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Thomas p.

-ma perché non l'hai detto subito?- mi dice Amy guardandoci -capisco lei ma tu sei mio fratello To!-
-non potevo e lo sai-...-Amy sono stata io a dirgli di non farlo, non prendertela con lui ma con me-
-Ho appena scoperto che diventerò zia come faccio ad arrabbiarmi con te?- si alza e le si butta addosso come fa con tutti. -ohi sis piano alla pancia- la tiro indietro -mamma mia che palle che sei Tommy-. Ana se la ride tutta contenta mentre mia sorella le poggia la mano sulla pancia e si abbassa -ehi tu la dentro come stai?-... -biscottino Amy-... - a si biscottino? Oddio Ana quanto sei dolce- lascia un bacio sulla piccola protuberanza -non vedo l'ora di sentirti e di vederti, così andiamo a comprare tanti vestiti-...- è un maschietto- le dice prontamente Ana -ma come fai già a saperlo?-... anche io la guardo stranita -esatto amore chi te l'ha detto?-... - nessuno ovviamente è ancora troppo presto ma me lo sento- mi dice prendendomi una mano -sarà un piccolo te- mi dice con gli occhi lucidi. Mi porto la sua mano alle labbra -ma come te- mi allunga a baciarla. La guardo negli occhi e leggo una felicità che mai avrei pensato di poter vedere negli occhi di qualcun'altro. La purezza, la bellezza di occhi sereni e pieni di amore, quell'amore vero che pensavo di non meritare nella vita. Gli prendo il viso tra le mani, gli coccolo le guance e rimango a fissarla. Non basterà una vita per dirle quello che provo e così faccio l'unica cosa in cui non c'è bisogno di parole. Prendo le sue labbra tra le mie e la bacio. La bacio piano, dolce, trasmettendogli tutto quello che siamo, quello che sono grazie a lei, quello che saremo, quello che sento. -ehm ehm- mia sorella si schiarisce la voce, o almeno penso che sia lei, ma nulla potrà farmi staccare.
-ehm ragazziiiiii- grida Amy -io credo che dovremo andarcene perché ehm... come dire...- mi stacco tirandole piano il labbro e continuo ad accarezzarle il viso mentre i nostri occhi non si lasciano mai. Sento distrattamente gli altri che dicono qualcosa mentre vanno via e chiudono la porta. Finalmente siamo soli. Finalmente posso riprendere a baciarla; ma piano e dolcemente. In questo momento non c'è tempo per la fretta, per la lussuria o il desiderio sfrenato: solo reciproca devozione. Le tolgo la canotta ammirando il suo petto che cresce, la piccola protuberanza che ospita nostro figlio passandole piano le dita su ogni parte di pelle e mi sporgo per lasciare un bacio a biscottino. Si allunga a togliermi la maglia e i suoi occhi vagano su di me -sei così perfetto- sussurra piano prima di venire a sedersi su di me. Posa le labbra sulle mie dolcemente come se avesse paura di spezzare la dolce magia che si è creata e la alzo per portarla sul divano che da sulle vetrate. Ci sfiliamo piano il resto dei vestiti continuando a toccarci piano e senza fretta. La fisso negli occhi mentre le entro piano dentro e comincio a muovermi piano. Ci baciamo per tutto il tempo proprio come due adolescenti e veniamo insieme soffocando i nostri gemiti uno nella bocca dell'altra. Le lecco le labbra e smetto di baciarla per dar modo a entrambi di ricominciare a respirare.
-sei così dannatamente perfetto- mi sussurra piano
-perché ci sei tu-
-ti amo così tanto-
-ti amo-. Si sposta per permettermi di abbracciala da dietro, facendo combaciare perfettamente i nostri corpi.
Ci addormentiamo così con lo Sky Line di New York a farci da coperta.

All of meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora