Capitolo 69 parte 2

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Jade's Pov

"Entra in macchina cristo santo." Sto supplicando quella testarda di Allison da un quarto d'ora.

"Io non vado da nessuna parte se prima non mi spieghi tutto." E impunta i piedi. Sbuffo e decido di prenderla di peso. Scendo dall'auto e mi avvicino a lei.

"L'hai voluto tu." Lei mi guarda strano e prima che possa capire, la prendo e la porto in macchina. Lei scalcia, urla e mi prende a pugni la schiena. "Sta un po' ferma, già è difficile con i tacchi, poi ti ci metti anche tu."

"FAMMI SCENDERE BRUTTA PAZZA MANIACA." Urla facendo girare alcuni passanti. Fortunatamente sono francesi e non capiscono nulla. Apro lo sportello e l'adagio sui sedili posteriori. Entro velocemente prima che lei possa fare qualcosa e chiudo alle mie spalle lo sportello.

Lei si allontana e mette il broncio. Io la guardo per pochi secondi per poi dare lei indicazioni all'autista. Mi volto di nuovo verso di lei, sta guardando fuori al finestrino con aria triste e sapere che sta così per colpa mia, fa male.

/sei sicura di volerle dire la verità?/ Domanda la mia coscienza.

/Si, merita di sapere che la maggior parte delle ragazze con cui sono stata, non è stata una mia scelta./

/Manco ti avessero stuprata./

Zittisco la mia coscienza e mi accorgo che siamo arrivate e Allison, beh...è già scesa. Pago Uber e seguo la mora a ruota. La vedo entrare nell'ascensore e mi faccio una corsa che Bolt spostati. Supero le porte scorrevoli e prendo fiato. Alzo la testa e lancio un'occhiataccia ad Allison e noto i suoi occhi lucidi.

Mi alzo di scatto e provo ad avvicinarmi, lei appena nota quello che sto per fare si scosta subito per poi tirarmi uno schiaffo. Uno schiaffo talmente forte da farmi girare la testa dalla parte opposta.

"Non ti devi avvicinare. Mi fai schifo." Dice piangendo e si allontana. Sento una stretta allo stomaco e maledico l'ascensore che non si muove.

"Ti dirò tutto in camera" Sussurro. Lei si asciuga le lacrime e presta attenzione al telefono. Vedo i suoi occhi spalancarsi per poi staccare subito il telefono. Vorrei sapere se è Megan ma so che una mia scenata di gelosia peggiorerebbe solamente la situazione. Serro la mascella e le porte si aprono. Lei scatta fuori e io dietro lei.

Entriamo in camera e il tempo di chiudere la porta che lei inizia a parlare.

"Allora, parla. Sono tutt'orecchie." E si va a sedere sul letto. Inizia a togliersi i tacchi aspettando che io inizi a parlare. "Allora? Vogliamo aspettare Babbo Natale?" E inizia a far scendere la zip del vestito, tutto sotto i miei occhi. Deglutisco e mi giro.

"Iniziò tutto quando mio padre pensava che io fossi etero. Mi portava alle cene per far compagnia ai figli e alle figlie dei suoi clienti, voleva che facessi la gentile con ognuno di loro e magari di diventare loro amica o di più." Mi rigiro e la ritrovo con i miei vestiti addosso. Ovvero i miei pantaloncini della Jordan e la mia felpa nera dell'Adidas. Sorrido e inizio a spogliarmi.

"Continua." Dice mettendosi sotto le coperte.

"Io già sapevo di essere lesbica e in famiglia l'unico a non saperlo era mio padre. Una sera capitò che ad una cena c'era questa ragazza, il suo nome è Lisa credo. Comunque andammo fuori a fumare e lei mi baciò. Io ci stetti e lei disse ai suoi e ai miei che io e lei ci andavamo a fare un giro. Mio padre era talmente contento che non capì nulla. Infatti non andammo a fare un giro ma andammo in un hotel e fu lì, con lei, che lo feci per la prima volta con una ragazza." Finisco di mettermi la tuta e mi siedo sul letto sotto il suo sguardo, che è un misto tra incazzato e attento.

"Il giorno dopo tornai a casa verso le due del pomeriggio e i miei mi aspettavano nel salone, ero talmente spaventata che vuotai il sacco, non avevo ancora questo carattere che ho ora e il rapporto con mio padre era totalmente l'opposto di com'è adesso. Mio padre stette in silenzio e poi salì nel suo ufficio, mia madre mi abbracciò e mi disse di raggiungerlo. E io così feci. Quando entrai lui mi aspettava con un sorriso, era contento. Vuoi sapere il perchè?" Chiedo con una voce spezzata.

Lei in tutta risposta annuisce.

"Perchè grazie alla mia scopata mio padre riuscì a chiudere quell'affare veramente difficile. Lisa  parlò con il padre e riuscì a convincerlo a firmare il contratto. E da lì mio padre mi portò a ogni singola cena con persone che avevano figlie femmine, sperando che riuscissi a portarmele a letto. E se così non fosse stato, il mio paparino attribuiva a me la colpa se il contratto non si chiudeva. Per questo mia sorella maggiore se ne andò." Sto per continuare ma mi blocca.

"HAI UNA SORELLA?!" Domanda urlando. Sorrido per la sua reazione.

"Sono contenta che la parte più interessante della mia storia sia mia sorella." Faccio la finta offesa.

"Oh, nono. Continua scusami." E abbassa la testa.

"Comunque si ho una sorella, si chiama Ruby, ha 22 anni." Lei in tutta risposta annuisce. "Per questo ho detto di essere stata io a baciare Serena. Perchè se avessi detto il contrario e l'affare fosse saltato, mio padre avrebbe attribuito a me la colpa. Già mi odia, non voglio peggiorare la situazione." Sospiro.

"E' per questo che non volevi venire?" Domanda e io annuisco. Lei fissa il vuoto per due secondi per poi strisciare fuori dalle coperte. Io osservo i suoi movimenti, lei cammina e si viene a posizionare dietro di me per poi abbracciarmi. Inizia a lasciarmi dei baci sul collo fino ad arrivare alla bocca.

"Ok, ti perdono" MI giro e la bacio. Lei si stacca e ride. "Ma. Non posso credere che tu mi abbia nascosto il fatto che tu hai una sorella." E ride. Rido anch'io e la bacio di nuovo.

"Scusami, non volevo ferirti, non volevo litigare." Sussurro.

"Se non litighiamo un giorno si e l'altro pure, non saremmo noi." E mi bacia.

Solo tu sai controllarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora