Pericolo scampato?

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Per l'intera nottata, rimasero così: l'uno abbracciato all'altra, ad ascoltare il reciproco battito dei loro cuori. La ragazza teneva la testa posata sul petto del regista con un perenne sorriso sulle labbra mentre Thomas, di tanto in tanto, 'tratteggiava' con le dita dei piccoli cerchi concentrici sulla sua schiena continuando a tenerla stretta, inspirando nel contempo il profumo dei suoi capelli all'essenza di ibisco e godendo, finalmente, di quell'intimo e confortante contatto che poteva regalarle solo lei.
Dopo tanti anni di profonda e sconcertante solitudine, aveva del tutto smesso di credere che la vita avrebbe potuto riservargli un regalo così grande, un'emozione così estatica e intensa come quella che aveva sempre provato in compagnia di Jane, a prescindere dall'atto fisico cui si erano entrambi abbandonati con passione e fervore per la prima volta dopo tanti mesi di conoscenza reciproca.
In cuor suo, aveva inizialmente temuto che Jane potesse fare un passo indietro a seguito del suo racconto e magari sospettare che per lui potesse rappresentare, in qualche modo, una sottospecie di 'donna sostitutiva' che potesse colmare il vuoto che Yvonne gli aveva lasciato.
Fortunatamente, però, quell'orribile film mentale che si era costruito nella sua testa non aveva trovato attuazione di sorta: Jane provava i suoi stessi sentimenti, e mai come quella sera gliel'aveva dimostrato. Aveva accettato il suo burrascoso passato, lo aveva ascoltato, compreso e persino 'sfidato', chiedendogli se fosse ancora innamorato di quella donna.
Una domanda davvero coraggiosa ma necessaria, una tassativa consapevolezza cui far fronte e che aveva colpito entrambi, seppur in modo diverso. Lui per primo, non riusciva ancora a credere di potersi ormai definire un uomo 'libero', benché fosse tuttora ancorato al ruolo di professore che, suo malgrado, gli avrebbe certamente causato problemi futuri.


***


Svegliarsi tra le sue braccia fu un qualcosa di semplicemente meraviglioso. Per tutta la nottata non aveva fatto altro che mantenere il contatto con lui: per troppo tempo avevano mancato di 'viversi' davvero mantenendo un esclusivo rapporto di natura professionale - che paradossalmente li aveva infine spinti a dichiararsi l'un l'altra -, per cui per Jane fu assai naturale 'cercarlo' anche soltanto con uno sguardo, non appena si risvegliava nel cuore della notte, rimembrando tutte le sensazioni che aveva provato concedendosi a lui.
Certo, era altresì un gran peccato che, di lì a poco, avrebbero dovuto alzarsi definitivamente da quel letto al fine di prepararsi in vista del ritorno alla Hollywood U; ma d'altronde non potevano fare altrimenti. I loro scomodi ruoli di professore e studentessa 'non aspettavano' altro che essere di nuovo ricoperti. Quella 'facciata' cominciava proprio a starle stressa, ma da un lato era veramente felice.
'Il Thomas' di qualche mese fa non avrebbe mai pensato di potersi confidare con una ragazza sul proprio passato, men che meno rivelarle di essere riuscito a voltare pagina proprio grazie a lei. In cuor suo, sperava solamente che, in 'quella nuova pagina', potesse rimanervi il più a lungo possibile, malgrado le possibili difficoltà cui un giorno avrebbero dovuto far fronte.

***


Non appena Jane scese nella hall al fine di consumare un'abbondante colazione in vista del viaggio di ritorno che avrebbe dovuto affrontare, ecco che si ritrovò dinanzi una scena a dir poco inquietante. Quella gatta morta di Beverly stava parlando con alcuni membri dello staff dell'hotel in un modo piuttosto brusco, quasi volesse carpire delle informazioni che però non avrebbe potuto ottenere.

D'improvviso, un forte dubbio le si insinuò nella mente: e se per caso avesse sospettato dell'evasiva condotta di Thomas nei suoi confronti e ne stesse per caso cercando il motivo? Se così fosse stato sarebbe stato veramente un disastro perché, malgrado Jane fosse sicura che nessuna persona l'avesse vista intrufolarsi di nascosto nella camera di Thomas, doveva ammettere che un'eventualità del genere non fosse di certo sfuggita alle telecamere di sorveglianza poste nei corridoi. Ma se per caso Beverly avesse chiesto alla reception di mostrarle un duplicato della tessera della camera del professor Hunt e avesse scoperto che qualcuno ne aveva usufruito?

La ragazza sbiancò a quel pensiero e chiamò immediatamente Addison al cellulare, avendo cura di non farsi vedere da quella donna, che continuava a discutere in modo piuttosto animato con alcuni receptionisti.

"Pronto Addison, sei in linea?"

"Certo amica mia, dimmi tutto!" rispose lei, pimpante come non mai.

"Ho bisogno del tuo aiuto, o meglio... del vostro aiuto" aggiunse poi, convinta che Ethan fosse accanto a lei.

"Qualche problema?"

"Purtroppo sì... e questo problema riguarda Beverly."

L'amica spalancò gli occhi.

"Non dirmi che ha scoperto di te e..."

"No, per fortuna no... O almeno non credo. Ma avrei bisogno che voi la distraiate affinché io possa riconsegnare la tessera della camera di Thomas alla reception, prima che Beverly possa chiedergliela."

"Sarà fatto Jane, sta tranquilla" rispose prontamente Addison, facendo l'occhiolino a Ethan. "Vedrai che ci inventeremo qualcosa tra tre, due, uno..."

In quel preciso istante, un allarme suonò e tutti i presenti vennero distratti da quella strana melodia stonata che aveva preso a rumoreggiare senza sosta. Proprio in quel momento, Beverly si allontanò dalla reception tappandosi le orecchie, in preda alla rabbia e allo sconcerto. Poco prima che tornasse tutto alla normalità, Jane si apprestò dunque a riconsegnare la 'famosa' tessera all'unico receptionista rimasto nella hall, tirando un sospiro di sollievo.

Anche questa volta, benché non sapesse cosa avessero combinato Ethan e Addison, poteva dirsi sana e salva.

Ricominciare - L'Alunna e Il ProfessoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora