Il club di lettura

1.1K 31 19
                                    

Come ogni mercoledì sera, Thomas s'incamminò per dirigersi, a grandi passi, al solito incontro organizzato dal club di lettura, facente parte dell'associazione culturale "Liberamente". L'uomo sembrava davvero impaziente di scaricare lo stress accumulato durante quella giornata.

Amava rifugiarsi in un luogo in cui l'unico odore in grado di riempirgli pienamente il cuore fossero quei numerosi libri disposti con estremo rigore sugli scaffali impolverati. Amava sentire l'odore di quella carta che, a tratti, gli ricordava la sua esistenza solitaria, trascorsa però insieme a quelli che erano stati - ed erano tuttora - i suoi unici compagni di vita.
Compagni di quella vita che lui stesso aveva desiderato costruirsi, compagni di quelle notti insonni in cui il desiderio di realizzare i propri progetti professionali sembrava essere più forte di qualsiasi altra speranza egli potesse covare nella sua anima.

Fin dai primi anni della sua infanzia, Thomas aveva già avuto esperienza con la solitudine, dunque non gli fu difficile protrarre questo suo modo di vivere negli a seguire. I suoi genitori erano infatti sempre in viaggio per lavoro e quando lui aveva deciso di diventare un regista, i due non avevano preso affatto bene la sua decisione. In particolare, suo padre, il famoso regista Mark Hunt, aveva fin da subito manifestato la più completa disapprovazione - nonché la totale mancanza di fiducia - nei confronti del figlio.

Erano trascorsi ormai quattordici lunghi anni da quando lui e Mark avevano smesso definitivamente di parlarsi. Ovviamente, tale circostanza aveva provocato anche il progressivo incrinarsi del rapporto con sua madre Rose, che aveva cercato in tutti i modi di calmare le acque e aggiustare la situazione.
Ma era stato tutto inutile. Hunt non aveva alcuna intenzione di rinunciare a ciò che, un giorno, lo avrebbe reso pienamente felice.

In effetti, all'età di soli diciannove anni, i rapporti con i suoi peggiorarono ulteriormente, per cui Thomas prese, infine, in seria considerazione l'idea di trasferirsi in nella casa del suo nonno materno ormai defunto. È vero, molto probabilmente non avrebbe mai più rivisto i suoi, ma non vi era altra soluzione. In ogni caso, i suoi genitori potevano tuttora contare sul sostegno della sorella, da cui l'uomo riceveva abbastanza frequentemente delle informazioni concernenti il loro stato di salute. Persino lei aveva più volte cercato di riunire la famiglia, senza però ottenere alcun successo. L'astio tra lui e suo padre era davvero troppo grande e, almeno apparentemente, impossibile da colmare.

Era stato proprio questo uno dei motivi che avevano spinto Hunt - in quegli anni di profonda crisi familiare - a coltivare maggiormente l'interesse per la lettura, sebbene egli leggesse fin da piccolo. Il giovane Thomas adorava addentrarsi nella lettura di romanzi di qualsiasi genere e, spesso, al termine del libro, perdersi in profonde riflessioni concernenti lo stesso. Il club di lettura gli aveva fornito la giusta chiave per condividere senza alcun timore le proprie idee. Aveva imparato ad ascoltare maggiormente la propria voce interiore, quella voce in grado di suggerirgli le giuste metodiche per affrontare l'insorgere di difficoltà o ingerenze di qualsiasi natura. Nessuno era, in effetti, a conoscenza di questo suo segreto.

Non che se ne vergognasse, s'intende. Ma l'uomo desiderava coltivare un qualcosa che fosse esclusivamente di sua appartenenza, una passione che, pur avendo sempre manifestato nel suo intimo, non aveva ancora avuto la possibilità di esprimersi appieno. Nessuno sapeva di questo suo amore sconfinato per la lettura, né tantomeno qualcuno avrebbe potuto mai sospettarlo. Certamente, chiunque avrebbe potuto esprimere la propria sorpresa nel vedere il professore in procinto di leggere un romanzo rosa o un qualsiasi altro classico della letteratura, molto spesso annoverato come emblema della lettura prettamente al femminile.

Thomas, però, non aveva alcun pregiudizio di sorta: leggeva qualsiasi romanzo potesse capitargli a tiro. Del resto, ciò che in essi vi era raccontato, era solamente frutto della fantasia. Delle fervide fantasie nelle quali, tra l'altro, si perdeva ben volentieri, facendo spesso paragoni con la sua vita reale.
Quella sera, il club si sarebbe riunito per intraprendere la lettura di un altro famoso romanzo appartenente al ciclo dei cosiddetti 'amori impossibili'. Hunt, in realtà, propendeva maggiormente per i romanzi gialli ma, come detto poc'anzi, non disdegnava affatto libri del genere suddetto.

D'altronde, durante gli anni della sua quieta e silenziosa solitudine 'in quel di Los Angeles', l'uomo aveva avuto davvero molto tempo a disposizione per sperimentare la lettura di generi diversi.
Finché un giorno, per puro caso, aveva scoperto quel club di lettura.

Un manifesto appeso al muro e tanta curiosità furono tutto ciò che spinse Hunt a entrare in quel club.

"Perché non andarci?" aveva pensato. "Tanto non avrei nient'altro da fare il mercoledì sera."

Fu così che, d'impulso, diede retta all'istinto, come spesso ultimamente mancava di fare.
Entrò per la prima volta in quella pseudo-libreria - si trattava piuttosto di una saletta di ritrovo per gli amanti delle discussioni inerenti la politica - sospeso tra l'incredulità di ciò che stava per compiere e la sorpresa nel vedere ciò che, di lì a poco, si sarebbe trovato di fronte.

Interminabili pile di libri e una grandissima biblioteca che si ergeva proprio davanti ai suoi occhi. In definitiva, fu proprio quello spettacolo paradisiaco che lo fece innamorare all'istante di quel posto.
Quel posto speciale in cui Thomas avrebbe potuto rintanarsi in sordina, dopo una lunga - quanto stressante - giornata di lavoro. Sarebbe stato quello il luogo in cui il professore avrebbe finalmente potuto manifestare la propria visione riguardo quella grande passione che lo aveva letteralmente trasportato in un mondo parallelo al suo.

Ovviamente, la cinematografia rimaneva la sua passione più grande, ma egli doveva senza dubbio riconoscere che gran parte del suo genio creativo gli era derivato dalle numerose ore trascorse a leggere quei famosi capolavori letterari creati dai grandi scrittori del passato.
Se qualcuno avesse potuto vederlo, in effetti, lo si sarebbe trovato spesso seduto comodamente sul divano a sorseggiare un bicchiere di vino con un libro in mano, completamente assorbito nella lettura di quel romanzo che aveva colpito il suo interesse, nonché alimentato la propria ispirazione a beneficio dei propri obiettivi professionali.

Negli ultimi tempi, però, dentro di lui albergava un qualcosa che faticava a capire: sembrava che quel passatempo non fosse più in grado di suscitargli quel piacere che, negli anni precedenti, pareva invece rivelarsi naturalmente, senza sforzo alcuno. Malgrado ciò, l'uomo aveva comunque continuato a frequentare il club di lettura dopo il lavoro: vi era sempre quel non so che di irresistibile che lo spingeva a rimanere in quel 'paradiso artificiale'.

No, non si trattava di qualche donna avvenente e affascinante a rinnovare in lui la voglia di essere sempre presente a quegli incontri, né tantomeno la passione sconfinata che nutriva per la letteratura, o almeno non solo.

Chissà, magari in quel posto cercava se stesso. Cercava quell'uomo dai sentimenti spontanei qual erano un tempo. Oppure, cercava semplicemente di recuperare quegli aspetti del suo carattere che gli sembravano essere ormai totalmente perduti.

In realtà, Thomas non aveva mai riflettuto così profondamente da comprendere la reale motivazione che lo spingesse a partecipare alle iniziative bandite dal club, eppure, in lui sentiva l'accrescersi di un certo grado di libertà nell'esprimersi, nonché lo svilupparsi di una spiccata sensibilità per la scrittura, oltre che per la lettura.
Non a caso, era un regista: e come potrebbe mai definirsi un vero regista, se non un grande amante della scrittura creativa applicata alla sceneggiatura di un film?

Dopo qualche minuto, Thomas arrivò sul posto. Fortunatamente, il club si trovava a pochi passi dalla sua abitazione, dunque non gli sarebbe servita nemmeno la macchina per giungervi.
La responsabile dell'organizzazione lo accolse con un enorme sorriso. Qualcuno avrebbe persino giurato che la donna fosse pazzamente innamorata di lui.

"Buonasera, Thomas. Accomodati pure, ti stavamo aspettando."
"Ti ringrazio, Grace. Mi scuso per l'attesa."
"Non preoccuparti." tagliò corto la donna, impaziente di mostrare a tutti i presenti la prossima lettura che aveva in serbo per loro.

Grace si sedette in mezzo al suo pubblico e, come di consueto, fu molto diretta nel dichiarare quale sarebbe stato il prossimo argomento di discussione.

"Bene, direi che possiamo cominciare. Dopo la serie dei racconti dell'orrore dedicati al centenario della morte del grande Edgar Allan Poe, direi che è arrivato il momento di trattare un argomento meno agghiacciante seppur, per alcuni aspetti, maggiormente delicato. Il tema dell'amore."

Perfetto, pensò Hunt.

Spero soltanto di non dovermi sorbire qualche storia melensa o fin troppo inverosimile. Insomma, ne ho lette di molte, alcune anche piacevoli, a dire il vero. Ma spero vivamente che qualunque riflessione possiamo estrapolare da questa nuova lettura, essa stessa risulti perlomeno contestualizzata ai tempi attuali. Si parla fin troppo d'amore, per giunta rapportato ai vari romanzi dell'Ottocento. Un periodo storico decisamente troppo lontano dal nostro, per poter effettuare dei ragionevoli confronti con l'epoca contemporanea.

"Sapete," proseguì Grace "in realtà ho esitato molto nella mia decisione di voler affrontare o meno questa tematica. Ma confesso di voler conoscere i vostri pensieri al riguardo. Pertanto, la lettura che, a partire da oggi, vi propongo, non può che riguardare uno dei più grandi classici della letteratura inglese: Orgoglio e Pregiudizio."

Caspita. Una scelta raffinata quanto molto discutibile.
Hunt aveva letto quel libro, molti anni fa. Non poteva non ammettere che fosse ben scritto e che l'abilità di scrittura di Jane Austen non fosse ammirevole. Ammetteva anche, però, di non ricordare nel dettaglio la trama della storia.

"Conoscete questo libro?" domandò la donna.

In numerosi risposero di sì e molti sembravano addirittura elettrizzati all'idea di poter discutere di un'autrice dall'acume così sviluppato come quello della Austen.

"Benissimo. Prima di cominciare, avrei una domanda da porvi. Una domanda che magari per molti potrà sembrare sciocca o superficiale. Che cosa rappresenta, per voi, l'amore?"

Un silenzio tombale invase la stanza.

Sembrava proprio che nessuno volesse sbilanciarsi dal definire in parole semplici un sentimento di così forte entità.
Il tono di Grace si fece incalzante.

"Avanti, rispondetemi sinceramente! Non è poi così strano formulare un pensiero su questo argomento. Thomas, vuoi provare tu a darne una definizione?"

Sul momento, Hunt giudicò quella domanda fin troppo personale, dunque non sembrava molto propenso nel voler rispondere.
Alla fine, però, non si trovava per caso nel posto giusto al momento giusto? In fondo, nessuna di quelle persone lo conosceva fino in fondo: egli poteva semplicemente essere se stesso e dare libero sfogo ai suoi pensieri, come aveva sempre fatto.

"Personalmente, giudico l'amore con una parola soltanto. Amore è, innanzitutto, rispetto per l'altro. Non penso che si possa costruire una solida storia d'amore, se tale componente non risulta sufficientemente sviluppata da ambo le parti."

Grace annuì.

"Mi sembra una risposta molto interessante. E tu, Jack, come considereresti l'amore?"

Senza pensarci troppo, l'uomo dichiarò apertamente la sua concezione amorosa.

"Io penso che l'attrazione fisica sia indubbio una componente importante, una garanzia al preludio – nonché alla continuazione - - di un eventuale rapporto. Da tale attrazione potrà poi scaturirne una intellettuale che potrebbe condurre, se questa è abbastanza forte, a una vera e propria relazione."

Thomas aveva ascoltato con molta attenzione le parole dell'uomo, senza però trovarsi completamente in accordo con la sua affermazione.
Solitamente, le sue storie precedenti erano state caratterizzate da una sua preliminare - nonché meticolosa - valutazione concernente la personalità della donna con la quale avrebbe voluto uscire. Durante il primo appuntamento, Hunt soleva sempre affidarsi alle proprie sensazioni e impressioni.
Molto spesso, dopo la prima uscita egli era perfettamente in grado di stabilire, senza mezzi termini, se con tale donna sarebbe potuto scattare un qualcosa di più. In caso affermativo, Thomas continuava ben volentieri la frequentazione cercando sempre, però, di analizzare e tenere sotto controllo la situazione.
Dopo Yvonne, in effetti, l'uomo non era ancora riuscito a lasciarsi andare totalmente a un nuovo sentimento. Forse era stata questa la causa principale di quegli anni trascorsi in perfetta solitudine.

Lui, comunque, non avrebbe mai ammesso a se stesso questo suo 'errore'. Nel suo intimo, continuava infatti a ribadire di aver fatto una scelta, una scelta che aveva e avrebbe comportato la decisiva conseguenza di rimanere solo, forse per il resto della vita.

A Thomas, dunque, non importava. Ciò che più contava davvero erano il suo lavoro, le sue passioni e... sì, persino la sua famiglia.
Quella famiglia che lo aveva sempre osteggiato nei suoi progetti futuri e personali. Quella stessa famiglia che in parte disprezzava ma che, in realtà, non era mai riuscito a odiare completamente.

Ecco, nemmeno questo riusciva ad ammettere.
Quante cose nascondeva a se stesso! Forse più di quanto lui potesse mai sospettare. Ciononostante, egli non poteva dichiararsi del tutto estraneo alle vicende familiari, né tantomeno a sua sorella, cui voleva un bene profondo e sincero.

Il fatto che lei si prendesse cura dei suoi genitori e di suo marito la rendeva, a tutti gli effetti, una donna speciale ai suoi occhi. Già, riguardo al matrimonio... Sua sorella Rachel si era sposata proprio lo scorso anno e la notizia aveva colto alla sprovvista il fratello, in parte preoccupato da quella relazione amorosa.
Ci aveva però messo ben poco a ricredersi. Rachel era tremendamente felice, accanto all'uomo che amava.

E questo era ciò che più gli importava.

La sua felicità.

In fondo, anche lui era riuscito a costruirsi il proprio angolo di paradiso, soprattutto durante l'arco di quelle giornate in cui tutto sembrava andare storto.
Ed era davvero soddisfatto di questo.
Perdutosi in tali riflessioni, Hunt tentò di seguire, seppur distrattamente, le risposte degli altri membri del club.

"Per te invece, Rosamunde?"
"Beh, come Thomas ha appena dichiarato, il rispetto è fondamentale. In un rapporto, però, anche la passione deve essere necessariamente un aspetto da tenere in considerazione."

Terminato quella specie di interrogatorio, Grace si alzò dalla sua postazione, facendo un breve resoconto delle risposte che ciascuno dei presenti le aveva fornito. Quelle che sembrò apprezzare maggiormente furono le prime due, nonché quella della sua grande amica Rosamunde.

"Insomma: rispetto, attrazione fisica e passione. Queste tre componenti sono indubbio molto interessanti ma, al prevaricare di una, è ovviamente molto facile che vengano soppiantate le altre. Dunque, dosare con estrema cautela questi tre ingredienti è sicuramente di vitale importanza. Ma veniamo ora al preciso oggetto di discussione di questa sera."

Grace prese il libro dallo scaffale della libreria e ne distribuì alcune copie ai partecipanti.

"Benissimo, è tutto pronto. Cominciamo."

Ricominciare - L'Alunna e Il ProfessoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora