Decido di andare a casa. Mi sta scoppiando la testa. Ho bisogno di riposarmi un po'.
Dopo essermi assicurato delle condizioni della Signora Alberti, torno a casa.
Decido prima di passare al supermercato, per prendere qualcosa da mangiare, quindi chiamo mia madre per dirle se vuole qualcosa in particolare. Mi dice di prendere solo il pane e una confezione di acqua.
Faccio una breve spesa e torno a casa.Mentre sono al semaforo, vedo una ragazza che cammina a malapena tenendosi il ginocchio con le mani. Appena si gira per attraversare la strada la riconosco...è lei, Perla, la mia sorellina.
Parcheggio dopo il semaforo verde e vado verso di lei, che sbianca appena mi vede.
Sto per avvicinarmi verso di lei, quando vedo che barcolla tutta e sta per cadere, ma nel momento in cui sta per crollare a terra, arrivo in tempo per prenderla..."Ehi stai bene?" Le dico guardandola negli occhi.
"Si..si sto bene grazie".
"Non mi sembra. Fammi sentire il polso".
Le presi il polso e aveva il cuore a mille.
"Sei molto agitata, come mai?"
"Non lo so, forse sono stanca".
Lo so che mentiva. Non capisco perché faceva finta di non conoscermi, ma avevo deciso di stare al suo gioco, almeno per un po'. Volevo scoprire cosa era successo in tutti questi anni e l'unico modo era quello di avvicinarmi a lei, facendo finta di non conoscerla.
"Stai tranquilla. Sono un medico, puoi fidarti di me. Cosa ti senti?".
"Lo so..." Disse, ma si corresse subito. "Cioè lo so che devo stare tranquilla, ma mi fa male il ginocchio e mi spavento di essermi fatta male l'altro giorno".
"Fammi vedere. Ti fa male qui se lo tocco?"
"Ahi. Si tanto. Che cos'è? Si è rotto?"
"No tranquilla, però dovresti fare una radiografia al ginocchio. Te la senti di andare in ospedale? Ti accompagno io...".
"No grazie. Io devo andare. Scusa se ti ho fatto perdere tempo".
"Non puoi camminare con questo ginocchio. Vieni, ti accompagno io a casa. Dove abiti? Comunque dovresti fare il prima possibile una radiografia. Non mi sembra che ci sia qualcosa di rotto, ma ti consiglio di farla".
"No grazie. Vado a piedi".
"Non esiste. Vieni sali in macchina. Stai tranquilla, non sono un malintenzionato. Se non vuoi dirmi dove abiti, posso accompagnarti da una tua amica o dove vuoi, purché qualcuno che ti conosce ti accompagni poi a casa".
"Io non ho nessuno qui. Comunque grazie per essere gentile con me. Abito qui vicino, quindi non c'è bisogno che mi accompagni con la macchina".
"Allora ti accompagno a piedi. Vieni ti prendo in braccio così non ti sforzi".
"Grazie, ma non c'è bisogno davvero. Non sono abituata a tutta questa gentilezza".
"Tranquilla. Andiamo?" Annuisce.
La vedo titubante, ma continua a camminare. Dopo un po' arriviamo in via Libertà e mi dice di essere arrivata.
"Io sono arrivata. Grazie per avermi fatto compagnia. Comunque sono Ariel piacere".
"Si lo so mi ricordo. Me l'avevi detto l'altro giorno e mi dispiace se ti sei fatta male. Un po' è anche colpa mia, quindi vorrei farmi perdonare. Comunque mi chiamo Marco piacere".
"Non ti preoccupare. È colpa mia che non ho guardato la strada. Comunque grazie. Buona giornata".
"Aspetta. Tieni". Le do il mio numero di cellulare in caso avesse bisogno di qualcosa. "Questo è il mio numero di telefono. Se dovessi avere bisogno di qualcosa chiamami ok?".
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Innamorarsi all'improvviso
ChickLitHo sempre creduto nell'amore...nel colpo di fulmine, nello sguardo che si lega tra due persone apparentemente sconosciute, ma che si conoscono da una vita...a quell'amore che ti fa battere il cuore quando vedi quella persona che ti piace e che fares...