87. Yoongi o Hyung?

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-Yoongi Pov-

Lo trovai finalmente.

Rannicchiato con le ginocchia strette al petto e e il viso coperto di lacrime con gli occhi spalancati per la paura che sicuramente stava provando.

"Jimin..." Sussurrai flebilmente.
Allungai la mano cautamente e l'appoggiai sulla sua guancia.

"Kai è venuto a prendermi non è vero?" Chiese scoppiando in un pianto disperato.

Sospirai e gli feci appoggiare con gentilezza il suo viso al mio petto accarezzandoli i capelli.
"No, è rinchiuso in una cella non puó farti del male" dissi a bassa voce per rassicurarlo.

Ero venuto a controllare che fosse tutto apposto, Jungkook mi aveva detto che voleva passare la pausa pranzo in dormitorio ma che quando non lo aveva visto arrivare a lezione si era preoccupato.
Lui non poteva perdere altre ore importanti per cui gli dissi che avrei controllato io.

Ero spaventato che fosse successo qualcosa quindi corsi qui e lo chiamai tante volte controllando prima la cucina, il bagno e infine la sua stanza dove trovai la porta socchiusa.
Sentì dei singhiozzi provenivano dall'armadio così lo aprii.

Aveva pronunciato il mio nome spaventato e non capii cosa fosse successo.
Che avesse avuto un allucinazione?

Lo sollevai facendo attenzione a non farli male e lo appoggiai sul letto che guardó stranito, anzi confuso.

"Jimin?" Provai a ripetere sedendomi.
Gli presi la sua piccola mano e dolcemente l'avvicinai al suo viso.
"Contale".

Annuì e debolmente contó quelle che erano cinque dita.
"Sei nella realtà, non avere paura di ció che non esiste, sei quì con me" dissi con un sorriso triste prendendo un fazzoletto asciugandoli delicatamere le lacrime.

Annuì ringraziandomi con lo sguardo sospirando.
"Per oggi basta così, devi riposarti".
Annuì di nuovo.
"Mi passeresti la tuta che c'è sul letto?" Chiese con un filo di voce.
Gliela presi.
"Hai bisogno che ti aiuti?"

Scosse la testa.
"Solo girati perfavore".
Suonó tanto come una supplica e come potevo rifiutarmi?
Mi girai e lo lasciai cambiare.
"Ho fatto".

Mi girai e lo vidi mentre si mordeva il labbro inferiore e stringeva le maniche della felpa tra le dita ancora chiaramente spaventato.
"Ti faccio una tisana rilassante?"

Annuì facendo un bel respiro chiudendo gli occhi e poi li riaprì buttando fuori.
Mi guardó e il suo respiro si fece più regolare.

"Mi dispiace" disse con un filo di voce.
"Pensavo fosse venuto Kai a prendermi, che avesse messo sottosopra il dormitorio per trovarmi" mi indicó la porta con un dito tremante "ha forzato la porta e mi ha cercato fino ad aprire l'armadio trovandomi..."

Abbassó la mano e guardó il letto ben fatto.
"Invece eri tu.
Grazie di essere stato tu" si butta fra le mie braccia tornando a singhiozzare forte.

Lo abbracciai forte sussurrandolo parole di conforto.
Come avevo previsto era un'allucinazione...

Dio, quello stronzo di Kai meritava la pena i morte per averlo traumatizzato a tal punto.
"Va tutto bene, sei al sicuro" ripetei.

Mi avevano detto che stava meglio, ma non poteva controllare certe cose, solo il tempo avrebbe sanato le sue ferite.
E quel malato di mente dietro alle sbarre ovviamente.

"Grazie per essere stato tu a trovarmi hyung, grazie!" Pianse più forte stringendo la maglietta fra le dira sfogandosi.

Un po' ero felice perchè non mi stava mandando via, perchè non voleva Mark, ma me.
Mi sorprese che non mi chiamasse per nome, era strano sentire Jimin chiamarmi hyung.

Non ero più il suo Yoongi?
Ero solo un suo hyung ora?

Trattenni un sospiro, non ero mai stato suo e lui non era mai stato mio.
Non davvero, non sul serio.

Eppure era qui che si stava sfogando su di me buttando fuori tutta la sua disperazione.
Faceva male ma continuai a rassicurarlo con me parole e gesti coccolandolo, fino a che non smise.

Si staccó dal mio petto e tiró su con il naso guardandomi negli occhi.
"Mi sei mancato hyung" disse con un filo di voce abbassando lo sguardo.

Lo guardai con gli occhi che divennero subito lucidi.

Yoongi.
Dì il mio nome ti prego, non trattarmi come se non ti amassi.
Non farmi soffrire.
Non piangere e manda giù.
Non puoi pensare a te stesso, solo a lui.

"Anche tu, non immagini quanto" mormorai e lo presi in braccio portandolo sul divano appoggiandolo dolcemente.

"Aspetta qui, vado a farti la tisana" gli baciai la fronte con un sorriso dolce.
Mi sorrise tristemente e mi mossi velocemente arrivando in cucina.

Presi un pentolino e dopo aver aperto l'acqua del rubinetto lo riempii e lo misi sul fuoco.
Accesi il gas e mentre l'acqua si scaldava presi due tisane e misi in un piatto dei biscotti.
In casa avesse fame.
Non sapevo se avesse pranzato.

Qualche minuto dopo riempì le due tazze e portó le due tazze calde sul tavolino.
Jimin era seduto a gambe incrociate con la coperta che lo copriva.
Mi sorrise e li porsi la sua tazza andando poi a prendere i biscotti appoggiando il piatto sul tavolino.

Presi un biscotto sedendomi con la tazza in mano e lo addentai vedendo Jimin che mi guardava parecchio perplesso picchiettando le dita sulla tazza.

"Che c'è? Ho fame" sorrisi.

Ridacchió bevendo qualche sorso sospirando.
Feci lo stesso e presi un'altro biscotto incitandolo con lo sguardo a fare lo stesso.

Mi ignoró continuando a bere.
Man mano sembrava rilassarsi e con lui io mi tranquillizavo.
Vederlo mangiare due biscotti mi fece sorridere ampiamente.
Ero felice che stesse mangiando, davvero tanto.

L'atmosfera si fece rilassante e finimmo per dividere a metà l'ultimo biscotto rimasto ridacchiando.
Lo mangiammo e mi sciolsi quando mi sorrise.

Ero così innamorato di lui...
Quel sorriso mi fece battere forte il cuore.
Avrei voluto dirgli così tante cose, eppure rimasi in silenzio a guardarlo con un sorriso che non voleva andarsene.
Mentre lui sorrideva in modo timido con le guance leggermente arrossate.
Era davvero bellissimo.

Distolse lo sguardo e si sdraió raggomitolandosi su ste stesso chiudendo gli occhi.
Qualche minuto dopo si addormentó.

Portai tutto in cucina e poi tornai da lui.
Gli sistemai meglio la coperta e gli spostai la frangia troppo lunga dalla fronte.

Ero davvero vicino, la tentazione di baciarlo era tanta, sfiorai le sue labbra con un dito e mi morsi il labbro inferiore.
Dovevo resistere.

"Non sai quanto io sia pazzo di te" sussurrai accarezzandoli i morbidi capelli neri sorridendo tristemente.
"Spero che mi perdonerai un giorno per tutto quello che ti ho fatto".

Gli baciai una guancia.
"Ti amo.
Continueró a farlo sia se diventeró il tuo Yoongi ma anche se saró solo un tuo hyung" sussurrai di nuovo con il cuore a pezzi.

Qualunque decisione avrebbe preso io sarei stato presente nella sua vita, pronto ad essere quello che voleva che fossi.

Gli accarezzai la guancia.
Forse aveva solo bisogno di un amico in questo momento.
La sua vita era già complicata, doveva solo stare meglio.

Non potevo essere egoista, lui veniva prima di qualsiasi cosa.

Lie ||Yoonmin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora