98. Arrivederci o Addio?

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-Jungkook Pov-

La mattina dopo vennero a trovarmi i miei genitori.
La mia eomma appena mi vide scoppiò a piangere e mi abbracciò cosí forte che appa dovette farla staccare e farla calmare.
Anche lui aveva gli occhi lucidi e si vedeva benissimo quanto si stesse trattenendo dal piangere.

I medici gli avevano già informati della mia salute e della riabilitazione che avrei dovuto fare.
Sapevo che non sarebbe stato facile tornare alla normalità ma poco a poco ce l'avrei fatta.
Perchè Kai non c'era più, ora potevo stare finalmente tranquillo.

I miei genitori restarono tutto il giorno con me accompagnandomi ai vari esami che dovetti fare.
Dovevo riabituarmi a camminare e stare 24 giorni in coma non era stato proprio il massimo della vita.

Facevo davvero tanta fatica e non riuscivo ancora a camminare bene come avrei voluto fare.
Mi dissero che avrei dovuto fare riabilitazione una volta al giorno per circa un'ora fino a che non sarei riuscito a camminare in autonomia.
Fino ad allora avrei dovuto andare in giro in sedia e rotelle.
Davvero snervante.

Volevo guarire il più fretta possibile per tornare alla mia vita, non vedevo l'ora di farlo.
Ma forse eomma e appa non erano dello stesso avviso.

La sera prima della dimissione mi chiesero o meglio mi imposero di tornare a Busan con loro.
"Vogliamo che torni a casa da noi Jungkook, quello che è accaduto è stato troppo.
Tutto quello in cui sei stato coinvolto non doveva accadere, abbiamo fatto male a lasciarti a Seoul con quei ragazzi.
Sei troppo giovane hai bisogno di crescere e maturare e loro non sono la chiave giusta per farlo" mi disse appa serio come non lo avevo mai visto in tutta la mia vita.

Nemmeno quando avevo fatto coming out era stato cosí severo con me.
Provai in tutti i modi a convincerli a farmi restare, ma sfortunatamente ero ancora minorenne e non potevo farlo.

Dovevo andarmene, lasciare i miei amici e sopratutto Taehyung.

Quella sera dopo che i miei genitori furono andati via glielo dissi, ma lui non rimase affatto sconvolto, come se fosse stato informato da loro precedentemente.

"Forse è meglio cosí Jungkookie...
Per quanto odi lasciarti andare hai bisogno di normalità e di riprenderti completamente da tutta questa brutta storia..." disse piano mentre eravamo seduti sul letto e mi stava accarezzando la mano guardandomi negli occhi.
Abbassai lo sguardo e feci un respiro profondo per non scoppiare a piangere come un maledetto ragazzino.

Per vari minuti restammo in completo silenzio e fu di nuovo lui a parlare.
"Andare via non significa perdere i contatti con noi, significa solo staccarsi un po' e seguire la scuola e le tue passioni.
Cosa che non sei riuscito a fare in questi due anni.
Detesto ammetterlo ma i tuoi genitori hanno ragione.
È un duro colpo e non vorrei lasciarti andare ma è giusto cosí".

Mi stava parlando dolcemente e sentivo quanto stesse soffrendo a spingermi via verso Busan.
Sapevamo entrambi che se mi avesse chiesto di restare avremmo fatto di tutto per riuscirci, ma alla fine tutti e due eravamo stanchi di lottare e un periodo di pausa era quello che mi serviva.
Lontano da tutti i drammi.

Annuí solamente.
Cercai di convincermi che quella era la cosa giusta da fare, ma Taehyung stava lí, accanto a me e non sapevo quando lo avrei rivisto.

La mia paura più grande era quella di perderci di vista, perchè io non lo avrei mai dimenticato.
Sapevo che era cosí, ma infondo dubitavo non solo di lui ma anche di me.

Non ci furono lacrime quella sera, da parte di nessuno dei due.
Semplicemente l'argomento cadde e mi godetti quell'ultima sera con lui a parlare di tutto ciò che ci andò di parlare.

Il giorno dopo vennero tutti i nostri amici a salutarci.
Quando glielo dissi ci rimasero male, ma l'unico a fare una scenata fu Jimin.
Mi disse che era da pazzi e che ormai era tutto finito, che potevo restare.
Provò a convincere me, Taehyung e i miei genitori, ma alla fine anche lui si arrese.

Ci accompagnarono in stazione e fu davvero strano uscire dall'ospedale dopo un mese di riabilitazione.
Salutai i miei amici e venne il tempo di salutare il biondo, il mio biondo che sembrava sul punto di piangere, come me del resto.

Ci promettemmo che ci saremmo scritti e visti in videochiamata e parlammo per qualche altro minuto fino a che non annunciarono che il nostro treno era arrivato.

Ci abbracciammo solamente, nemmeno un bacio d'addio.

Gli voltai le spalle e seguí i miei genitori senza voltarmi indietro, anche se la tentazione era stata tanta.
Sapevo che se mi sarei girato sarebbe stata un agonia vederlo piangere.
Perchè sapevo che lo stava facendo.
Ci amavamo del resto.

Quindi semplicemente lasciai che le lacrime sfociassero silenziosamente sulle mie guance e salí su quel treno insieme ai miei genitori.
Poco dopo la partenza scoppiai a piangere e non ci fu niente che mi aiutò a calmarmi.
Durante tutto il tragitto piansi rumorosamente capendo la realtà dei fatti.

Io quell'anno non avrei rivisto Taehyung.
I miei genitori erano sempre stati contrari alla nostra relazione, al mio essere gay el mio essere sbagliato.

Non erano mai stati violenti o altro, semplicemente ignoravano la cosa.

Non mi avrebbero permesso di vederlo visto che attribuivano la colpa di tutto a lui e non a me.
Io che avevo fatto soffrire lui cosí tanto.

Io non avevo la forza per oppormi, dopo tutti i guai che avevo causato, il meglio che potevo fare era andarmene.

Me ne resi conto.
Forse quello era davvero un addio perchè già eravamo stati divisi da quello che gli avevo fatto e ora la distanza ci avrebbe separati definitivamente e avevo il terrore che questa mia paura si sarebbe avverata.

Lie ||Yoonmin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora