Ti amo

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"Hai freddo?" Dissi guardandola negli occhi. Quegli occhi color nocciola. Ogni volta mi perdevo in quei occhi...

"Un po' "

"Dai vieni. Andiamo a fare un po' di shopping così ti cambi. Non puoi stare tutto il giorno così, ti prenderai un'influenza". Dissi con tono serio.

"Non ti preoccupare. Sto bene, grazie".

"Non esiste. Non puoi peggiorare la tua salute al momento. Andiamo in qualche negozio e ti prendi qualcosa di più comodo e più caldo, che oggi c'è un po' di freddo".

"Ok. Grazie. Dove andiamo?"

"Non lo so. Tu dove vorresti andare?"

"L'altra volta sono andata a un centro commerciale qui vicino con Vanessa e c'erano tante cose carine. Potremmo andare lì se per te va bene. Ci sono anche cose per uomo, così ne potresti approfittare per comprarti qualcosa Dottore" e all'ultima parola Dottore si mette a ridere.

"Perché ridi? Mi prendi in giro?"

"No perché dovrei? Dottore sei troppo permaloso".

"Perché continui a chiamarmi così? Ti ricordo che mi chiamo Marco".

"Lo so, ma sei anche un dottore no? Anzi no scusa...sei un cardiologo. Quindi dovrei chiamarti Dottor cardiologo Marco ahah".

"Sei un tipetto eh? Sei proprio una bimba monella. Ahah dai andiamo a comprare qualcosa. E poi scusa tu non avevi detto che odi i medici? Ora mi prendi pure in giro e mi chiami così?"

"Si ma tu sei diverso, l'hai detto pure tu no? Tu mi piaci Dottor Marco"...

E all'improvviso mi dà un bacio sulla guancia mentre sorride e mi trascina al centro commerciale.
Ma quanto è bella questa ragazza?

"Hai il nasino freddo. Vieni andiamo a comprare qualcosa prima che ti raffreddi. Sai, non ti conviene stare male, poi dovrei visitarti". Dissi sorridendo...

"Ma tu vuoi sempre visitarmi. Secondo me vuoi vedere il mio seno con la scusa, ma tanto non te lo farò vedere mai, neanche sotto tortura".

E mi fa la linguaccia, ma non sa che in realtà le ho visto già il seno ieri mentre la visitavo.

"Dai vieni...ho visto un vestito carino colore verde acqua".

"Vestito? No devi mettere qualcosa di caldo. Cerchiamo un bel maglioncino colorato e caldo. Ci sarà qualcosa che ti piaccia no?"

"Perché non mi stanno bene i vestiti Dottore?"

"Si, ma c'è troppo freddo oggi. Scegliamo qualcosa di più caldo".

Alla fine prese un paio di leggings, che porta sempre, una camicetta rossa e una giacca scamosciata sempre di nero.
Ai piedi mise un paio di stivaletti neri.
La vidi andare alla cassa, ma la bloccai.

"Perché mi fermi? Vuoi ancora stare qui? Non hai preso niente. Potevi comprarti qualcosa".

"Non voglio niente e poi siamo venuti per te. Comunque stai qui, pago io le tue cose".

"Cosa? No...perché devi pagare tu? Pago io".

"Non esiste bellezza".

Non le diedi il tempo di rispondere e andai alla cassa a pagare".

"Perché Marco?Volevo pagare io le mie cose".

Vidi un po' di delusione nei suoi occhi.

"Mi hai chiamato Marco. Che onore. Ahah. Non ti preoccupare. Ho pagato io e pagherò sempre io quando staremo insieme".

"No non è giusto. Non lo accetto. Anche io ho i miei soldi e voglio pagare io le mie cose. Perché mi fai questo? Perché mi fai sentire a disagio?

La vidi piangere lentamente, ma non era ciò che volevo. Cercai di calmarla e di abbracciarla, ma lei si scansò.
Non volevo perderla ora che ci eravamo ritrovati.

"Serena, calmati. Perché piangi, non capisco. Non ti voglio fare sentire a disagio né tanto meno farti stare male. Non pensavo che avresti reagito così per un semplice regalo".

"Non è giusto. Ho sempre pagato io le mie cose. Non siamo più nel medioevo. Anche le donne possono pagare".

Sinceramente non capivo perché stesse andando fuori strada, ma non volevo discutere.

"Ok scusa. Mi dispiace averti ferito in qualche modo, ma non era mia intenzione. Vuoi andare a casa o vuoi ancora stare un po' con me?"

"Ok. Ti perdono. No voglio stare ancora con te, sempre se tu vuoi. Dove and-"

Non riuscì a finire la frase. Rimase ferma immobile e all'improvviso l'holter cardiaco cominciò a suonare.
La guardai aspettando che mi dicesse qualcosa, ma non mi disse nulla.
Restò li ferma...

"Serena che hai? Tutto bene?"

Annui.

"Si. Dove andiamo ora? Ho fame. Mangiamo qualcosa? Però pago io così siamo pari".

"Serena guardami. Che è successo?"

"Niente. Perché?"

"Me lo vuoi dire tu o devo portarti di nuovo in ospedale per visitarti?"

"Niente. Non lo so. Ho sentito come se il cuore si fermasse un attimo e poi ripartisse, ma in quell'attimo che si è fermato mi è sembrato di morire, come tutte le altre volte che mi è successo".

"Non hai avuto fitte al cuore?"

"No oggi no".

"Quindi hai avuto delle fitte in questi giorni. Come pensavo...da quanto va avanti questa storia?"

"Non lo so. Non mi ricordo".

"Serena dimmi la verità. Ti ricordo che sono un cardiologo".

"Non lo so Marco. È un po' di tempo che sento delle fitte al cuore. Anche ieri sera, quando mi sono sentita male ho sentito che mi mancava il battito più di una volta contemporaneamente e poi mi sono sentita male. Anche l'altra volta, dopo che siamo scesi dall'aereo ho avuto una fitta fortissima al cuore e non sapevo che fare, perché ero sola e avrei voluto tanto essere con te, perché tu mi fai sentire al sicuro.
Quando sto con te sembra che tutto mi passi. Non so cosa mi succede...non ho mai provato tutte queste cose, ma ogni volta che ti vedo il mio cuore comincia a battere sempre di più.
Mi piaci Marco, mi piaci tanto, dal primo giorno che ci siamo visti in aereo.
I tuoi occhi, le tue labbra...mi fanno impazzire.
Il solo pensiero di essere con te mi fa sentire alle stelle.
Scusa se te lo dico così. Non so perché te lo sto dicendo. Io non parlo mai delle mie emozioni...non so cosa mi prende, ma non ce la faccio più.
Ogni volta che ti penso sento qualcosa di strano dentro di me. Mi viene la pelle d'oca ogni volta che ti penso e mi sento così male quando ti vedo con un'altra.
Ecco ieri sera...quando eravamo in discoteca e tu non mi hai considerato, il mondo mi è crollato addosso e ho iniziato a bere alcolici senza importarmi delle conseguenze.
Anche a casa, l'altra volta quando siamo tornati dal viaggio, ti pensavo. Pensavo a quanto ero stata stupida a non averti salutato e ringraziato per tutto quello che avevi fatto per me.
Tu ti sei preso cura di me quel giorno e io sono scappata come una stupida. Non volevo...non volevo disturbarti o essere di troppo e così me ne sono andata. Poi a casa ho ripensato a tutto questo e ho iniziato a piangere e mi è venuta un'altra fitta fortissima al cuore.
Non so perché mi vengono. Forse sono troppo emotiva o è legata agli attacchi di panico o forse ho qualche malattia al cuore. Non lo so...l'unica cosa che mi interessa per ora sei tu.
Marco io non ce la faccio più.
Marco io...io...io ti amo".

Non potevo credere a tutto quello che mi aveva detto. Mi amava. Non ci credo. Ha descritto le mie stesse emozioni che ho provato con lei da quando ci siamo visti la prima volta sull'aereo.
Ero così contento di quella confessione, che quasi non ci credevo.
Finalmente si era aperta con me. Mi aveva detto che mi amava e mi aveva raccontato tutto quello che le era successo in questi giorni.

Le sorrisi e la abbracciai a me.
Avevo una gran voglia di baciarla, ma appena cercai di farlo, un altro bip catturò la mia attenzione e lei mi cadde tra le braccia...

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora