Per un'intera settimana, Hunt e Jane smisero persino di parlarsi. In particolare, sembrava proprio che Thomas facesse di tutto per non incrociare la studentessa per i corridoi dell'università, rinchiudendosi per ore nel suo ufficio assicurandosi che nessuno potesse disturbarlo. Più di una volta, Jane si era recata davanti a quella porta per poter affrontare con lui un eventuale discorso, ma c'era sempre un qualcosa che la faceva desistere da quel proposito. In fondo, aveva ripromesso a se stessa di concedergli tutto il tempo necessario per analizzare a fondo la situazione difficile in cui riversavano. Questa volta, doveva aspettare con la speranza che il suo professore si facesse vivo di nuovo, parlando a quattrocchi del 'problema Beverly' e assimilati.
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Anche quella mattina, Thomas si rintanò nel suo ufficio al fine di sbrigare alcune pratiche di routine: stilare rapporti, contattare agenzie cinematografiche interessate a un'eventuale proposta di collaborazione con la Hollywood U e altre mansioni che solitamente occupavano gran parte delle sue giornate e, nel migliore dei casi, la sua mente. Tutto questo pur di non pensare a Jane. Gli ultimi giorni trascorsi senza di lei avevano provocato in lui l'improvviso – quanto sgradito - ricordo della sua esistenza solitaria, un'esistenza che non era mai gravata sulle sue spalle, almeno fino a quel momento.
Per la prima volta, gli si rivelò difficile non inviare anche un semplice messaggio di buongiorno a Jane come soleva fare in precedenza. Tutt'a un tratto, egli non era più presente nella sua vita, se non come un semplice professore. Ed era quella la cosa più giusta. In fondo, lui lo sapeva fin dall'inizio. Eppure, con genuina incoscienza aveva ignorato il tutto e adesso si trovava a fare i conti con la dura realtà delle cose. Jane gli mancava moltissimo, questo non poteva certo negarlo. E ostinarsi a non pensare a lei, al suo sorriso, ai suoi bellissimi occhi azzurri e a quella notte si rivelò essere una delle peggiori prospettive cui potesse 'rifugiarsi'.
Ma era giusto che la ragazza non vivesse nella paura e nel rimpianto che sarebbe prima o poi senz'altro scaturito in lei se qualcuno fosse venuto a conoscenza del rapporto poco professionale che c'era stato tra loro. Ripercorrere con la mente quanto avevano vissuto prima che Beverly rompesse quei meravigliosi attimi di felicità, però, non gli facilitò del tutto il ritorno alla sua vita normale. In cuor suo, sapeva che non poteva fare finta di niente e che doveva rivedere Jane almeno un'ultima volta fuori dall'università per spiegarle la situazione ma, allo stesso tempo, tentennava dal chiamarla e fissare con lei un appuntamento. Non avrebbe affatto voluto darle false speranze ma, in ogni caso, sapeva di doverle dire comunque la verità.
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"No Addison, credo proprio che Thomas non ne voglia più sapere di me... dopo quanto successo l'altra sera, l'ho visto distante come non mai. E in questi giorni ne ho avuto la conferma. Non ci siamo parlati, né tantomeno guardati quando ci siamo incontrati per caso nei corridoi" concluse Jane sconsolata, gettandosi per l'ennesima volta sul letto.
"Beh, cerca di capirlo almeno" rispose Addison. "State rischiando entrambi per un qualcosa che forse non avrà futuro. Quello che voglio dirti è questo... secondo te, il gioco vale la candela?"
"Intendi dire forse che stiamo giocando, Addi? Perché se è così, devo proprio contraddirti."
"D'accordo, d'accordo. Ma cerca di analizzare la situazione. Chiunque, al vostro posto, sarebbe disposto a preservare la propria immagine dal..."
"Chiunque, ma non io" rispose Jane, con estrema convinzione. "Per Thomas ho provato delle emozioni inspiegabili... siamo stati davvero bene insieme. Ecco, io... io sono innamorata di lui. Lo capisci?"
Addison le regalò un sorriso.
"Sì, ti capisco benissimo. Ho visto quanto eri felice ogni volta che dovevi vederti con lui. Sembrava toccassi il cielo con un dito. E ho visto anche Hunt... si vedeva che era cambiato negli ultimi tempi, l'ho visto più rilassato e decisamente più sereno. Ma lui ha una carriera solida e non credo sia disposto a rischiare di perderla... nemmeno se provasse i tuoi stessi sentimenti."
"Sì, lo so" rispose Jane. "Nell'ultimo mese mi ha detto tante cose importanti e tutti i suoi gesti, anche i più piccoli, hanno significato davvero molto per me. Nessuno dei due si era sbilanciato ad affrontare in modo profondo i sentimenti che abbiamo provato l'uno per l'altra fino al giorno della première, quando tu ci hai spinti ancora di più l'uno nelle braccia dell'altro... e non sai quanto ti sono grata che tu e Ethan mi abbiate salvata da Beverly..."
"Uno dei grandiosi trucchetti da spia di Ethan... però?" continuò l'amica, tornando all'oggetto di discussione principale.
"Però non è bastato, Addi... Comunque, aspetterò che lui mi chiami" continuò Jane. "Anche se sarà soltanto per rivederci un'ultima volta, io sarò pronta ad ascoltare le sue ragioni. E se anche dovessimo separarci, dovrò fare in modo che questa separazione definitiva sia la meno sofferta possibile. Non voglio che lui rinunci alla sua vita soltanto per me."
Mentre Jane pronunciò queste parole, una lacrima le solcò il viso. Poi, la stessa capitolò proprio nel maglione di Addison, la quale si era avvicinata a Jane per regalarle immediato conforto.
***
Nelle ultime settimane, Malcom aveva intensificato le sue personali ricerche sul conto di Hunt. Non aveva trovato nulla di sospetto negli archivi concernenti i suoi precedenti anni di insegnamento. Non un'infrazione, non una tresca (anche di poco conto) con una studentessa o ex-studentessa che fosse... niente di niente. Tutto, ma proprio tutto, era in regola e lui non aveva uno stralcio di indizio, se non quello che Beverly gli aveva fornito.
Chi diavolo poteva essere questa 'Jane McMiller'?
L'attrice non aveva saputo fornire un adeguato identikit sulla ragazza, se non pressappoco la sua età: secondo i suoi calcoli, la giovane non doveva avere più di ventuno anni. Sarebbe stato dunque probabile che la suddetta fosse una sua studentessa, ma come verificare questa arguta - quanto ovvia - supposizione? Egli non aveva accesso alle credenziali degli studenti del corso di Hunt, se non lo stesso insegnante. Come intrufolarsi, dunque, nel suo computer in modo da scovare i dati personali dei singoli studenti trovando infine questa fantomatica 'Jane McMiller'?
Improvvisamente, gli venne l'idea di recarsi dal preside Cook al fine di ottenere delle informazioni al riguardo ma, alla fine, egli pensò che fosse meglio sbrigarsela da solo, senza destare alcun sospetto. Con estremo rigore, Stone controllò i referti delle sue ultime attività alla Hollywood U, dalle conferenze tenutesi nei mesi precedenti, ai corsi di recupero che aveva svolto negli ultimi mesi.
D'improvviso, una scoperta sconcertante gli risollevò immediatamente il morale e un ghigno malefico si impresse sul suo volto. Quella Jane McMiller aveva partecipato al corso di recupero che egli aveva impartito nel mese di Gennaio! Come cavolo aveva fatto a non pensarci? In fondo, quella studentessa si era distinta per merito, bravura e capacità rispetto agli altri studenti...
Poteva dunque trattarsi di quella ragazza?
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Ricominciare - L'Alunna e Il Professore
Romance[COMPLETA] Hollywood U è una delle università più prestigiose della California. Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s'interpone tra lei e il suo sogno...