Al cuore non si comanda

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La mattina seguente, Jane si risvegliò con un bellissimo sorriso impresso sul volto. Non aveva smesso nemmeno per un momento di pensare a ciò che le aveva detto Hunt la sera prima ma, allo stesso tempo, faticava ancora a credere che il tutto fosse accaduto proprio a lei. Non appena la ragazza prese in mano il suo cellulare, questo vibrò. Aveva ricevuto un nuovo messaggio.


"Buongiorno Jane, come stai? Dormito bene?"

Thomas
Jane gli rispose immediatamente, con il cuore che batteva all'impazzata.


"Molto bene Thomas, grazie. Quanto all'altra domanda... diciamo che ho cercato di dormire ma temo proprio di aver fallito miseramente. Tu come stai?"

La risposta del professore non tardò ad arrivare.

"Anch'io sto bene, (sono in aeroporto ora) e anch'io, come te, ho passato una notte insonne. Possiamo vederci domani? Mi piacerebbe discutere dell'esercitazione di laboratorio svolta una settimana fa, per poi magari trascorrere del tempo con te."

"Sai che non aspetto altro" rispose lei. "Comunque, immagino che oggi tu debba rispondere a una marea di interviste."

"Touché! Ma mi raccomando, stai attenta che a te non accada lo stesso. Ormai sei una celebrità, ricordatelo."

Jane sorrise alla sua battuta.

"Ma cosa stai dicendo?!"

"Quello che ho detto. Non lo sarai per il mondo, o almeno, non ancora. Ma lo sei per me. Sarai indubbiamente una grande regista, un bel giorno... ma soprattutto, professionalità a parte, sei una ragazza davvero in gamba, e non solo..."

A quelle affermazioni, Jane rispose con altrettanta ironia, sebbene sapesse che quelle ultime parole scritte da Hunt lasciavano intendere quanto egli provasse forte ammirazione nei suoi confronti.

"Wow, ti ringrazio, mio adulatore... Allora a domani. Buon viaggio! E buone interviste..."

"Sai che ne farei volentieri a meno..." rispose lui. "Ma è la prassi. A domani, Jane. Un abbraccio."

La ragazza richiuse il telefono e, con occhi sognanti, ripensò per l'ennesima volta al risvolto della serata precedente trascorsa con Thomas. Non avrebbe mai creduto che egli provasse per lei una tale ammirazione, men che meno dei sentimenti. Era lei stessa che, in realtà, aveva sempre provato – benché non se ne fosse resa conto nell'immediato – sconfinata ammirazione per lui.

Quanto ai baci che i due si erano scambiati, Jane non riusciva a smettere di richiamarli nella sua mente. Aveva aspettato tanto perché Thomas si esponesse di nuovo e, per la prima volta, fu felice di aver messo un freno al suo carattere impulsivo, lasciando che Hunt la baciasse di sua spontanea volontà, senza tirarsi indietro. In cuor suo, aveva infatti smesso di sperare in una sua possibile confessione che potesse diramare una volte per tutte quei forti dubbi che nei mesi scorsi le avevano arrecato sconforto e profonda amarezza.

Se per lei era stato difficile lavorare insieme a lui senza lasciarsi trasportare dai sentimenti che nutriva nei suoi confronti, adesso sarebbe stato, però, ancora più arduo riuscire a vedersi con l'uomo al di fuori di un contesto professionale, sempre ammesso che Thomas intendesse provarci. In fondo, la sua forte attrazione per lei – così l'aveva definita la sera prima - poteva benissimo spegnersi da un momento all'altro...

Oppure no?

Jane scosse la testa e sorrise di nuovo. In fondo al suo cuore, sapeva benissimo che ormai poteva, oltre ogni ragionevole dubbio, fidarsi del tutto di lui e dei suoi sentimenti proprio perché, in qualche modo, glieli aveva pienamente dimostrati non solo attraverso le parole ma, soprattutto, tramite i suoi meravigliosi baci.

***

"Accidenti, abbiamo perso! Te ne rendi conto?"


Wilson sbatté con forza le mani sulla scrivania del suo ufficio. Dovette fare uno sforzo enorme perché non perdesse del tutto il controllo. Al contrario, il suo amico pareva tranquillo e non mostrò il benché minimo segno di collera o preoccupazione.

"Ma mi stai ascoltando?" dichiarò Wilson, richiamando l'attenzione di Stone.

"Certamente, ci sento ancora bene amico mio" si limitò a rispondere lui. "E ti ho già detto che non c'è non c'è proprio alcun bisogno di perdere le staffe. Ti fa male alla salute."

"Mi dici come fai a essere così distaccato e tranquillo? Avevamo quasi vinto. Ho sfiorato la vittoria per la seconda volta sebbene credessi, in fondo al mio cuore, di potermi finalmente vendicare di lui... E invece..."

"E invece, per forza di cose, non ti resta altro che ammettere quanto il nostro nemico sia stato più in gamba di te" lo interruppe Malcom, continuando ad aspirare il fumo dalla pipa. "Ma ti assicuro che non è la fine del mondo."

"Non lo sarà per te, forse... Ti assicuro che non capisco la tua indifferenza rispetto alla suddetta situazione."

"Ti ho detto che penserò a tutto io, e ho intenzione di mantenere questa promessa" ribatté Stone, spazientito. "Puoi star certo che Hunt non rimarrà nascosto per troppo tempo nell'ombra. Sappiamo entrambi che sta architettando qualcosa... e noi scopriremo che cosa. Basta solo avere pazienza."

Wilson lo guardò profondamente negli occhi. Il suo amico gli stava forse omettendo un qualcosa di importante?

"So quello che stai pensando, amico mio. Ma non avere fretta, ti spiegherò tutto a tempo debito. Nel frattempo, lasciamo a Hunt lo spazio necessario per emergere di nuovo. Tanto prima emergerà, altrettanto rapidamente affonderà."

***

Non appena salì su quell'aereo diretto a New York, Thomas si preparò ad allacciare le cinture di sicurezza. Avrebbe dovuto affrontare l'ennesimo viaggio e l'agguato dei giornalisti tra meno di due ore, per cui il minimo che potesse fare sarebbe stato quello di godersi al meglio lo scenario paesaggistico che gli si prospettava di fianco alla postazione, guardando attraverso la finestra circolare del velivolo.


Quante cose erano cambiate da quando si era recato a San Francisco quel giorno in cui Lennard lo aveva convocato per cercare di convincerlo a partecipare al Festival?

Davvero molte.

E pensandoci bene, anche la sua studentessa era cambiata. O meglio, lui per primo aveva modificato un qualcosa di sé. Effettivamente, il suo progressivo cambiamento era stato accompagnato dalla presenza costante di Jane che a sua volta aveva mutato, seppur di poco, la sua attitudine. Entrambi avevano subito un processo di evoluzione comportamentale non indifferente che li aveva finalmente – seppur non completamente - portati a dichiarare i loro sentimenti, peraltro in una circostanza inaspettata.

No, Thomas non aveva affatto programmato di dirglielo o, almeno, non in quella situazione. Non al Festival... In quel preciso momento in cui aveva visto Jane in quel backstage, però, i suoi sentimenti avevano preso il sopravvento e lui, per la prima volta dopo tanto tempo, non vi si era opposto con quella fermezza che aveva mostrato in precedenza. Benché una parte di lui non si sentisse completamente nel giusto, l'uomo ignorò ancora una volta tale sensazione per lasciar spazio ai suoi reali sentimenti affinché potesse analizzarli con giustizia, non con distacco.

Quei baci che aveva dato a Jane non erano stati affatto un capriccio, né tantomeno frutto di un'attrazione temporanea. Tutto ciò che le aveva detto gli era stato dettato dal cuore, non dalla difficile circostanza in cui i due riversavano al momento della loro breve discussione. Quella discussione culminata con un abbraccio regalatogli dalla sua studentessa e che, all'istante, gli aveva riscaldato quel cuore freddo ormai da chissà quanti anni. Thomas sorrise di nuovo a quel recente ricordo. Quell'abbraccio lo aveva riportato alla vita, lo aveva sconvolto a tal punto da non riuscire a pensare ad altro. In effetti, malgrado ammettesse quanto la situazione tra i due fosse complicata e, a tratti, spaventosamente rischiosa, il suo cuore si rifiutava di pensare a tali complicazioni o a inutili 'panegirici' di quel tipo.

Perché quel suo stesso cuore gli aveva espressamente 'comandato' di non farlo.

Ricominciare - L'Alunna e Il ProfessoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora