembra abbia appena finito una tranquilla passeggiata al parco -per la miseria ma quante ore passi dentro la palestra per non avere neanche un filo di fiatone?-
-abbastanza devo dire- dice ridendo -ma neanche tu sei così stanca quindi i miei complimenti veramente. La maggior parte delle persone a un certo punto avrebbe preso l'ascensore o comunque sarebbe morta ahah-
-nel mio piccolo mi tengo in forma anche io-
-più che in forma guarda che gambe cazzo- risponde fischiando -in questo momento sembri Lucas ahahha-. Penso di ottenere una risata invece ottengo uno sguardo un po' storto -in che senso scusa? Che vuol dire sembro Lucas?-
-ma nulla tuo fratello l'altra volta ha detto così ... vabè insomma grazie per la colazione - gli dico davanti alla porta. Spero che vada via o che comunque faccia qualcosa perchè, eh, come dire, si sta creando una situazione di imbarazzo.
-Che c'è?-
-Si può sapere cosa stai aspettando?-
-In che senso che cosa sto aspettando?-
-Si esatto. Io ti ringrazio per la colazione ma adesso devo andare a preparami-
-Eh? Si si scusa. A stasera Ana buona giornata- si gira e se ne va a spasso spedito verso la sua porta - Ah e comunque non pensare che la storia di Lucas sia chiusa qua- si rigira e si chiude la porta dietro sbattendola. O per la miseria ma che gente strana. Entro in casa e apro la valigia per decidere cosa mettermi per la mia giornata da turista. Una giornata tutta per me.

All of meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora