Clandestini

936 32 24
                                    

Nei giorni che seguirono, Thomas e Jane limitarono i loro incontri per non destare nella mente dei colleghi o negli studenti dei forti sospetti. Effettivamente, la giovane studentessa si recava ben di rado nell'ufficio del suo professore ma i due continuarono, nonostante i vari impegni accademici e lavorativi, ad approfondire la loro conoscenza attraverso un fitto scambio di messaggi e telefonate che, pur non compensando del tutto il loro desiderio di trovarsi l'uno accanto all'altra, riuscivano comunque ad alimentare la loro speranza che, un bel giorno, avrebbero potuto frequentarsi in pubblico senza provare alcun timore, né tantomeno vergogna per un qualcosa che ai più poteva apparire sconveniente.

Ed effettivamente lo era.

Eppure, nessuno dei due voleva pensare alle inevitabili conseguenze cui avrebbero dovuto far fronte nel caso in cui qualcuno li avesse scoperti. Per un intero mese, entrambi avevano continuato a vedersi, seppur di rado, a casa di Hunt, al riparo da sguardi indiscreti. Alcune volte, nel cuore della notte, Jane soleva tornare nel suo dormitorio senza che nessuno potesse accorgersi della sua assenza. In effetti, solamente Addison era al corrente dei loro incontri segreti.

Una volta, i due, spinti dal grande desiderio di trascorrere una serata diversa, avevano persino provato a prenotare una serata in un ristorante ben lungi dall'università e dai pressi di Los Angeles, ma con scarsi risultati. Quell'unico incontro pubblico si era trasformato, in effetti, in una cena di lavoro che aveva completamente distrutto l'atmosfera romantica inizialmente creatasi.

Qualcuno aveva infatti riconosciuto il grande regista e gli si era avvicinato al tavolo, dunque egli non poté fare altro che inventarsi una scusa plausibile, dichiarando che la signorina McMiller avrebbe dovuto sostenere un importante colloquio con un direttore cinematografico per poter elaborare una futura tesi sull'argomento da lei scelto e di cui Hunt era l'assoluto specialista.

Dopo tale esperienza, entrambi decisero a malincuore di abbandonare il proposito di vedersi in pubblico. Ed ecco che, nel suo dormitorio, Jane si preparò a trascorrere l'ennesima serata a casa di Thomas. Non appena terminò di prepararsi, Addison passò a prenderla e la lasciò proprio davanti la casa del professore.

"Mi raccomando, divertiti!" le disse Addison. "Ma vedi di non fare troppo tardi. Anch'io ho bisogno di sfogarmi e raccontarti delle mie avventure, di tanto in tanto" aggiunse poi, facendole l'occhiolino.

"Non so come ringraziarti Addi, sei una vera amica. Mi dà sicurezza il fatto che tu sia sempre pronta ad accompagnarmi e a sostenermi in questa piccola grande... follia."

"Concordo con te, è davvero una follia. Ma se ti rende felice... Allora lo sono anch'io per te."

Le due si abbracciarono e, dopo qualche istante, Jane uscì dalla macchina. In sordina, varcò immediatamente la soglia del portone e salì rapidamente le scale. Non appena suonò il campanello, Thomas aprì la porta.

"Prego, entra pure" esordì Thomas, regalandole un dolce sorriso. "Non sai quanto ho aspettato questo momento."

L'uomo la strinse forte a sé e lei ricambiò il suo gesto. Per un'intera settimana, i due non si erano visti se non di sfuggita all'università, dunque si erano dovuti accontentare di qualche telefonata.

"Anch'io non vedevo l'ora di vederti" disse lei, dandogli un bacio.

Thomas assaporò quel magico momento continuando, allo stesso tempo, ad inspirare il dolce profumo di Jane, che aveva letteralmente invaso la stanza, mescolandosi all'acqua di colonia che lei amava tanto.

"Sai, è stata una settimana davvero pesante" le disse poi, trascinandola sul divano e continuando a baciarla. "E sono davvero felice che il weekend sia culminato con il nostro incontro."

Ricominciare - L'Alunna e Il ProfessoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora