72. Nella tana del lupo

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-Jimin Pov-

È molto semplice cosa successe nelle settimane successive.
Mi trasferii in una stanza insieme a Hoseok e Jungkook.

Jin, Namjoon e Taehyung provarono a parlarmi, tante di quelle volte che alla fine li mandai a fanculo dicendoli cattiverie inimaginabili.

Così si allontanarono.

Volevano capire ma il messaggio era fin troppo chiaro, da quando ero entrato in questa gabbia di matti mi ero solo fatto del male ed era stata colpa di Yoongi.

Le ferite sulla mia schiena stavano ancora guarendo e faceva male sentirle bruciare ma non quanto la rabbia che provavo nei suoi confronti.

Da quel giorno non gli avevamo dato un'attimo di pace mettendolo sempre nei guai stando attenti a non finirci in mezzo pure noi.

Quel ragazzo ormai sembrava un morto vivente.
Era stato punito cosí tante volte che a volte si manteneva a stento inpiedi.
Più questo accadeva, più volevo di più.
Volevo che pagasse e non sarei mai rimasto soddisfatto, questo lo sapevo...

Si erano svolti anche gli esami ma non mi ero impegnato come avrei voluto, troppo occupato nella mia "missione".
Quindi rispettivamente i primi posti erano stati aggiudicati da:
Kai
Mark
Yoongi

Era fin troppo ovvio come il ragazzo dai capelli neri con le sfumature blu era finito in fondo al podio.
Era stato troppo impegnato a subire le sue punizioni per poter studiare.

Ah, giusto eravamo riusciti a mettere del colore permanente nel suo shampo che immaginai avesse provato a togliere in tutte le maniere ma che alla fine si era arreso e questo era il risultato.
Non vedevo l'ora che il padre fosse venuto a scoprirlo, si sarebbe incazzato da morire quell'imbecille.

Infine non ero preoccupato per Yoongi.
Durante tutto questo tempo aveva cercato di starmi lontano, come se avessi avuto la peste addosso, dubitavo che mi avrebbe scelto come suo gatto.

La cosa che invece mi sorprese è che lo fece Kai, ma per i primi giorni non successe nulla.
Finchè non arrivò il venerdí prima delle vacanze di pasqua e mi chiese di andare nella sua stanza.

"Perchè mi hai chiesto di venire?" chiedo confuso dando un'occhiata alla sua stanza semivuota.
Il suo arredamento era composto delle cose che ti forniva l'istituto, non sembrava esserci nulla di suo, mi chiesi il perchè.

Il primo campanello di allarme avrebbe dovuto suonare quando chiuse la porta a chiave, ma non me ne preoccupai, non eccessivamente come avrei dovuto fare.

Kai inclina la testa e sorride porgendomi un foglio e una penna.
Lo prendo e inarco un sopraciglio quando vedo che era il permesso per tornare a casa.
"Che significa questo?"

"Semplice, devi firmare" dice annuendo.

Scuoto la testa.
"Io non torno a casa".

Il suo sorriso si indurisce.
"Ho. Detto. Firma."

E quello era il secondo campanello d'allarme, lo sentì.
"Kai. Lasciami. Andare" dico gelido.

Scuote la testa non lasciandomi passare.
"Sai... è stato davvero facile manipolarti piccolo Jimin" il suo sorriso si trasforma in un ghigno "Ma è da troppo tempo che aspetto di metterti le mani addosso e sono stato fin troppo paziente".
Cerca di avvicinarsi ma io mi allontano sentendo dei brividi percorrermi la spina dorsale.

"Kai..." tocco con le gambe il suo letto trovandomi il biondo addosso che mi cinge i fianchi con una mano e con l'altra mi sistema una ciocca di capelli che mi era finita davanti agli occhi.
Resto immobile con il cuore che aumenta il battito in modo irregolare.

"Sei ingenuo, ti sei fidato delle persone sbagliate dal primo giorno in cui hai messo piede in questa fogna di psicopatici" ride divertito "qui ci buttano la peggiore feccia dei figli di papà non lo sapevi? Qui chiunque ha un problema abbastanza grave che non avrebbe potuto risolvere la fuori. Il minore è essere appunto gay, ma che senso ha mandare un succhia cazzi in una scuola maschile? Sai spiegarmelo?" sorride retorico.

Non avevo idea di tutto questo, di che cosa stava parlando?
Rimango immobile.

"Ne sei rimasto così sorpreso? Ti faccio qualche esempio allora" ridacchia come se stesse parlando della cosa più divertente del mondo.
"Partiamo da te.
Problemi comportamentali, gay.
Sei finito nei guai molte volte non è vero?
Avresti preferito il riformatorio?"

Scuoto la testa.
Sapevo che i miei genitori mi avevano mandato qui per raddrizzarmi, perchè per loro ero sbagliato.
"Stai zitto, non voglio sentire altro" dico a denti stretti.

Non volevo credere che mi avessero rinchiuso in una specie di riformatorio di lusso, ma poi ripensai alle punizioni del lunedì di cui Yoongi era il carnefice.
Non aveva tutti i torti.

"No, lasciami parlare" rafforza la presa sui miei fianchi "Taehyung è quì perchè amava fare graffiti dappertutto ed era stato arrestato moltissime volte, Seokjin era cleptomane e forse lo è ancora, Namjoon ha semplicemente seguito Yoongi come il bravo cagnolino che è, Hoseok ama terribilmente il bondage ed è terribilmente perverso e infine il piccolo Jungkookie" sorrise "lui è debole, forse anche più di te, si lascia manipolare in una maniera terribilmente semplice, è stato mandato qui per trasformarsi da agnello a leone" rise "ma non ha funzionato, quel ragazzino non si accorge di quanto mi ha reso le cose semplici con te e Min Yoongi, è il sottomesso perfetto, ma ormai mi ha annoiato, ora voglio divertirmi con te" ghigna.

Tento di spingerlo via ma la sua presa è troppo forte.
Come ho fatto a credere che loro fossero miei amici se non sapevo questo di loro? Semplicemente stava mentendo?

"Lasciami andare, non ti credo" sussurro.

"Ah, Jiminie" sospira "pensi di avere una scelta? ti sei spinto oltre del dovuto.
Non avresti dovuto fidarti di me".

Annuisco.
"Hai ragione, non avrei dovuto farlo, ma non sono debole come pensi" dico a denti stretti, stanco di essere manipolato e ingannato.

Gli tiro una ginocchiata nelle parti basse così forte che lascia la presa, poi gli tiro un pugno sulla mandibola e continuo a colpirlo finchè non si muove più.

Ringhio e lo lascio lì girando la chiave della stanza.
Spalanco la porta, ma prima di fare un solo passo sento qualcosa conficcarsi nel mio collo.

Mi sento improvvisamente debole, chiudo gli occhi e svengo.

Lie ||Yoonmin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora