95. Ghost

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Beh, insomma mancavano 5 capitoli, ed era tutto troppo tranquillo~~

-Jimin Pov-

Era ormai una decina di minuti che stavo aspettando i ragazzi.
Mi trovavo seduto su una panchina di una piazzetta e davanti a me si trovava il sushi dove avremmo dovuto pranzato.

Da poco avevo staccato, quel giorno avevo lavorato solo la mattina e da poco Yugyeom aveva preso il mio posto.

Era domenica e la piazzetta era piena di persone, forse era per questo che stavano facendo ritardo?
Per il traffico?

Poco dopo qualcuno si sedette vicino a me e mise la mano attorno al mio fianco.
"Yoon—" sgranai gli occhi quando vidi che quello che pensavo fosse Yoongi non lo era affatto.
"K-Kai...?" Dissi cosí piano che sentí il cuore perdere qualche battito.

Ero certo che fosse lui, nonostante indossasse un cappello, gli occhiali da sole e la mascherina.
Lo riconoscevo, era maledettamente Kim Jong-in.

"Non fare quella faccia, non sono mica un fantasma" rise "Sai... ti sta veramente bene l'arancione, si adegua alla tua personalità" toccó qualche ciocca dei miei capelli facendomi rabbrividire.

Mi immobilizzai quando sentí qualcosa premere contro il mio fianco, qualcosa di metallico, una pistola.
"Abbiamo un conto in sospeso io e te e questa volta niente mi fermerà".
Si abbassò di poco gli occhiali da sole e il suo sguardo da pazzo non mi mancava affatto.

Cominciai a tremare e desiderai che i miei amici non arrivassero più.
"Come sei scappato da quel posto?" Sussurrai.
Il biondo rise.
"Ammetto che non è stato facile ma alla fine sono qui, ci ho messo ben tre mesi per uscire ma n'è valsa la pena.
Ora posso avere la mia vendetta e darti una lezione, perchè ti avevo detto di mentire e tu non lo hai voluto fare" indurí lo sguardo e rese il tono gelido.

Mi ricordai del sogno che avevo fatto e preferí morire in quel momento che vedere i miei amici ridotti in quello stato.
Deglutí a vuoto e chiusi gli occhi sapendo che era arrivata la mia ora.
"Cosa aspetti ad uccidermi allora?" Riuscí a mormorare.

La pistola premette contro la pelle ma non successe nulla.
"Perchè non sei l'unico che voglio uccidere".
Jungkook e Yoongi...

Vidi da lontano arrivare i miei amici, tutti tranne Jungkook...
"Se urli sparo prima a te e poi a loro" sibilò al mio orecchio "quindi stai buono e rilassati, tutto finirà prima di quello che pensi".

I quattro ragazzi si avvicinarono e mi salutarono.
Cercai di sorridere ma avevo paura e si notava quanto fossi terrorizzato.
"Chi è il tuo amico?" Chiese Taehyung ingenuamente.

Prima che potessi rispondere Yoongi se ne accorse.
"Kai...?"
Il ragazzo si tolse il suo travestimento e rimase solo con il cappuccio in testa.
Ora potevo notare alcuni lividi in faccia e delle cicatrici sul collo.
Probabilmente lo avevano picchiato.

"Ciao ragazzi" sorrise o meglio ghignò "è da tanto che non ci vediamo.
Yoongi ti sei cambiato colore per il tuo fidanzatino?" Ridacchió divertito.

Rimanemmo tutti zitti, sembrava essersi fermato tutto, sembravamo esistere solo noi in quel momento.
Yoongi fulminava con lo sguardo Kai e quest'ultima sorrideva in modo spaventoso.

"Dov'è il mio piccolo Jungkookie?
La festa non può di certo cominciare senza di lui~" rise e Taehyung serrò le labbra per non complicare la situazione.
"Jungkook è in terapia e poi starà il resto della giornata con i suoi genitori.
Quindi la festa può pure cominciare" sibilò Namjoon.

Ma quali genitori?
Ok che Jungkook era dallo psicologo ma non sapevo che dopo si vedesse con i suoi genitori, ci eravamo messi tutti d'accordo per pranzare insieme.
Se Kai sapeva che ci saremmo trovati qui ora per pranzare insieme, voleva dire che ci stava spiando, il che significa che sapeva anche che Namjoon gli aveva mentito.

"Chiamalo e metti il vivavoce.
Voglio vedere se il cervellone sta mentendo" disse a Taehyung che nel mentre aveva annuito e aveva digitato il numero e aveva messo il vivavoce.
Stava squillando.
Non rispondere Kookie...

"Pronto? Tae?" Disse dolcemente.
"Ciao Kookie, scusa ma volevo sapere se oggi ci saresti stato visto che mi avevi detto che oggi i tuoi venivano a Seoul per stare con te" disse nervosamente.
Ci fu una pausa e il castano sembrò parlare con qualcuno.
"Appa, aspetta un secondo sono al telefono con Taehyungie".
"Va bene, nessun problema".
Riconobbi quella voce, era quella del suo psicologo.
"Scusa Tae, ma sto andando con Appa e Eomma a mangiare, di a tutto il gruppo che mi farò perdonare" disse con voce felice.

Tirai un sospiro di sollievo come
Lo fece il moro e il resto di noi.
"Fa nulla, sai che ti amo anche se ci pacchi praticamente tutti i fine settimana" rise anche se si sentiva che la sua voce fosse incrinata.
Taehyung sapeva che lui era la vittima sostitutiva.
Se Jungkook non ci fosse stato ero più che certo che Kai avrebbe ucciso lui.
"Anche io ti amo, anche se occupi un'ora la doccia" rise.

Sperai che Jungkook avesse capito qual'era la nostra situazione anche perchè indirettamente quei due si stavano dicendo addio.
"Ora devo andare TaeTae, ci vediamo stasera".
"Ciao Jungkookie".

Kai fece cenno di chiudere la chiamata e Taehyung lo fece.
Aveva gli occhi lucidi e sembrava sul punto di scoppiare a piangere.
Aveva salvato il ragazzo che amava proprio come nel mio incubo e gli aveva detto addio.

"Bene, ora veniamo a voi" sorrise "Chi vuole essere il primo a morire?"

Lie ||Yoonmin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora