Il tanto atteso martedì arrivo in men che non si dica e, come di consueto, Hunt e la sua studentessa si riunirono nel suo ufficio nel pomeriggio. Incontratisi nell'attico, i due salirono poi in ascensore, al fine di non destare troppi sospetti. Secondo Thomas, sarebbe stato meglio non alimentare quelle voci di corridoio di cui aveva parlato il suo amico, nonostante in esse non vi fosse nulla di vero. Non appena entrarono nell'ufficio, Thomas andò dritto al punto.
"Signorina Jane, come ben sa l'ho convocata qui per discutere della proposta di cui mi ha parlato la settimana scorsa. Ebbene, senza perdermi in ulteriori preamboli, le dico che ho l'assoluta intenzione di accettarla."
Con cautela, Hunt posò gli occhi su quelli della giovane, scrutando la sua reazione. Sul momento, Jane rimase impassibile. A quanto pare, una parte di sé non se l'aspettava.
"Ne è davvero sicuro, professor Hunt?" domandò infatti, quasi non credesse a ciò che lui aveva appena detto.
"Cos'è, si sta per caso tirando indietro?" ribatté Hunt, palesando un'espressione falsamente contrariata e nel contempo sorpresa.
"No, certo che no!" si affrettò a rispondere Jane. "È che non mi aspettavo che me lo dicesse così, senza..."
"Senza tanti giri di parole?"
"Esatto. Ma se lei ne è davvero convinto, possiamo anche cominciare subito."
"Benissimo" ribatté lui. "Non aspetto altro. Lei si accomodi pure, intanto... Io devo uscire un attimo. Avrei una telefonata piuttosto urgente da fare."
Jane annuì, cercando di mostrarsi tranquilla. Dalle parole del professore, però, intuì che qualcosa non andava. Thomas chiuse la porta non accorgendosi, però, che la stessa si riaprì immediatamente, rimanendo abboccata. Nel frattempo, Thomas compose il numero di telefono di Lennard e attese la sua risposta.
"Pronto, Lennard? Sì, sono nel mio ufficio... Il mio piano d'azione sta andando a gonfie vele."
La studentessa tese l'orecchio. A cosa diavolo si stava riferendo il professor Hunt?
"Si, ho deciso di ricominciare da capo e di riprendere in mano la mia vecchia sceneggiatura. Sento che, a poco a poco, sto ritrovando la giusta ispirazione."
"Bene, sono felice di sentirlo" intervenne Lennard, dall'altro capo del ricevitore. "E a cosa si dovrebbe questo suo... 'ritrovamento' di ispirazione, se così si può definire?"
In quel momento, Hunt si voltò e vide che la porta era rimasta semiaperta. Jane abbassò immediatamente lo sguardo, sebbene fosse convinta che il professore l'avesse già vista.
"Glielo spiegherò più tardi, Lennard..." proseguì Hunt, come se niente fosse. "In questo momento sono occupato" disse poi, guardando la studentessa con la coda dell'occhio e stando attento a non lasciarsi sfuggire ulteriori dettagli.
"Capisco... Dunque, alla fine ha ascoltato il mio consiglio, eh?" rispose lui, con un tono decisamente malizioso.
Hunt scosse la testa, ma prima che potesse controbattere Jones continuò il suo discorso.
"Mio caro Hunt, sfrutti al massimo questa occasione, mi raccomando. Qualsiasi genere di aiuto lei possa tuttora ricevere o aver ricevuto da parte di spettatori – o meglio spettatrici esterne – è sempre ben accetto per coloro che decidono di sottostare alle esigenze che il nostro mondo richiede. E spero vivamente che questo non faccia altro che alimentare la sua ritrovata ispirazione."
"Certamente" si limitò a rispondere lui, rientrando nel suo ufficio e ignorando le sue assurde congetture. "Arrivederla."
Hunt chiuse la telefonata e si sedette di fianco alla studentessa, ancora scossa da quello stranissimo colloquio che Hunt aveva appena avuto con il suo misterioso interlocutore. Un colloquio dal quale non era emerso nulla di particolare dalle parole di Thomas, che perlopiù si era limitato ad ascoltare, piuttosto che a discorrere di un argomento urgente, così come egli stesso lo aveva definito.
"Bene Jane, dove eravamo rimasti?"
La giovane non resistette alla tentazione di chiedergli con chi avesse parlato al telefono, sebbene non avesse il diritto di immischiarsi nei suoi affari.
"Nessuno di così importante da meritare ulteriore attenzione... Solamente un amico di vecchia data. Avanti, cominciamo a lavorare" disse poi, cambiando discorso.
Jane forzò un sorriso. Qualcosa le diceva che Hunt non le avesse detto la verità. Le stava forse nascondendo qualcosa di importante? Di quale piano d'azione stava parlando al telefono? Ma soprattutto, con chi? Di sicuro e per qualche oscuro motivo, anche lei doveva essere stata in qualche modo coinvolta in quella strana telefonata.***"Intanto, mi sto impegnando a fondo per far credere a chiunque conosca il professor Hunt che il 'signorino' nasconde qualcosa che non intende rivelare proprio a nessuno, nemmeno ai suoi amici più fidati."
Il computer di Wilson trillò poco dopo aver inviato quel messaggio.
"Ti riferisci alla questione del diario?" gli aveva domandato Malcom.
"Esattamente."
"Ma se non hai nessuna prova concreta, sarà davvero difficile che ti credano."
Wilson digitò la sua risposta.
"Questo lo vedremo. Non farei tutto questo se non fossi davvero convinto che Hunt nasconde qualcosa e che potrebbe trovarsi coinvolto in una specie di relazione clandestina."
"Quindi ti stai prodigando per danneggiare la sua... immagine, in un certo qual senso..."
"Esatto, ma ovviamente non abbastanza da impedirgli la sua partecipazione al Festival."
"Capisco. Mossa astuta la tua... Ma cosa mi dici di Priya?"
In quel momento, Wilson chiuse il collegamento. Nonostante ci avesse pensato per un'intera settimana, l'uomo non aveva ancora deciso come comportarsi con lei. I due si erano ultimamente incontrati all'università senza però scambiarsi nemmeno una parola, bensì soltanto un cenno di saluto che non aveva ancora lasciato spazio al loro ravvicinamento. In ogni caso, il regista doveva assolutamente prendere una decisione.
***Non appena la studentessa tornò nel suo dormitorio, le capitò tra le mani il libro di Jane Austen e, in un momento, ripensò a tutti quegli episodi e a tutte le discussioni tenute con Hunt all'interno di quel club di lettura e che avevano sancito l'inizio di una conoscenza reciproca più profonda rispetto a quella che i due avrebbero potuto avere all'università. Insomma, quell'esperienza le aveva davvero lasciato il segno e ne provò sentita nostalgia.
Peccato che, almeno per il momento, non avrebbe potuto più recarvisi. Suo malgrado, il lavoro e lo studio non le permettevano di frequentarlo assiduamente, dunque questo l'aveva spinta ad abbandonarlo per un po'. Chissà se anche Thomas aveva fatto lo stesso. Colta da un impeto improvviso, la giovane riprese a leggere quel libro che ormai da molto tempo aveva gettato sul comodino della sua camera con la speranza che un giorno potesse riprenderne la lettura. E quel tardo pomeriggio, almeno per un'oretta, la giovane intendeva tener fede a quel proposito, senza pensare a nient'altro.
Tutto il resto poteva aspettare.
***Doveva ammetterlo: il club di lettura gli mancava. E a pensarci bene, non solo quello. In effetti, gli mancava doversi in qualche modo difendere dagli attacchi spontanei e diretti di Jane, di doversi scontrare con le sue ideologie, con i suoi pregi e difetti, con la sua incontestabile determinazione, con quella testardaggine che in parte lo affascinava. Quel club di lettura, però, aveva tirato fuori un nuovo lato di entrambi; un altro lato del 'burbero' professore e della sua 'impossibile' studentessa, che ora lo affiancava nelle vesti di un'apprendista docile e matura - ma comunque pur sempre impulsiva -.
Al club di lettura, erano stati ben altro... Lui nelle vesti dell'impavido, romantico e spavaldo Darcy... Lei nelle vesti dell'ardita, testarda e sognatrice Elizabeth.
Thomas bevve un altro sorso di caffè.
Non appena era tornato a casa sua, non aveva fatto altro che crogiolarsi in quelle 'strane' riflessioni che con prepotenza avevano preso possesso di lui. Il suo occhio gli era caduto per puro caso sul libro della Austen che teneva sul comodino e che da molto tempo non si apprestava a leggere. Il motivo appariva ben chiaro agli occhi del regista: lui e Jane avevano di gran lunga preferito imparare a leggersi l'un l'altra, senza che vi fosse un romanzo a scandire quanto stessero imparando da quella collaborazione che si stava rivelando assai prolifica.
Lui aveva imparato a essere più ardito e forse meno rigido, lei a essere più razionale e tranquilla. Quell'esperienza professionale stava radicalmente cambiando le loro esistenze e Thomas sperava soltanto che la sua missione, il suo 'folle' piano d'azione, potesse giungere presto alla tanto agognata conclusione, per poi... L'uomo sospirò nuovamente. Con sentita nostalgia, prese tra le mani il libro di Jane Austen e ne inspirò leggermente il profumo. Poi afferrò con decisione il 'famigerato' segnalibro, quel segnalibro, e lo bruciò all'istante con un accendino, proprio come aveva fatto mesi fa con quella fotografia. Dopodiché, riprese la lettura del romanzo da dove lo aveva lasciato, deliziandosi per un'oretta di quello scenario ottocentesco e romantico che lo caratterizzava.
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Ricominciare - L'Alunna e Il Professore
Romance[COMPLETA] Hollywood U è una delle università più prestigiose della California. Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s'interpone tra lei e il suo sogno...