8. Dolore

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-Yoongi Pov-

Il novellino è rimasto in infermeria solamente una notte.

Ammetto che sono un po' preoccupato.
Vederlo stasera a cena da solo è stato un po' strano.

Gli occhi erano tutti puntati su di lui e lui lo sapeva perfettamente.

"Stai bene Yoongs?" Mi chiede Namjoon accarezzandomi i capelli.

Ci troviamo sul mio letto, alle dieci di sera così, che lui che cerca di farmi stare meglio in questo modo e che io non tento di fermarlo.

Non è la prima volta che ci troviamo cosí.
Lo trovo rassicurante anche se non lo ammetterei mai ad alta voce.

"Non ero mai arrivato a 52" dico cupo.

Mai.

Annuisce sospirando.
"Lui sta bene, si riprenderà vedrai" tenta di farmi stare meglio.

"C'era così tanto sangue...
Perchè mi ha fatto arrivare fino a quel punto Nam?
Perchè non si arreso prima? Perchè ha voluto combattere così tanto?" Chiedo con un filo di voce mentre mi mordo il labbro inferiore.

Mi sento chiaramente in colpa, è in questi momenti che desidero non fare questo genere di cose.

"Perchè lui considerava la sua libertà come qualcosa di prezioso, così tanto da arrivare a questo punto" mi dice annuendo con convinzione.

E io l'ho spezzato, fatto a pezzi e ridotto in catene come ogni studente all'interno di questo istituto.

Come me e Namjoon.

Quel ragazzo non è fatto per essere ordinario, ma non avevo scelta.

"Non sopporto più questa vita...
Voglio andarmene..."

Quante volte ho ripetuto queste parole, occuparmi di tutto è un enorme peso sulle spalle che ora è ancora più pesante.

"Resisti, ce ne andremo e inizieremo una nuova vita" mi dice con determinazione.

Devo solo aspettare che finisca l'anno.

Era così cupo.
Sapevo che oggi fosse il suo compleanno ma non credo che lo abbia detto neanche ai suoi compagni di stanza.

Probabilmente se il giorno prima non avessi fatto quello che dovevo fare avrebbe organizzato qualcosa che mi avrebbe fatto impazzire.

Sospiro.
"Vado a fare una passeggiata".

Il castano annuisce e mi lascia andare.

Indosso dei pantaloni della tuta, una maglietta bianca e una felpa aperta.
Non ho intenzione di rimettermi la divisa.

Gli sorrido, prendo il telefono, le auricolari insieme alle chiavi ed esco infilandomele nelle orecchie e mettendo un brano a caso.

Ficco le chiavi in tasca insieme al telefono e scendo le scale che mi portano a dei corridoi.

Decido di fare una passeggiata completamente a caso senza una meta ben precisa.

Dopo essere uscito dalla mensa, qualche corridoio dopo intravedo una figura a me fin troppo familiare seduta per terra con le ginocchia strette al petto mentre piange.

Lo so perchè ho tolto un auricolare e sento i suoi singhiozzi disperati da quì.

Saró uno stronzo ma ora mi sento ancora più in colpa.

Forse avrei dovuto lasciarlo lì da solo, ma non me la sono sentito.

Perchè mi ha fatto arrivare a tanto?
Stupido ragazzino, nessuno come te mi aveva fatto sentire così in colpa.

Lie ||Yoonmin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora