Capitolo 27

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Allison's Pov

Sentiamo il suono della campanella e ci stacchiamo. Siamo state un'ora chiuse nel bagno tra baci, chiacchiere e risate. Jade mi fa stare veramente bene.

"Ora chi abbiamo?" Domanda mentre continua a baciarmi il collo.

"Se fai così non mi concentro. Ora abbiamo inglese." Chiudo gli occhi godendomi la sensazione delle sue labbra sul mio collo

"Non c'ho voglia di fa inglese con quella vecchia capra. Andiamo a casa mia?" Conclude beccandosi un'occhiataccia da parte mia.

"Non pensare male. Jackson non sta bene, sarei comunque andata via prima. Tu vuoi venire?" Chiede prendendo una sigaretta nello zaino.

"Accetto, ma se provi a fare qualcosa ti picchio, intesi? E dammi questa sigaretta." Gliela tolgo dalle mani e poi la sbriciolo a terra.

"Spero tu sappia ciò che hai fatto. Costano un botto ste sigarette. Non puoi uccidere le mie piccoline." Fa finta di piangere, guardando la sigaretta distrutta. Rido di gusto alla scena e poi esco dal bagno. Jade mi segue e mette il suo braccio sinistro intorno al mio collo attirandomi a lei. Sento il suo odore di menta e fumo. Penso stia diventando quello che più preferisco.

Usciamo da scuola e ci dirigiamo verso la mia auto. Lei mi chiede se può guidare e io l'assecondo. Quando saliamo mi da il suo giubbino di pelle e lo indosso. È come se Jade mi stesse abbracciando, e questa sensazione mi piace. Jade mette in moto e dopo aver superato il cancello della scuola, appoggia la sua mano sulla mia coscia. Io continuo a tenere stretto il suo giubbotto.

"Se ti piace tanto perché non lo prendi tu?" Non mi ero accorta che mi stesse guardando.

"Ma è tuo. Non posso prenderlo." Sto per toglierlo ma lei mi blocca.

"Ne ho una dozzina nell'armadio, certo questo è quello che preferisco ma se vuoi è tuo, e basta." Volge il suo sguardo alla strada. Mi concentro sul suo profilo contratto che guarda la strada, e automaticamente appoggio la mia mano sulla sua che tiene la mia coscia. Arriviamo a casa sua. È una bella villa, sembra la mia. È tutta bianca, un cancello nero, il muro che recinta tutto e che rende difficile la vista all'interno.

Si avvicina a me, allunga la mano verso la tasca del giubbino e prende le chiavi. Dopo aver aperto il cancello, rimango a bocca aperta. C'è una piscina, una o due fontane in marmo. Tutto nel giardino chilometrico. Rimango a bocca aperta.

Lei mi guarda e ride. Allunga la mano verso il mio mento e lo spinge verso l'alto.

Andiamo a parcheggiare nel garage e ci sono tutte auto di lusso, dalle Porsche alle Ferrari. Ora più guardo Jade e più mi rendo conto che un po' ci assomigliamo. Anche a lei i soldi non mancano come a me, e anche lei non li sbatte in faccia agli altri. Ci dirigiamo all'interno, abbiamo incontrato due o tre giardinieri, due autisti e un idraulico.

"GIULIAAAAAAAAA." Urla Jade una volta all'interno della casa. Una donna sulla cinquantina esce da una stanza con uno strofinaccio in mano. Fa segno a Jade di abbassare la voce.

"Signorina Jade, il piccolo Jackson sta dormendo ha la febbre alta."

"Sta in camera sua?" E la signora in tutta risposta annuisce invece Jade sospira.

"I miei hanno chiamato?" E si butta sul divano.

La signora ci pensa un po',come se avesse paura della reazione di Jade.

"No signorina, non hanno chiamato." E guarda verso il basso. Jade ride di gusto. È una risata amara, stracolma di rabbia.

"Scema io che ci spero. Giulia lei è Allison Parker. Allison lei è Giulia, la mia seconda madre." E si avvicina a lei abbracciandola e baciandole la guancia. Sorrido alla scena.

Solo tu sai controllarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora