Nei meandri di S. Lake Street

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Il giorno dopo, Thomas e Jane si incontrarono in un bar a pochi isolati dalla casa di quest'ultima. Il quartiere in cui abitava Jane non era molto affollato, dunque i due avrebbero potuto confrontarsi e parlare in tutta tranquillità. Quando Thomas giunse a destinazione, Jane notò l'abbigliamento poco formale del professore.

Probabilmente, aveva indossato dei vestiti semplici per non dare troppo nell'occhio, o magari per dimostrare a chiunque di essere una persona normale, esattamente come tutte le altre. E Jane non poté non ammirare quanto fosse altrettanto elegante in quella veste. Ancora prima di sedersi, entrambi si scambiarono una stretta di mano per non destare sospetti. Ma non fu altrettanto facile nascondere il sorriso che 'popolava' i loro volti.

"Allora, come stai? Cosa mi dici delle interviste?" domandò Jane, sedendosi finalmente sul tavolo.

"Nulla di così eccitante da segnalare..." rispose lui, scuotendo la testa. "Le solite domande di routine."

"E la città di New York? Un bello spettacolo, non è così?"

"Sarei più propenso nel definire...." Thomas si guardò intorno. "lei uno spettacolo, signorina McMiller." disse poi, sussurrando. Ma converrà con me che, per lo meno in questa circostanza, è necessario discutere dell'ultima esperienza di laboratorio scenico che ha svolto qualche settimana fa. Domande preliminari?"

"A dire il vero... sì" rispose ironicamente Jane, nascondendo un sorriso. "Potresti smettere di essere così formale?" continuando a dargli del tu.

"Questa è la Jane McMiller che conosco" ribatté Hunt con un sorriso. "Ma in questa circostanza, è necessario rimanere professionali. Ti prometto che avremo modo di parlare più tardi delle nostre questioni private. D'accordo?" rispose lui, arrendendosi 'alla volontà' della giovane.

"Mi sembra giusto" convenne Jane, compiaciuta. "Comunque... riguardo l'esercitazione, ammetto quanto la sua difficoltà mi abbia completamente spiazzata, per lo meno all'inizio. Alla fine, però, mi sono fidata della mia discreta esperienza e di quel fiuto di regista che decanti sempre nelle tue lezioni. E devo ammettere anche quanto sia stato stimolante districarmi nei meandri della suddetta prova."

"E brava la mia studentessa. Quanto alle relative difficoltà?"

Jane ci rifletté un minuto.

"Beh, queste riguardavano per lo più la scelta di un piano piuttosto che un altro, con specifico riferimento alle scene proiettate nel video."

Hunt ascoltò attentamente Jane, nonostante non riuscisse a distogliere lo sguardo dai suoi occhi azzurri, dai quali traspariva la sua stessa felicità.

"Concordo con te" le disse poi. "Non era affatto facile, ma ti annuncio che ci sei riuscita quasi alla perfezione."

Il professore estrasse il suo elaborato dalla valigetta e glielo porse.

"Guarda tu stessa."

Con profonda incredulità, Jane guardò il suo scritto. Poi Hunt. Poi di nuovo il foglio.

"Wow, ma... è fantastico!" esclamò lei, in preda all'entusiasmo. Ci sono solamente tre errori!"

"Sorpresa? Hai fatto davvero un ottimo lavoro, i miei complimenti."

"Ti ringrazio... Adesso, però, dobbiamo festeggiare."

"Cos'hai in mente?" domandò Thomas alzando un sopracciglio.

"Usciamo da qui, ti prego."

"Lascia almeno che prenda un caffè!" ribatté lui.

Ricominciare - L'Alunna e Il ProfessoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora