Svegliati ti prego

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Mi precipitai in ospedale, cercando di fare il più in fretta possibile.

Non potevo ancora credere a quello che era successo.

Piccola mia sto arrivando...Pensai nella mia mente.

Parcheggiai e scesi dalla macchina con la fronte tutta sudata. Tremavo tutto. Ero agitato. Il mio cuore batteva all'impazzata. Avevo un brutto presentimento, ma speravo di sbagliarmi...

Entrai in ospedale e chiesi alla segretaria in quale reparto fosse la mia piccola Serena. Dopo avermi indicato il reparto, andai di corsa verso di lei, fin quando non venni addosso a Tiziana.

"Tiziana hai notizie di Serena? Ti prego dimmi che sta bene e che non è successo niente di grave".

"Marco io...io non so cosa dirti. Non so molto. È arrivata qui mezz'ora fa e le sue condizioni erano critiche. Non so altro...scusa".

"Non devi scusarti. Vieni con me?" Annuisce.

Andammo al reparto di terapia intensiva, con la speranza di farci entrare per avere notizie di Serena.

Appena entrai nel reparto, un forte senso di nausea e oppressione al torace mi fece fermare. Avevo il cuore a mille e non riuscivo a muovermi...

"Marco che succede? Stai bene?" Disse Tiziana preoccupata.

"Si tranquilla".

Feci un bel respiro e mi incamminai nel reparto di terapia intensiva.

C'erano vari medici e infermieri, ma nessuno dei mie vecchi colleghi era qui.

Ad un tratto vidi il capo del reparto e un uomo accanto a lui.
Mi avvicinai per chiedere informazioni...

"Salve, lei deve essere il capo del reparto di terapia intensiva, giusto? Vorrei avere informazioni riguardo una paziente che è stata trasportata qui d'urgenza poco fa, Serena Betti".

"Si sono il capo reparto di terapia intensiva. Con chi ho il piacere di parlare? Comunque mi dispiace, ma se non è un parente non posso darle informazioni sulla paziente".

"Sono Marco Belli e sono un medico. Serena è la mia fidanzata, quindi se per lei va bene gradirei avere informazioni riguardo la mia Serena".

"Mi scusi. È un piacere dottore. Non l'ho mai vista. Non lavora qui o sbaglio?"

"No, lavoro a New York, ma mi sono laureato qui e ho fatto tirocinio in questo ospedale. Comunque possiamo parlare della situazione?"

"Certo mi scusi. Beh la ragazza è arrivata mezz'ora fa circa con un trauma cranico. Non ci sono danni al momento, ma la situazione potrebbe peggiorare. Abbiamo fatto una tac e non risulta nessun ematoma nel cervello, ma vogliamo tenerla sotto controllo. I parametri vitali sono nella norma, anche se non si è ancora svegliata. Temiamo che sia in un coma temporaneo. Comunque per i dettagli può parlare direttamente con il dottor Paolini".

"E chi sarebbe? Dove posso trovarlo?"

"È qui davanti a lei".

"Salve dottor Paolini, possiamo parlare in privato dei dettagli?"

"Salve, certo dottor Belli. Mi segua, andiamo nel mio studio".

"Aspetti, voglio prima vedere Serena. Posso vero?"

"Si certo. Venga".

Dopo aver indossato il camice usa e getta, per evitare di fare prendere infezioni a Serena dall'esterno, entro nella sua stanza insieme al Dott. Paolini.

Appena la vedo il mio cuore si ferma per un attimo.
È ancora vestita come nella foto che aveva messo qualche ora fa su facebook. Il vestito rosso le copre il suo corpicino magro.
È attaccata a tanti fili per monitorarle il battito cardiaco e ha la mascherina dell'ossigeno attaccata alla sua bocca.

Piccola mia chissà quanto starai soffrendo.
Amore mio sono qui, non ti lascio più sola...

"Sa cosa è successo prima di arrivare qui?" Mi rivolgo al medico accanto me...

"Si è stata investita ed è stata portata qui d'urgenza".

"Chi è stato? Maledetto, non ha avuto nemmeno il coraggio di soccorrerla".

"Sono stato io".

Mi giro di soprassalto e lo guardo...

"Cosaaaa? Sei stato tu? Chi cavolo ti ha dato la patente? Non ci posso credere..."

"Mi dispiace. Non è come pensi. Ha attraversato all'improvviso. Ho cercato di frenare, ma era troppo tardi. È caduta davanti a me. L'ho soccorsa subito e l'ho portata qui. L'ho visitata e le ho fatto tutti gli esami e come ha detto il capo reparto di terapia intensiva la situazione è stabile. Non ci sono ematomi, non c'è nulla. Ha subito un trauma cranico e per quello che so credo che sia svenuta prima di essere investita altrimenti avrebbe avuto danni più gravi al cervello. Forse era turbata per qualcosa. Piangeva e sembrava disperata prima di essere investita. Purtroppo però non si sveglia. Credo che abbia subito qualche trauma psicologico che la blocca e non vuole riprendersi".

"Ha avuto sintomi particolari tipo nausea, visioni offuscate, perdita di memoria?"

"No niente. Non abbiamo notato niente. Non si è svegliata per niente da quando è successo, ma non essere pessimista. Questo non vuol dire che non si riprenderà".

"Come fai a essere così tranquillo eh? Ti rendi conto di quello che dici? Ti rendi conto di quello che potrebbe succedere e dei possibili danni seguenti? No non credo, sennò non diresti così. Comunque voglio visitarla io. Sono un cardiologo ed è anche una mia paziente. Non capisco come mai non vi siete accorti dell'aritmia cardiaca che ha, nonostante sia monitorata continuamente".

"Hai ragione. Scusa non so che dirti. Puoi visitarla anche tu se vuoi".

"Non ho bisogno di scuse. Dovreste saper fare bene il vostro lavoro e non essere troppo superficiali. Comunque non mi va di discutere. Ti ringrazio delle informazioni che mi hai dato e spero tanto che si riprenda. Sappi però che non ti perdonerò mai se dovesse succederle qualcosa visto che è anche colpa tua se lei adesso è qui".

"Ok come vuoi. Vi lascio soli. Se hai bisogno di uno stetofonendoscopio te lo posso portare".

"No grazie. Ho il mio sempre con me".

Mi girai nuovamente verso Serena e le presi la mano.

Piccola mia devi resistere. Non mollare amore mio. Ti prego svegliati amore mio...non mi lasciare solo...ho bisogno di te...

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora