Ragione e sentimento

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"È ufficiale, lo odio!" dichiarò Jane, buttandosi sul letto.
"Avanti, non esagerare." rispose Addison, cercando di smorzare la sua rabbia. "In fondo, ti ha solamente detto di non provocare alcuna distrazione in Kevin. Sei una bella ragazza, sarebbe perfettamente legittimo."
"Dai Addi, ti prego!" l'ammonì Jane "Sai benissimo che non si riferiva a quello. Comunque, questo ti sembra normale? Quel professore mi manderà letteralmente fuori di testa! Ma si è messo contro la persona sbagliata, e lui questo ancora non lo sa."
"Jane, calmati... Siediti e parliamone come due persone mature. Esattamente, cosa ti ha infastidito del suo comportamento?"


Jane fece un bel respiro e, dopo aver recuperato un minimo di tranquillità, tentò di spiegare il suo punto di vista.

"Addi, tu sai bene quanto io elogi la qualità della didattica del mio corso di laurea... E il professor Hunt è un professore davvero qualificato, un docente che riesce a trasmettere perfettamente il senso di studiare la cinematografia e i segreti che si nascondono dietro questa bellissima arte. Insomma, credo che questa mia passione sia indubbiamente cresciuta, da quando sono entrata alla Hollywood U."

"Ma?" rispose Addison, incitandola a continuare.

"Ma non riesco a capire il suo atteggiamento nei miei confronti. Sto cominciando a pensare che Hunt ce l'abbia davvero con me e io non so proprio come rispondere alle sue provocazioni. Non capisco perché lo stia facendo, perché continui ad addossare la colpa su di me persino quando ho ragione di pensare di aver fatto davvero la cosa giusta."

Addison sorrise.

"È perfettamente normale non trovarsi d'accordo con dei docenti, ma non per questo devi preoccuparti. Lui ha la sua vita e tu hai la tua. Concentrati sui tuoi progetti e non dare troppo credito alle sue affermazioni."
"Come al solito hai ragione, amica mia."

"Insomma, combattere con una testa calda come te non deve essere semplice, cerca di capirlo!" replicò l'amica, cercando di strapparle un sorriso.
"Hey!" replicò Jane, guardandola con severità "È lui il tipo complicato, non certo io. E ti dirò di più: alle volte la sua eccessiva compostezza mi mette a disagio. E il fatto di non riuscire quasi mai a comprendere le sue reali intenzioni suscita in me i pensieri più assurdi."

"Beh, è un tuo professore e ha qualche anno più di te... È normale che sia diverso da noi studenti. Non sforzarti nel cercare di capire gli uomini, men che meno i professori. Dovrai ammettere quanto Hunt sia affascinante, comunque." continuò Addison, cambiando l'oggetto di discussione. "Dovresti vedere il professore di Design affiancato alla Singh... Il massimo dello charme, insomma."

"Il fascino non è tutto nella vita." dichiarò Jane in modo fermo. "Ciò che conta maggiormente è il carattere e credo proprio che Hunt sia un uomo dalle mille complicazioni. Una cosa però devo dirla: credo di non aver mai conosciuto un professore così appassionato e dedito al suo lavoro. Insomma, durante le sue lezioni riesco a percepire la sua forte passione dal modo con cui espone i concetti, nonché dal suo sguardo. Uno sguardo che sembra perdersi nel proprio paradiso terrestre. E ammetto che, in quel preciso istante, mi piacerebbe tanto far parte del suo paradiso..."

A seguito di quell'ultima affermazione, Jane si tappò la bocca all'istante.

Che cosa aveva appena detto?!

"Wow, ma che belle parole!" rispose Addison con entusiasmo, facendole l'occhiolino.
"Non fraintendermi, Addi." riprese Jane, cercando di non dare troppo peso al suo pensiero. "Tutto ciò che vorrei è svolgere il mio lavoro facendo appello a quella stessa passione che Hunt dimostra in quei momenti. Ecco, soltanto in questa caratteristica riesco a riconoscergli dei tratti simili ai miei. Ma per il resto, non abbiamo proprio nulla in comune."

"Ne sei proprio sicura?" fece Addison, cercando di nascondere la sua curiosità.

In quell'istante, l'immagine del professor Hunt al club di lettura riaffiorò ancora una volta nella mente di Jane. In realtà, i due condividevano anche quella passione. Quella passione cui la giovane era rimasta indissolubilmente legata fin dagli anni della sua adolescenza. Una passione testimoniata dalla presenza di tutti quei libri disposti con estrema precisione sugli scaffali della sua personalissima libreria.

"Certo, ne sono assolutamente sicura." ribadì Jane, mentre prendeva tra le mani il libro di Jane Austen.

***

"Stai tranquillo Malcom, ti ho appena detto che è tutto sotto controllo!" sentenziò Wilson, mentre conversava al cellulare. "Vedrai che riuscirò a convincerlo. Adesso devo andare, ci sentiamo più tardi."


Chiusa la telefonata, qualcuno bussò alla porta.

"Priya, che piacere rivederti." disse Jack, andandole incontro. "Non ti aspettavo."

La donna sorrise.

"Beh, volevo farti una piccola sorpresa."
"Una sorpresa più che gradita." replicò l'uomo, dandole un dolce bacio. "Ma volevi forse parlarmi di qualcosa in particolare?"
"No, in realtà no. Sono solo passata per sapere come stavi." disse Priya, distogliendo per un attimo lo sguardo.
"Qualcosa mi dice invece che sei venuta qui per parlarmi di qualcosa di importante." continuò Wilson, convinto di avere ragione. "Avanti, siediti. Ti ascolto."

La donna fece come aveva detto, sebbene non mancasse di esprimere la sua sorpresa. Jack era un uomo molto perspicace - nonché attento - e questo suo particolare non faceva altro che aumentare la stima e l'ammirazione che lei provava nei confronti di quella sua nuova conoscenza. Prima ancora che lei potesse proferire parola, Wilson andrò dritto al punto.

"Lui lo sa?"
"Come?" ribatté Priya, confusa.
"Sai perfettamente a chi mi riferisco."

Colpita da quelle parole, Priya lo guardò dritto negli occhi: in loro non percepì rabbia o disprezzo, solamente una vaga curiosità; curiosità perfettamente legittima, a suo dire. L'insolita tranquillità manifestata da quell'espressione dipinta sul suo volto le apparve però disarmante. Nessuna gelosia, nessun rancore, nessuna reazione o gesto sconveniente da parte sua.

"Sì, ne è a conoscenza." disse lei, tutto d'un fiato. "La cosa ti dà fastidio?"
"No, perché dovrebbe?" sorrise l'uomo. "È stato parte del tuo passato e ormai non rappresenta più nulla per te. Giusto?"
"Certamente. È solo un amico, ormai." replicò la donna, stringendogli la mano.

Jack ricambiò immediatamente il gesto, mostrandosi sollevato.

"Ne sono felice. Sia chiaro, non ti impedirò di confidarti con lui, non sono quel genere di persona. Mi fido di te, Priya."
"Anche io mi fido di te, dunque..."
"Cosa?"
"Vorrei che mi parlassi dei vostro precedenti dissidi. Cosa è accaduto tra voi due?"

Il volto di Jack s'incupì, lasciando il posto a dei ricordi di cui non voleva assolutamente parlare.

"Mi dispiace Priya, ma non sono ancora pronto a raccontarti ciò che è successo. Tutto ciò che ti chiedo è di fidarti di me."

La donna non riuscì a dirgli di no e, dando retta all'istinto, decise di concedergli del tempo. In quell'istante, l'uomo la strinse tra le braccia e, con un sorriso compiaciuto, le rivolse una domanda, fermamente convinto di ricevere la risposta che aspettava.

"E come ha reagito?"
"Non bene." sospirò la donna, continuando a stringersi all'uomo avvalendosi di quel supporto che, ormai da troppo tempo, era mancato nella sua vita.

Ricominciare - L'Alunna e Il ProfessoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora