Alla ricerca della felicità perduta

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Quella stessa sera, Hunt aspettò pazientemente che Jane gli inviasse la sua sceneggiatura. Attese invano per altre due ore dopo aver cenato - pensando e ripensando anche a quel magnifico abbraccio cui si erano entrambi abbandonati nel suo ufficio - ma sembrava proprio che la studentessa non intendesse spedirgli la sua opera. Proprio quando, ormai rassegnato, stava per spegnere il laptop, una notifica gli comparve nella barra degli indirizzi. Era proprio la mail della signorina McMiller. Con il cuore in gola, l'aprì e scarico l'allegato, cui era associata la seguente frase:


Scusami per l'ora, ma il mio computer ha fatto un bel po' di capricci... buona lettura.
Thomas sorrise e, scuotendo la testa, cominciò immediatamente a sintonizzarsi in quello che lui amava definire 'l'universo-Jane'. Fin dal primo istante, venne catapultato in un mondo 'fantastico', un mondo in cui la ricerca della felicità era l'indiscussa protagonista, l'obiettivo principale di tutti coloro che vi abitavano. Fu una storia intrisa di speranza, una storia che, il più delle volte, gli strappò un sorriso, dalla testa e dal cuore. Si soffermò nuovamente sul frammento di testo che più aveva catturato la sua attenzione:


E quando la felicità gli passò dinanzi, lui non la riconobbe. Non si scostò, ma non gli andò nemmeno incontro. Rimase lì, inerme, a fissarla con estrema serietà, con uno sguardo corrucciato - ma che tradiva comunque una certa curiosità - cercando di scrutarne con viva attenzione i lineamenti gentili e in parte sornioni; dei lineamenti che denunciavano persino un lato nascosto e seducente che quell'uomo sembrava ignorare completamente. Pareva che nulla potesse scalfire la sua corazza intrisa di una dolcissima freddezza che aveva conquistato, senza nemmeno rendersene conto, una giovane donzella che adesso piangeva per lui, perché proprio lui aveva spento la fiamma di quella meravigliosa favola che stava nascendo tra loro.


Thomas analizzò quelle righe più di una volta: in esse, vi percepì un qualcosa di vagamente familiare. In cuor suo, cominciò a porsi delle impellenti domande...

Quante volte ci sembra che la felicità sia a portata di mano ma poi, invece, ci si accorge che questa è destinata a scomparire in men che non si dica, lasciando il posto a un vuoto apparentemente incolmabile? Quante volte si dà ascolto a quella vocina interiore che ci spinge ad accantonare i nostri reali desideri in nome delle convenzioni sociali?

Non appena Hunt terminò di leggere quella sceneggiatura per l'ennesima volta, l'uomo si rese conto che la vita gli aveva dato finalmente l'opportunità di essere felice, ma lui la stava gettando via senza nemmeno pensarci. Era forse questo l'implicito messaggio che Jane intendeva trasmettergli con quella sceneggiatura? Era forse lui quell'uomo di cui si parlava nel frammento che poco prima aveva letto ad alta voce? Oppure, la ragazza voleva solamente rivelargli quanto fosse stata felice insieme a lui durante il periodo trascorso insieme? In fondo, il titolo parlava chiaro: 'Alla ricerca della felicità perduta'.

Poteva essere stato davvero lui 'la felicità' per Jane? E lei, lo era stata per lui? Thomas non esitò nemmeno un istante nel fornire a se stesso la sua risposta. Ovvio che con lei avesse riscoperto, anche se per poco, il gusto della felicità.

Ovvio che il più delle volte, insieme a lei, si fosse nuovamente sentito un ragazzino alle prime armi con l'amore. Ma era altrettanto ovvio che ormai egli aveva trentatré anni e non poteva più ragionare né comportarsi come un ragazzo di venti. Non poteva assolutamente lasciarsi andare a un sentimento che per quanto stupendo, fresco, spontaneo, genuino, non avrebbe avuto alcun futuro. Attrazione o no, sentimento o no, doveva starle il più possibile lontano... e se ci fosse stato, come d'altronde le aveva promesso, per lei sarebbe stato unicamente presente nelle vesti di professore.

***

Circa un'ora dopo avergli inviato quel file, Jane era ancora sveglia, sdraiata sul letto, immersa nei suoi pensieri. Quella sera, malgrado i suoi sforzi, non era proprio riuscita a studiare qualcosa in vista dell'esame di Estetica I... in effetti, la giovane continuava a pensare a quell'inaspettato abbraccio che Hunt le aveva regalato nel suo ufficio e alle emozioni forti a questo connesse, nonché alla sua sceneggiatura. Tutt'a un tratto, la cerimonia di premiazione che il giorno stesso l''aveva decretata vincitrice era passata in secondo piano. A dirla tutta, malgrado le opinioni entusiastiche degli insegnanti della commissione, doveva ammettere quanto fosse curiosa di conoscere l'opinione di Thomas riguardo il suo scritto. Eppure, qualcosa le diceva che il suo professore non avrebbe mai risposto a quella mail che gli aveva inviato.
Ed effettivamente, non si sbagliò.


Nonostante fossero trascorse altre due ore dal suo invio, la risposta tanto attesa non arrivò e, molto probabilmente, non sarebbe mai arrivata. In cuor suo, la ragazza poté soltanto sperare che avesse quantomeno giudicato decente quell'elaborato, sebbene un suo giudizio critico non sarebbe affatto guastato alla sua crescita personale. In fondo, Hunt era il suo professore e lo sarebbe stato ancora per lungo tempo. E in definitiva, lui glielo aveva promesso: ci sarebbe sempre stato per lei, anche se soltanto come un semplice professore.

Ricominciare - L'Alunna e Il ProfessoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora