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Cominciamo a camminare verso il parco e nel tanto chiedo a Zac dove stesse andando per cercare di sviare qualsiasi argomento su di me.
-in realtà per oggi ho finito perché dovevo recuperare delle ore. Tu invece?-
-io cosa?- gli rispondo facendo finta di nulla. Comincia a ridere prima di rispondere -faccio finta di non averti sentito e ti offro un Caffè ok?-
-in cambio tu non mi fai domande sulla giornata di oggi?- gli dico allungando la mano -affare fatto- mi dice stringendola.

Siamo seduti sull'erba in un angolo tranquillo di Central Park che mi sto gustando uno Starbucks buonissimo ma con ingredienti sconosciuti e che non voglio sapere. Stiamo ancora ridendo per tutte le cose strane che Zac mi sta raccontando del suo lavoro. Ho scoperto che ha la mia età e che vive da solo nel palazzo dove abito. Insomma è una specie di custode: in cambio di vitto e alloggio lui deve essere sempre disponibile per qualsiasi cosa.
-eh insomma mi sono ritrovato alle 4.30 di notte a girovagare per tutta la città in cerca di un Donut al rabarbaro perché "mia moglie ha le voglie la prego non la sopporto più"- dice imitando la voce di quel povero uomo -inutile dire che dopo un'ora che giravo inutilmente mi richiama e mi dice che non serve più perché la moglie si era addormentata-
-ahahah era scontato che andasse a finire così-  gli dico ridendo - piacerebbe anche a me avere una persona così al mio fianco- dico molto più seriamente di quanto dovrei... da dove mi è uscita sta cosa?!
Zac mi guarda strano -credo che a chiunque piacerebbe avere una persona così devota al proprio fianco- mi dice fissandomi meglio occhi -tutti diciamo che stiamo bene da soli ma in realtà sogniamo tutti di poterci svegliare la mattina con qualcuno al fianco da poter abbracciare-. Gli rispondo di sì con un cenno della testa riflettendo sulle sue parole. Ha ragione! Cazzo se ha ragione!
-io sono venuta dall'altra parte del mondo per poter stare da sola  ma adesso mi rendo conto che senza le persone che ho conosciuto e sto conoscendo, non ci sarei mai riuscita-
-io credo sia giusto prendersi del tempo per se stessi ma credo anche che ognuno di noi abbia bisogno di qualcuno al proprio fianco-. Mi fissa ancora negli occhi. Non riescono distogliere lo sguardo... è così dolce. Non mette ansia o pressione, non mi mette in suggestione, trasmette semplicemente dolcezza e tranquillità.
La vibrazione del mio telefono ci fa interrompere il contatto.... o qualsiasi cosa fosse.
THOMAS CALL
-ehm scusa devo rispondere-
-si sì certo- mi dice con un sorriso imbarazzato.
-Ehi-
-ah eccoti panterina finalmente mi stavo preoccupando. Ma dove sei?-
-sono al parco te l'ho detto prima-
-e allora perché non hai risposto alle chiamate e ai messaggi di prima?-
stacco il telefono e noto 3 chiamate e si e no 10 messaggi -mi dispiace non l'ho sentito. Comunque è successo qualcosa?-
-no no ma hai detto di vederci per cena. Hai visto l'ora?-
Tolgo il telefono e leggo 8.30
-oddio arrivo, arrivo subito-. Stacco la chiamata e mi alzo
-sono le 8.30 di sera Zac-
-come le....- guarda il telefono e impreca -cazzo è tardissimo- dice mentre ci incamminiamo. - scusa per la parola- dice ridendo. Cominciamo a correre e arriviamo alle porte con il fiatone -porca miseria sono fuori forma. Devo ricominciare a correre- dico prendendo un respiro profondo
-potremmo andare insieme-
-dici davvero?-
-si certo io vado ogni giorno verso le 6 di sera al parco o alla palestra del palazzo quando fa freddo-
-ah giusto che c'è una palestra qua- gli dico prendendo fiato -io correvo sempre con mio fratello a Firenze e mi manca farlo con qualcuno e poi chi non vorrebbe correre a Central Park?- gli dico sorridendo - quindi si, accetto molto volentieri la tua offerta-
-wow ottimo- mi dice sorridendo. Mi piace il suo sorriso. Non smetterei mai di guardarlo. E' così dolce, quel tipo di sorriso che ti trasmette tranquillità a cui dai subito piena fiducia. Quei sorrisi che vuoi vedere di prima mattina appena sveglia o quando sei giù di morale. Cazzo ma cosa sto dicendo?!? Thomas! Cena con Thomas!
-ora scusa ma devo andare- dico mentre mi avvio verso le scale.
-si sì anche io devo recuperare il lavoro di queste ore perse- va dietro la "reception"
-buona cena Ana-
-grazie Zac anche a te. A domani-
-a domani-. Vedo ancora la sua mano che saluta mentre comincio a salire le scale. Prendo bene il respiro prima di suonare.
-ehi Tho...- non riesco a finire la frase che vengo tirata dentro e attaccata al muro. Sento il tonfo della porta che si chiude mentre la sua bocca è sulla mia. È un bacio terribilmente dolce (a discapito della situazione) ma molto profondo. Le mie gambe allacciate alla sua vita. Le nostre lingue che si esplorano con calma e senza fretta.
-bentornata Panterina finalmente. Mi sei mancata- mi sussurra a fior di labbra.
Sorrido pensando che mi piace sempre di più tornare a casa e trovare quest'atmosfera.

All of meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora