Dalla fine della première era ormai trascorsa un'altra settimana a dir poco intensa. Alla Hollywood U il secondo semestre stava per volgere al termine, ma le insistenti voci di corridoio dichiaravano che la commissione universitaria aveva deciso di protrarlo più del dovuto, con lezioni supplementari e progetti extracurriculari che avrebbero permesso agli studenti di guadagnare ulteriore punteggio in vista della sessione estiva.
Inutile dire che Jane vi avrebbe partecipato, alla luce della sua profonda passione per il cinema, ma non solo. In effetti, lo avrebbe fatto anche al fine di trascorrere più tempo con Thomas, posticipando così il suo rientro a Oxford con la sua famiglia in vista delle vacanze estive. Quella sera si stava preparando per un altra magnifica serata in 'stile casalingo' con il suo lui e sperava vivamente di potersi trattenere con l'uomo fino alla mattina dopo. Peccato che quella sera, complice l'assenza di Addison, avrebbe dovuto prendere un taxi sulle vie del centro, giungendo a casa del regista più tardi del previsto.
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Trascorse le ore 21:00, Thomas avrebbe voluto chiamare Jane al telefono per sapere quando sarebbe arrivata a destinazione. Uno strano presentimento aleggiava nell'aria e, benché l'uomo cercasse di non dargli troppo credito, alla fine non riuscì a cedere all'impulso di chiamarla. Il fatto che la giovane avesse preso un taxi e non fosse stata accompagnata dalla sua amica come al solito, lo mise in allerta più di quanto pensasse. Decise, dunque, di mandarle un semplice messaggino per evitare spiacevoli inconvenienti e per non dare troppo nell'occhio. Doveva essere più che prudente.
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Il taxi procedeva spedito verso la meta e Jane non vedeva l'ora di raggiungere Thomas per poter discutere dell'intensa giornata che aveva vissuto alla Hollywood U. Al volante vi era una donna che indossava la tipica divisa dei tassisti. I suo capelli erano raccolti sotto un cappello, dunque non si poteva individuarne il colore. I suoi occhi erano contornati da un sottile eyeliner ed era a malapena visibile; le sue labbra color carne erano invece marcate da un leggero rossetto.
In sostanza, era una donna acqua e sapone che però di tanto in tanto si accingeva a scrutare, anche in un modo piuttosto curioso, la figura di Jane, nonché le sue espressioni facciali ogni qualvolta ella visionava il suo cellulare, attendendo forse un messaggio da qualcuno. Non appena il telefono trillò, la donna alzò il capo e concentrò di nuovo la propria attenzione su Jane. La ragazza aveva sorriso e aveva cominciato a digitare la sua risposta sulla tastiera.
"Ci sono buone notizie?" esordì la donna, incapace di rimanere in silenzio.
"Ehm... Nulla di particolare" rispose la ragazza, domandandosi il motivo di tanto interesse.
"Beh, a giudicare dal suo sguardo trasognato, mi sembra che lei stia rispondendo al messaggio di un giovane innamorato... non è forse così?"
A quelle parole, lo sguardo della ragazza si irrigidì. Come caspita aveva fatto quella donna a indovinare il motivo del suo genuino sorriso?
"Allora?" la incalzò di nuovo, facendole l'occhiolino. "Sai, da donna a donna ci si intende, dunque se vuoi confidarti..."
"Mi scusi tanto, ma io non la conosco" ribatté Jane, cercando di nascondere il suo fastidio di fronte a quella impertinenza. "Comunque, se proprio le interessa saperlo, stavo soltanto rispondendo al mio appuntamento."
"Ah, e così è una cosa recente..." rispose lei, ignorando completamente l'atteggiamento diffidente di Jane.
"Beh ecco, io..." farfuglio Jane, accortasi di aver parlato troppo. "Io penso che non sia nulla di serio, sì insomma... è soltanto un appuntamento. Nulla di più."
La donna annuì.
"Se lo dici tu... ma stai ben attenta, mi raccomando... potresti anche scottarti" le disse poi, con un tono di voce perfettamente neutrale.
"Come scusi? Che cosa intende dire con..."
"Benissimo signorina, siamo arrivati" tagliò corto lei, chiudendo il discorso.
"Quanto le devo?" domandò Jane, cercando di apparire spontanea e naturale.
"Venti dollari."
La ragazza le porse il denaro ma, poco prima di incamminarsi verso la casa di Hunt, aspettò che la tassista si allontanasse dalla strada principale, riprendendo il suo lavoro. Ma la tassista rimase lì, inerme, fissandola di tanto in tanto con la coda dell'occhio. Jane, però, se ne accorse immediatamente; per cui, fingendo di andarsene, si avviò nei pressi della biblioteca di S. Louis nascondendosi dietro un antico colonnato, trovandosi comunque a pochi passi dalla dimora del suo professore.
Peccato che il repentino calar della notte non le avesse permesso di analizzare più in profondità le caratteristiche fisiognomiche della donna. Chissà, magari la conosceva di vista e aveva avuto, in un certo qual modo, a che fare con lei... O magari, l'aveva semplicemente vista su qualche booklet di presentazione di un dato film. In effetti, Jane non riusciva proprio a togliersi dalla testa quel pensiero. In fin dei conti, possedeva un qualcosa di vagamente familiare. La ragazza continuò a spiarla da dietro il colonnato aspettando con viva impazienza che se ne andasse, lasciandole campo libero. Ma non appena la donna scese dall'auto e si tolse il cappello lasciando cadere sulle sue spalle quei capelli lunghi di cui conosceva fin troppo bene le caratteristiche, la mente di Jane non lasciò più spazio a dubbi e un'espressione di stupore fece capolino sul suo volto.
Si trattava proprio di lei.
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Ricominciare - L'Alunna e Il Professore
Romance[COMPLETA] Hollywood U è una delle università più prestigiose della California. Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s'interpone tra lei e il suo sogno...