Ricordi del passato

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Non capivo perché non ne voleva parlare. Ogni volta cercava di cambiare argomento. Forse i suoi attacchi di panico erano legati a qualcosa che le faceva male.
Non volevo insistere, ma volevo capire perché stava così male...

"Serena, stai tranquilla. Chiudi gli occhi e rilassati". Le dissi, ma non sembrava rilassarsi per niente, anzi mi sembrava sempre più spaventata.
Era immobile con gli occhi persi nel vuoto. Così...mi alzai e mi abbassai verso di lei.
Provai a scuoterla, ma era come se fosse immobile. Era completamente persa nei suoi pensieri. Tremava tutta...

"Serena, guardami. Serena, che succede?" Provai a scuoterla nuovamente, ma niente...
Non volevo vederla così, quindi decisi di rimandare nuovamente questo argomento, con la speranza che me ne avrebbe parlato prima o poi, anche se ero convinto che non mi avrebbe raccontato del tutto la verità.
Decisi di aspettare i suoi tempi, ma prima o poi avrei ripreso il discorso, perché dovevo aiutarla a stare meglio e dovevo curarla.
Sono un medico, ma come ho sempre detto sono diverso dagli altri. Mi occupo anche della sfera psichica, che spesso viene sottovalutata.
Ho molto a cuore i miei pazienti e forse è anche per questo che ho la mia fama di medico.
A New York mi stimano molto sia i miei colleghi che i miei pazienti.
Sono sempre stato una persona semplice, con un cuore grande e mi sono sempre occupato dei miei pazienti non solo a livello fisico, ma anche umano.
Sono sempre pronto ad ascoltarli, a dialogare con loro e sono molto empatico. Mi metto sempre nei panni degli altri e insieme ai miei pazienti affronto non solo i problemi di salute, ma li accompagno anche nel loro percorso di guarigione, condividendo i loro pensieri, le loro paure, le loro preoccupazioni, ecc.
So che a volte alcuni non ce la fanno, perché purtroppo alcune malattie sono incurabili, però cerco sempre di aiutarli ad affrontare tali problemi.
Sono umano anch'io e come tutti gli esseri umani sbaglio, ma ho sempre messo i pazienti prima di tutto.
Anche con Serena...vorrei aiutarla tanto.
Per me è speciale, perché non solo è una mia paziente, ma è anche la donna della mia vita, solo che non vuole farsi aiutare ed io mi sento così male, perché non so come aiutarla.
Forse sarebbe meglio contattare una psicologa per farla parlare un po', ma non credo che accetterebbe.

"Serena, mi senti? Se non te la senti non fa niente. Ne riparliamo un'altra volta, ma sappi che non mi arrenderò. Voglio aiutarti a stare bene, ma tu mi devi aiutare. Non so perché non vuoi parlare dei tuoi attacchi di panico, ma lo capisco. Forse è legato a qualcosa del tuo passato che ti fa male vero?" Mi guarda tutta impaurita e capisco che è così. " Magari vuoi del tempo per pensarci, ma ho bisogno che ti confidi con me. Se vuoi posso contattare uno psicologo, se non vuoi parlarne con me".

"No ti prego. Non voglio parlare con nessuno".

"Serena non puoi fare così. Devi affrontare le tue paure. Ascolta, io lo so che sei una ragazza forte, ma devi reagire. Non vuoi stare bene e non avere più quelle fitte al cuore? Sono sicuro che le due cose siano legate, ma devi aiutarmi a capire di più. Non posso semplicemente farti fare esami e darti dei medicinali, se non risolviamo quello che c'è alla base. Ti prego, guardami. Voglio aiutarti a stare bene e mi devi aiutare ok? Se hai bisogno dei tuoi tempi va bene, ma prima o poi dovrai affrontare l'argomento".

"Marco ti prego portami fuori. Ho bisogno di un po' d'aria".

"Ok. Vieni".

Eravamo all'ingresso dell'ospedale. Era ancora molto scossa e per tranquillizzarla le dissi di fare una passeggiata. Poi a un certo punto si fermò e cominciò a piangere. Mi avvicinai e le dissi di sedersi sulla panchina e lei mi abbracciò.

"Scusa Marco se non ti ho detto la verità. Quando eravamo sull'aereo e mi avevi detto se avevo avuto altri attacchi panico, io ti avevo detto di no. In realtà non era la prima volta. Ci ho sofferto in passato. Tanti anni fa sono stata male, ma nessuno sapeva del mio stato di salute. Nessuno si preoccupa per me come stai facendo tu ora.
È stato un periodo brutto, i miei compagni mi prendevano in giro e io non facevo altro che rifugiarmi nello studio.
Ero sempre stata una ragazza diversa dalle altre. Non uscivo quasi mai, non andavo a ballare, non fumavo. Poi al liceo le cose cambiarono. Non ero più presa di mira, ma mi sentivo un po' grassa e volevo dimagrire.
Sai, a quell'età tutte vogliamo essere perfette e dimagrire. Ecco...anche io volevo dimagrire. In realtà non ero grassa, ma la mia mente diceva il contrario. Non mi piacevo mai allo specchio, volevo dimagrire qualche kilo, ma poi la situazione mi è sfuggita di mano e cominciai a perdere 5-7-10 kili.
Pesavo si e no 50 kili e ogni volta quello che mangiavo poi lo vomitavo.
Ero sempre stanca e mi sentivo sola.
I miei non sapevano nulla di questo. Non se ne sono mai accorti. In realtà c'era mio fratello che aveva capito qualcosa, ma non faceva nulla per aiutarmi. Mi diceva che erano solo cose stupide da ragazzine, che mi avrebbe portato in ospedale e mi avrebbe fatta rinchiudere lì per farmi passare le mie manie. Ma non erano manie, io stavo male davvero.
Con il tempo mi isolai sempre di più.
L'unica persona che mi ha sempre sostenuto e che ha sempre saputo tutto è la mia migliore amica, Arianna. Ora lei studia a Londra e non ci vediamo più come prima, ma con lei mi sono sempre confidata. È una vera amica.
Nessuno sapeva del mio passato a parte Arianna e ora anche tu.
Poi sono iniziati i miei attacchi di panico. Non sapevo perché mi venivano...
Ricordo però che ogni volta che dovevo uscire era un dramma, perché avevo sempre paura di svenire e di sentirmi male. Quindi per un periodo ho sofferto di ansia e di attacchi di panico.
Ero sola, perché anche di questo nessuno sapeva niente. Soffrivo sempre in silenzio.
Gli ultimi anni del liceo sono stati terribili. Era il periodo dei miei attacchi di panico e ogni volta che mi venivano cominciavo a sudare e a tremare tutta.
A volte andavo in bagno per farmeli passare, ma non ci riuscivo quasi mai.
Poi i miei compagni cominciarono a prendermi in giro. Non capivano come mi sentivo e io ci restavo sempre male, ma poi ho capito che non me ne fregava niente di loro.
Loro non potevano capire come mi sentivo. Ridevano e basta. Solo io so cosa ho vissuto veramente.

Cavolo, ha sofferto così tanto e nessuno sapeva niente. Come è possibile? Che razza di genitori ha e soprattutto che razza di fratello ha. Come può un fratello permettersi di dire quelle cose a sua sorella? Non ho parole.
Continuo a guardarla mentre parla, anche se ho una voglia matta di abbracciarla e di dirle che d'ora in poi non sarà più sola...

"Comunque stavo dicendo...i miei attacchi di panico...ecco...ogni volta che dovevo uscire avevo paura di svenire, quindi ogni volta mangiavo di tutto e di più e poi vomitavo. Ogni volta che ero fuori non riuscivo a gestire il panico. Sono sempre stata sola. Poi con il tempo ho cercato di gestire le cose e sono cresciuta e ho capito che non bisogna mai fidarsi degli altri".

"Serena mi dispiace tanto per tutto quello che ti è successo. Non pensavo che avessi sofferto così nella vita. Scusa se ti spronato a parlare di cose negative e sofferenti per te. Mi dispiace tanto, ma non sei più sola. Adesso ci sono io con te e ci sarò sempre piccola mia.
Non dire che non bisogna fidarsi mai di nessuno. È vero, ci sono persone ingiuste e false nella vita, ma non sono tutte uguali. C'è la tua migliore amica Arianna, la tua amica Vanessa e poi ci sono io. Non sei sola. Ricordati che io ti voglio bene e ci sarò sempre per te amore mio. Io ti amo Serena. Ricordatelo sempre".

"Grazie Marco. Ti amo anche io. Sei stato il mio raggio di sole. Non so come avrei fatto senza di te. Ti ringrazio perché mi hai fatto aprire. Grazie a te sono riuscita a parlare e ad affrontare il mio passato. Ogni volta che ci penso mi sento male a rivivere il passato, però con te ci sono riuscita. Sei una persona speciale e sono contenta che hai scelto me per stare con te. Sono proprio fortunata".

Mi da un bacio sulle labbra e io ricambio quel bacio dolce e sofferente allo stesso tempo.

"Sai, a volte penso al passato e forse è grazie al passato se sono quella che sono. Oggi riesco a gestire le mie ansie, le mie paure, ecc. Certo a volte non ci riesco, però mi faccio forza e provo ad affrontarle.
Non ho più avuto attacchi di panico dal liceo, ma poi mi è ritornato quel giorno in aereo. Non capisco perché, ma è successo ed è da quel giorno che li ho nuovamente e ho quelle fitte al cuore. Ti prego Marco aiutami a stare meglio. Non voglio soffrire più come prima e non voglio avere un problema al cuore. Ti prego. Non ora. Non ora che ci siamo conosciuti. Ti prego cura tu il mio cuore".

"Non preoccuparti. Mi prenderò io cura di te e del tuo cuoricino".

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