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Ana p.

-non sarà mica sempre così vero?-
-in realtà è molto peggio-
-oh bene, proprio bella New York- lo sento dire tra se. Rido mentre guardo la faccia scioccata di Carlo che si guarda e non si capacità di quanta gente ci possa essere da Starbucks. Noi stiamo in coda alla cassa perché ovviamente non ci fermiamo mica qua dentro, ho bisogno di tranquillità
-ma c'è qualche sconto o qualcosa del genere?- se ne spunta all'improvviso
-in che senso?-
-guardali? Non alzano gli occhi dal telefono-
-ah no ma qui è normale- sempre più scioccato -nel senso che qui vivono con il telefono in mano e non è una metafora.Ci sarà un motivo se la maggior parte dei furti avvengono in questi posti no?-
-sei sicura che questa città ti fa bene?-
-non ti preoccupare vieni. Noi ordiniamo e c'è ne andiamo in posto più tranquillo-.
Al bancone becchiamo Thomas che si sporge per darmi un bacio, ottenendo un brutto sguardo da Carlo. Poi lo porto nella panchina di Central Park dove il giorno prima ci avevo portato Adam.
-oh qua mi piace già molto di più, sembra un'altro posto-
-si ed è per questo che ci vengo spesso. New York è una città bellissima ma terribilmente incasinata invece qui è così tranquillo-.
Vedo Carlo che si guarda intorno come se nulla fosse ma alla fine so che sta solo rimandando l'inevitabile -dai spara-
-che cosa?-
-dai papà non fare il tonto, non ti si addice per niente. Ti ho portato qui apposta-. Mi guarda e ride
-mi pare ancora strano sentirmi chiamare papà sai? Non pensavo sarebbe mai successo nella mia vita. Poi ho incontrato tua mamma e mi ha detto di te e tuo fratello e di tuo padre...-
-sei tu mio padre lo sai- allungo la mano nella sua mentre mi sorride e mela bacia. -Ha aspettato un anno prima di presentarvi e la prima volta che mi avete visto mi ricordo che stavi nascosta dietro le sue gambe e spuntavano solo quei capelli lunghi e neri. Avevi poco più di 3 anni ma sembravi molto più piccola a differenza di tuo fratello che sembrava più grande dei suoi 4 anni-
-io so solo che sei sempre stato molto silenzioso e passavi il tempo seduto sulla tua poltrona a leggere il giornale quando non eri al lavoro-
-sulla poltrona con il giornale ahah si devo dire che mi rappresenta-
-però si è sempre visto che ti interessi a noi e adesso che sono più grande lo capisco bene quindi grazie-
-io vi ho visti come miei figli fin dall'inizio e ancora di più quando ho scoperto di non poterne avere di miei-
-oddio non...-
-no no veramente tesoro non mi è mai pesato perché avevo voi- mi sorride dolce e abbassa lo sguardo sulla mia pancia gonfia. Sono contenta di averlo detto così finalmente posso mettermi una canotta aderente e mostrare fiera il mio piccolo rigonfiamento. Non vedo l'ora che si veda
-oddio non ci posso ancora credere- sospira -sarò nonno molto prima del previsto a quanto pare. Di quanto hai detto che sei?-
-quasi 7 settimane ma si sembra di più lo so-
- eh be direi e come farai con il vestito? Oddio ti sposi- comincia a ridere
-ahahah si mi sposo e come tutti i papà mi accompagnerai all'altare- alza lo sguardo lucido -no ti prego non cominciare a piangere se no comincio anche io ma il doppio, sai gli ormoni e tutto il resto-. Cominciamo a ridere -ah si giusto gli ormoni ahahha-. Sospira e mi guarda preoccupato
-io lo so che è tutto frettoloso e lo so che non potevi immaginare questo quando sono partita due mesi fa ma credimi papà quando t dico che Thomas è la cosa migliore che mi sia capitata-
-ti confesso che ero partito dall'Italia con il piede di guerra pensando chissà cosa gli ha messo in testa quello lì ma mi è bastato vedere come ti guarda quando non sa di essere visto per capire tutto- mi sorride -non avrei accettato nulla di meno per te, meriti solo il meglio-
-e Thomas lo è credimi papà- sospira -no veramente lui è sempre così dolce-
-aspetta un paio di anni e vedremo-
-ahaha lo so ma voglio correre il rischio. Non è questo infondo la difficoltà di una storia? Accettare pregi e difetti no?-
-sei sicura di avere 19 anni vedo? Cazzo 19 a 20 sarai già sposata e mamma. Oh miseria- si prende la testa tra le mani e ride
-ridi per la disperazione vero?-
-si un po' si ahah. Non è una situazione facile-
-ah lo so e infatti mi ero preparata al peggio. invece è andata molto meglio di quel che potessi sperare- alza lo sguardo e mi guarda la pancia -puoi toccarla se vuoi-. Alza lo sguardo impaurito -non morde te lo prometto-. Ci pensa su ma poi allunga la mano titubante e l'appoggia piano sopra sospirando
-non si sente nulla-
-be è ancora troppo presto. Filip mi ha detto che devo aspettare il 4-5 mese se non ricordo male-
-chi è Filip-
-il mio ginecologo nonché fidanzato di Jean-
-Jean... il tuo vicino strano giusto?-
-ahah si esatto proprio lui-
-aspetta ma è Per caso quel tipo che c'era la prima sera che aveva quelle strane scarpe con i pois?-
-ahah esattamente. Ma è fantastico nel suo lavoro e ha passato la prova Thomas-
-mi fido di lui allora-. Stiamo un po' tranquilli a goderci la giornata, ognuno perso nei propri pensieri mangiando donuts finché non decidiamo di tornare a casa. Nel tragitto mi chiede di più sulla gravidanza e sulla storia con Thomas (tralasciando la parte dell'aereo che forse è meglio). Ci diamo appuntamento per il pomeriggio che dobbiamo andare da Kleinfield per l'abito da sposa.
-mia figlia si sposerà e diventerà mamma. Ancora non ci credo sei così piccola-
-papà va tutto bene- gli dico toccandomi la pancia. Allunga la mano e la tasta piano cong gli occhi lucidi -quindi verrai a vivere qui?-
-papà non lo so ma si, credo proprio di sì-
-e quindi vedrò crescetela tua pancia solo da Skype?-
-o puoi trasferirti qui-
-ahah si certo tesoro come no-
-e perché scusa? Il tuo lavoro potresti in qualche modo spostarlo no? Quanti favori ti deve la gente che hai aiutato nelle cause in tutti questi anni? Sei pur sempre un giudice no?- silenzio.... -adesso sembri me lo quando dovevo decidere se partire o no. E si vede benissimo che la tua testa è già attiva per l'idea di...-. Ci sorridiamo
-un passo alla volta-
-sei tu che me l'hai chiesto. Io ti ho solo dato un'idea-
-ehi- sentiamo la voce di Thomas che si avvicina -ciao piccola- mi dice dandomi un bacio sulla testa e mettendomi un braccio intorno alla vita -ciao Carlo-
-ciao Tommy. Finito per oggi?-
-si un po' prima per aiutare Ana con il pranzo visto che ci sono gli altri-
-ma perché scusa che ore sono?-
-quasi l'una-
-cavolo tua madre mi ammazzerà-... -ciao tesoro ci vediamo dopo ok? Ehi piccolo fai il bravo là dentro- dice toccandomi la pancia -E mi raccomando tu non farla stancare troppo- due puntando un dito verso Thomas
-hai la mia parola-
-mi piace questa maglia stretta che mette in evidenza biscottino- mi dice nell'ascensore accarezzandola
-non vedevo l'ora di poterlo dire così da farla vedere-
-ti comprerò solo cose così- mi giro nel suo abbraccio
-non vedo l'ora- gli lascio un bacio prima che le porte si aprano. Ultima tappa e poi finalmente lo sapranno tutti.

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