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Sto sistemando Pepper quando sento suonare il campanello. Il telefono segna le 7.00 pm... cavolo che precisione!
Mi guardo un'ultima volta allo specchio e apro la porta. Davanti a me ho un ragazzo molto alto con dei jeans neri, una maglia grigia decisamente molto aderente (che lascia ben poco all'immaginazione)ed il tutto incorniciato da dei fantastici occhi verdi messi in risalto da delle lunghissime ciglia scure.... un pezzo di figo insomma che mi fa pensare solamente a una cosa: perché non gli sono ancora saltata addosso? Perché è uno sconosciuto... giusto giusto... zaLui è uno sconosciuto! Esatto si, SCO NO SCIU TO!
Mi squadra dalla testa ai piedi e dal suo sguardo capisco che lui sta pensando più o meno la stessa cosa di me.

Anastasia mantieni le distanze è uno sconosciuto.

-ma buonasera signorina Anastasia. Ma lo sa che lei è molto bella questa sera?- mi dice facendomi il baciamano. Eh certo ci mancava pure il baciamano....
-grazie Thomas ma anche tu non sei male- gli dico imbarazzata. Sguardi da momento imbarazzo... - em eh andiamo? Comincio ad avere una certa fame-
-oh si sì certo. Sono curioso di sapere cosa ne penserai del ristorante- mi dice a 32 denti
-e io sono curiosa di sapere quale sarà- gli dico mentre prendo il blazer nera e la Little Chanel. Vedo che chiama l'ascensore e istintivamente faccio un passo indietro -non ti preoccupare ho un'idea- mi dice mentre mi tende la mano. Io non capisco cosa mi succeda ed il perché gli prendo la mano fidandomi ciecamente come se lo conoscessi da anni.

Smettere di leggere libri rosa!

Appena entrati in ascensore schiaccia il pulsante del seminterrato e si abbassa per fissarmi negli occhi. Comincia ad accarezzarmi le guance, passa il pollice sul labbro e va giù piano sul collo. Sono così ipnotizzata da questi occhi verdi e dalle sue carezza da sentire appena il din all'apertura dell'ascensore.
-visto che non è stato poi così male?- e mi posa un bacio sul naso.
Arriviamo alla sua macchina (classico macchinone nero americano) mano nella mano e poco dopo minuti, attraversando tutta la Park Avenue siamo arrivati al parcheggio.
-visto le tue origini ho pensato di portarti in un ristorante italiano- mi dice indicandomi Il corso. E' un ristorante molto semplice e poco impegnativo.
-nulla di complicato proprio come piace a me. Thomas è perfetto-
-oh per fortuna- mi dice sorridendo e traendo un sospiro di sollievo. Veniamo accompagnati dal cameriere in un tavolo messo un pò in disparte dalla sala. Guardandomi intorno noto che l'eleganza di questo ristorante sta proprio nella semplicità che ci circonda
-chissà come mai ma ho l'impressione che la candela e la rosa sul nostro tavolo sia opera tua- gli dico guardandolo dall'altra parte del tavolo
-e questo cosa te lo fa pensare?-
-forse e ripeto forse, il fatto che il nsotro è l'unico che li ha?-
-scusa- mi dice in imbarazzo
-no è molto bello a dire la verità e poi- gli dico indicando la rosa -apprezzo il fatto che la rosa sia rosa e non rossa quindi grazie-.
Stiamo mangiando spaghetti alla chitarra con pomodorini e bevendo del fantastico vino bianco, che probabilmente dovrei smettere di bere
-allora?- mi dice a un certo punto
-allora cosa?-
-allora perchè sei qui?- ci manca poco che mi vada il vino di traverso
-bè, non si può dire che tu sei uno che le manda a dire- gli dico bevendo un altro sorso di vino. Ora dico o non dico? Dico o non dico? NO! Decisamente no dico.
-ho finito la scuola pedagodica e quindi adesso sono qui per fare la NY University-
-mm certo ovvio. Pedagogia quindi per...?-
-maestra d'asilo o meglio ancora asilo nido. Andrò ad informarmi sui corsi che dovrò seguire e cose del genere- altro sorso di vino.
-oh si certo- mi dice gaurdandomi -ma perchè sei qui?- mi ripete con sorriso beffardo. Finisco tutto il vino nel bicchiere -oh mio povero illuso- gli dico ridendo -credi davvero che basti solo un pò di questo?- gli dico indicando la bottoglia di vino  -credimi me ne serve molto ma molto di più-
-cameriere altro di questo per favore- dice alzando la mano - ordinerò l'intera cantina se questo può servire-
- questo sarà l'unico modo anzi è meglio che la smetta- gli dico mettendo giù il bicchiere ridendo.
-comunque veramente se vuoi sfogarti io sono qui ok?-. Si vede dal modo in cui mi guarda che è molto sincero ed è veramente preoccupato. Mi guarda come se ci fossimo soltanto io e lui ed è per questo che qualche secondo dopo, quando allunga esitante la sua mano sulla mia, l'accetto molto volentieri stringendola -a quanto pare questo sta nel "tuo spazio"- mi di c'è sbarazzino.
Il fatto che al suo minimo sfioramento il mio corpo si scalda è meglio non dirlo giusto?

Dopo più di un'ora in cui sono riuscita
ampiamente a evitare la risposta, sento la testa un po' più leggera e di prima ma, per mia fortuna, non credo di essere l'unica dal momento che stiamo ridendo per ogni cosa.
-credo che sia ora di andare e sopratutto smettere di bere- gli dico ridendo e facendogli vedere a bottiglia vuota - ormai non c'è quasi più nessuno e tutti ci stanno guardando ahah-
-oh si sì giusto vieni andiamo-. Mi prende per mano e usciamo dal ristorante. Per fortuna l'aria fresca mi fa riprendere un attimo
-mi serviva decisamente pò d'aria- mi dice anche lui. -Vieni ti devo portare in un posto- mi dice prendendomi per mano -avrei preferito in macchina ma dista 10 minuti a piedi da qui-
-non potresti in qualsiasi caso guidare- gli dico mentre ci incamminiamo
-esattamente e poi e più bello camminare anche se- mi dice guardandomi le scarpe
-credimi cammino meglio su questi che non le Converse- scoppiamo entrambi a ridere. Probabilmente ho bevuto troppo vino...togliamo il probabilmente. A mia discolpa posso dire che quel bianco fresco scendeva giù che era una meraviglia...
Dopo un quarto d'ora di passeggiata e molte risate mi ferma di blocco
-ora devi chiudere gli occhi e fidarti di me- adesso il suo sguardo è molto serio. Gli faccio un cenno con la testa e mi mette una mano davanti agli occhi (così grande che li copre tutti e due) mentre con l'altra mi prende e cominciamo a camminare. A un certo punto ci fermiamo e mi sussurra all'orecchio - benvenuta nel cuore della città - togliendi la mano davanti agli occhi. Sbatto gli occhi e BAM: Time Square in tutta la sua bellezza. Vengo invasa da un'esplosione di colori e luci. Sento le braccia di Thomas che mi stringono da dietro e vengo invasa da brividi in tutto il corpo. Non so se sia per lui, per la città, per il vino o perchè solo adesso realizzo. Realizzo di aver realizzato una parte del mio sogno (quello più grande è diventare mamma), realizzo di dover passare un anno della mia vita in una delle città in cui la maggior parte delle persone vorrebbe trovarsi. Sono circondata da luci, persone che si muovono freneticamente e suoni ovunque. Ecco il vero cuore della città.
Vedo che molte persone cominciano a fermarsi e a guardare verso il cielo -non distogliere gli occhi dal cielo mi sento sussurrare piano. Sento una campana che segna lo scoccare della mezzanotte ed ecco che partono dei fantastici fuochi d'artificio. Mi sento stringere più forte da dietro ed io mi sento così al sicuro tra le sue braccia, così tranquilla e protetta come non mi sono mai sentita, così tanto che appoggio la testa al suo petto. Sento le sue braccia allentarsi e lo vedo davanti a me. Mi prende il viso tra le mani con molto delicatezza e si avvicina piano al mio viso. -signorina Anastasia potrei avere il suo consenso per baciarla?- sussurra a 2 centimetri dalla mia bocca. A quanto pare la mia faccia deve essere una risposta più che sufficiente perchè si avvicina ancora di più - doveva essere questo il nostro primo bacio- mi dice poco prima di darmi il bacio più dolce che abbia mai ricevuto.

All of meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora