Coma

209 9 1
                                    

Non facevo altro che guardarla.
La mia piccola...chissà quanto stava soffrendo in quel momento.

Dovevo cercare di capire cosa fosse successo prima dell'incidente.
A chi potevo chiedere? Ah si, a Vanessa. L'ho intravista poco fa in sala d'attesa e sicuramente erano insieme qualche ora fa prima dell'incidente.
Lei sicuramente saprà cosa è successo. Forse mi aiuterà a capire da cosa era turbata la mia piccola principessa.

Prima però dovevo assicurarmi che stesse bene. Le presi il polso delicatamente e le sentii il battito cardiaco, che batteva lentamente.
Poi chiamai Tiziana, per farmi portare la valigetta che avevo lasciato in macchina.

Avevo bisogno di sentirle il cuore. Avevo paura che tutte quelle emozioni negative avrebbero risentito sul suo stato di salute, anche se già temevo che potesse essere così.

Ultimamente aveva avuto troppe emozioni negative. Le nostre discussioni, i nostri fraintendimenti, la salute di sua nonna, avevano contribuito ad agitarla ulteriormente.
Avevo paura per lei. Il suo cuoricino non avrebbe retto molto. Le avevo anche detto di prendere delle gocce per tenere sotto controllo il suo stato d'animo e il suo cuoricino, ma evidentemente non mi aveva ascoltato, perché sentivo con la mano appoggiata sul suo torace che il suo cuore non era in forma.

Avevo bisogno di visitarla meglio, per questo avevo chiesto a Tiziana di andarmi a prendere la valigetta. Avevo bisogno di auscultarle il cuore con lo stetofonendoscopio.

Tiziana mi portò la valigetta dopo un po' e dopo averla ringraziata, cominciai a visitarla.
Infilai lo stetofonendoscopio nelle orecchie e le sentii il cuore attentamente.

Come temevo il suo cuore era molto debole rispetto alla volta precedente.

Non capisco perché non mi abbia ascoltato. Non ha preso le medicine che le avevo prescritto e tutte queste emozioni negative hanno indebolito il suo cuore.

Ci mancava pure l'incidente e il coma.

Serena perché sei così testarda? Perché non mi ascolti mai? Perché non hai preso le gocce per il cuore? Piccola monella come devo fare con te?

Le parlai come se fosse sveglia, invece era in un sonno profondo.

Serena, amore mio, svegliati ti prego...

La pressione era molto bassa e non rispondeva a nessun stimolo esterno.

Temevo molto per la sua salute. Era così fragile e questo incidente non ci voleva...

Lasciai Serena per farla riposare un po'.
Aveva bisogno di riprendersi.

Le accarezzai dolcemente i capelli e le diedi un bacio sulla fronte.

Mentre stavo per uscire dalla stanza, Tiziana mi chiese come stava.
Le dissi che era molto debole e che temevo per la sua salute, soprattutto per il suo cuore.
La sua condizione cardiologica non mi piaceva per niente e sarebbe bastato poco per farla peggiorare del tutto.

Dissi a Tiziana di tenerla sotto controllo. Non mi fidavo molto di quei medici, specialmente di quel Dott. Paolini, visto che era stato lui ad investirla.

Non è tanto questo il motivo, ma piuttosto il fatto che non si sia accorto né lui né il capo reparto di terapia intensiva che Serena aveva un'aritmia cardiaca, nonostante fosse monitorata continuamente.

Che medici incapaci, pensai.
A New York una cosa del genere avrebbe suscitato scandalo.
Come si può non accorgersi di una cosa tanto evidente?
Non sono esperto di neurochirurgia, ma se c'è qualcosa che non va me ne accorgo, anche se non è il mio campo. Dovrebbe essere lo stesso per loro nei confronti dell'ambito di cardiologia.

Basta anche solo sentire il polso per capire che il cuore non batte regolarmente.

Non ho parole, non mi esprimo.
Non so che razza di medici ha assunto il direttore dell'ospedale.

Dopo aver detto a Tiziana di farmi avere notizie su Serena e di chiamarmi subito se ci dovesse essere qualcosa che non va, vado da Vanessa a parlarle.

"Ciao Vanessa. Mi puoi dire cosa è successo? Ho bisogno di maggiori informazioni per capire cosa sia successo prima dell'incidente. Eri con Serena vero?"

"Marco come sta? Mi sento così in colpa. È colpa mia se sta male. Io non volevo".

"Che vuol dire che è colpa tua? Che è successo?"

"Ecco vedi io le ho detto delle cose brutte e lei è scappata e poi è successo quello che è successo. Non volevo...io...io".

"Che le hai detto? Raccontami tutto per favore".

"Ecco vedi eravamo uscite per divertirci un po' e poi l'avevo fatto anche per lei visto che da quando avete litigato non faceva altro che stare chiusa sempre in casa. Non mangiava più, non parlava più, non usciva più. Non veniva più neanche all'Università, quindi avevo pensato di farla svagare un po'".

"Vai avanti". La incito a continuare.

Non aveva più mangiato e si era lasciata andare. Perché? Perché non mi ha chiamato? Perché ha preferito mantenere le distanze? Le avevo detto di chiamarmi quando si sarebbe calmata, invece si è chiusa sempre di più in se stessa...

"Quella sera non faceva altro che essere triste e io le ho detto tante cose brutte. Le ho detto che era noiosa e che se non voleva divertirsi poteva anche tornare a casa. Le ho detto tante cose brutte, ma non volevo. Volevo farla reagire, ma ero forse un po' troppo ubriaca e ho esagerato. Lei poi è scappata di corsa con le lacrime agli occhi e forse non ha visto la strada, non lo so, ma è successo quello che è successo. Marco lo so che sono una cattiva amica, ma non l'ho fatto per cattiveria. Ti giuro io non volevo dirle quelle cose, ma volevo farla reagire. Ultimamente si era chiusa in se stessa e non parlava più nemmeno con me. È colpa mia se ora è lì. Dovevo esserci io. Sono stata così cattiva che mi merito tutto il male che le hanno fatto". La vidi piangere e pentirsi di quello che aveva fatto.

"Non dire queste cose. Non devi pensare queste cose. Ormai è successo e l'importante è che si riprenda e che non subisca danni. Mi dispiace che sia stata così male. Le avevo detto di chiamarmi, ma a volte è così testarda. Preferisce stare male piuttosto che confidarsi, ma è da lei. Non è il tipo che si confida facilmente con le persone. Non lo fa nemmeno con me...comunque grazie per essere stata così sincera e smettila di dire che non sei una buona amica. È vero, hai sbagliato a dirle quelle cose brutte, ma capisco che forse lo hai fatto per lei, per farla reagire. Non è colpa tua se è stata investita, ma di quell'idiota che era in macchina. Vai a casa e riposati, tanto qui non puoi fare nulla. Se so qualcosa ti faccio sapere".

"Ok grazie Marco. Buonanotte".

Dopo aver controllato un'altra volta che la mia piccola principessa stesse dormendo e non avesse complicazioni, andai sotto al reparto di cardiologia e dissi a Tiziana di farle un'ecg e di farmi avere i risultati al più presto.

"Tiziana quando finisci puoi andare a fare un'ecg a Serena? Se dovessi avere problemi digli che ti mando io ok? Ti prego fammi avere i risultati al più presto e controllala tu. Fammi sapere se ci sono novità ok?"

"Ok Marco non ti preoccupare".

"Grazie Tiziana. Ti voglio bene". Le diedi un bacio sulla guancia e andai a casa.

C'era Perla che mi aspettava e aveva la febbre alta.
A proposito meglio che chiami Matteo per sapere come sta...

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora