Nati per (r)esistere

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Jane ritornò alla Hollywood U la sera stessa di quell'imprevisto capitatole in famiglia. Nonostante i problemi familiari, la ragazza non poté assentarsi dall'università. La frequenza delle lezioni era infatti obbligatoria e anche una sola assenza avrebbe potuto comportare il rischio di non poter svolgere l'esame del professor Hunt nei tempi previsti. Ovviamente, la sua mente non era perfettamente propensa all'ascolto dei nuovi interessanti concetti esposti dal docente, ma la ragazza doveva fare un grande sforzo perché nessuno notasse la sua agitazione. Uno sforzo a dir poco incommensurabile, data la preoccupante notizia che aveva ricevuto esattamente una settimana fa.

Il lunedì seguente, arrivò il giorno della fatidica verifica scritta. Thomas consegnò le fotocopie ai vari studenti e, con fare solenne, diede ufficialmente iniziò alla prova. Per Jane si trattava del primo esame importante e non sarebbe stato affatto semplice per lei mantenere l'assoluta calma e la freddezza di un killer. Diede uno sguardo al foglio 'incriminato': le domande non erano affatto semplici, anzi. Alcune di queste le apparvero davvero insidiose.

Con fare incerto, cominciò a rispondere a quelle domande che, a suo giudizio, le sembravano di più semplice risoluzione. Trascorse un'ora e il professor Hunt non accennò il benché minimo segno di stanchezza. Non staccò praticamente gli occhi di dosso dai suoi studenti, assicurandosi che nessuno potesse imbrogliare e superare la prova mediante il cosiddetto 'tatticismo studentesco'. Ormai conosceva fin troppo bene le possibili macchinazioni dei discenti.

Jane, invece, nonostante gli sforzi, non riuscì a concentrarsi appieno sul suo compito. Continuava a pensare alla sua famiglia e, in particolare, al giorno in cui lei si era recata in ospedale per far visita a suo...

"Signorina McMiller, qualcosa non va?"

Hunt interruppe per l'ennesima volta il flusso dei suoi pensieri.

"Se ha già terminato può benissimo consegnarmi il compito. È da circa dieci minuti che non fa altro che guardarsi intorno."

Sempre il solito, pensò Jane.

"Non si agiti, professore, mi stavo solamente concedendo un attimo di respiro." disse Jane con fare neutrale. "Non mi occorre poi molto tempo per concludere, stia tranquillo."

Jane aveva spudoratamente mentito. In realtà, le mancavano più della metà delle domande. La studentessa non sapeva proprio come liberarsi da quello stato confusionale che non le permetteva di ragionare del tutto lucidamente. Dopo circa mezz'ora di tempo, riuscì a rispondere ad altre tre domande. Ne mancavano ancora cinque. Non appena terminò di scrivere un'altra risposta, scadde il tempo e Hunt sancì la conclusione della prova.

"Bene ragazzi, il tempo è scaduto." proruppe Thomas. "Consegnatemi i vostri elaborati. Li correggerò il prima possibile."

Cercando di nascondere la sua delusione, la ragazza si avviò con sicurezza verso il professore e, senza degnarlo neppure di un semplice sguardo, gli consegnò il compito e uscì immediatamente dalla classe. Jane sentì di non aver mai provato un simile imbarazzo: il suo elaborato sarebbe stato sicuramente giudicato scadente e privo di qualsiasi originalità. Probabilmente, avrebbe raggiunto a malapena la sufficienza.

E non solo. Avrebbe deluso anche la sua famiglia. Ma purtroppo, il momento che stava attraversando non era affatto dei migliori. E lei non era ancora perfettamente in grado di trascendere la vita privata da quella 'professionale'. Aveva provato a distrarsi con tutte le sue forze, ma sembrava avesse fallito miseramente. Il pensiero di suo fratello in un letto d'ospedale non poteva certo dimenticarlo così, su due piedi. E man mano che passava il tempo, quella consapevolezza si faceva ormai più vivida dentro di lei.

Ricominciare - L'Alunna e Il ProfessoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora