Vicini ma lontani

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Marco

Dovevo cercare un modo per uscire da casa, senza che i nostri genitori ci vedessero.
Dovevo proteggere Perla a ogni costo. Non volevo turbarla ulteriormente e se non voleva rivedere i nostri genitori e voleva continuare a mantenere le distanze dal suo passato, dovevo cercare di aiutarla e di proteggerla da tutto.

Andai un attimo in cucina per vedere come fosse la situazione. Ovviamente non era delle migliori. Mia madre cucinava qualcosa ai fornelli e mio padre  era in bagno a farsi una doccia.

"Almeno mio padre non c'era". Pensai nella mia mente.
Non potevo di certo correre il rischio di uscire dalla porta con Perla, considerando l'ultima volta che mia madre mi vide uscire dalla porta con Serena e menomale che in quel momento doveva essere sotto la doccia a lavarsi.

Ritornai lentamente nella mia stanza e chiusi la porta facendo il meno rumore possibile.
L'unica idea che mi venne in mente fu solo una. In realtà non era proprio un'idea sensata, ma non mi venne nulla in mente.
Dissi a Perla di scendere dalla finestra. Mi guardò in modo strano, ma annuii subito dopo. Del resto non potevo biasimarla. So benissimo che non era un'idea sensata quella di scendere dalla finestra come dei ladri, ma non avevamo altra scelta.

Dopo aver aperto la finestra e aver guardato che non ci fosse nessuno nei paraggi, dissi a Perla di scendere lentamente e di fare un piccolo salto.
In fondo non eravamo poi così in alto.
Le dissi di saltare verso destra, dove c'era il balcone del soggiorno e poi da lì scavalcare il balcone per uscire dal cancello.
Non era male come idea, peccato che le cose non vadano mai per il verso giusto.

Dopo essere scesi dalla finestra, cominciammo a scavalcare il balcone e a un tratto sentii un'anziana signora urlare verso di noi.

"Ahhhhh i ladri. Aiutoooooo. Presto presto". Urlò l'anziana signora.

Non le diedi il tempo di scappare, che mi precipitai verso di lei insieme a Perla e le dissi che non doveva preoccuparsi e che non eravamo dei ladri, ma ovviamente lei non volle credermi.

Cominciò a suonare il citofono di casa mia e mia madre rispose poco dopo.

Non avevo tempo da perdere così presi Perla per la mano e me ne andai di corsa da lì, con la speranza di non vedere nessuno.
Avrei spiegato tutto a mia madre quando sarei tornato o almeno le avrei omesso la presenza di Perla.

Dopo una breve corsa, eravamo esausti.
Mi fermai e chiesi a Perla se andava tutto bene. Fece cenno di sì con la testa e ci incamminammo mano nella mano per le vie della città, fin quando non riconobbi il locale della cioccolata calda più buona che avessi mai assaggiato.

Ci ero stato con Tiziana qualche tempo fa e mi ero ripromesso che ci sarei andato con Serena. Peccato però che poi le cose siano andate diversamente.

A proposito non ho avuto più notizie di Serena. Avevo mandato un messaggio a Tiziana, ma non mi aveva ancora risposto.
Decisi di chiamarla, ma non mi rispose.
Ero preoccupato. Possibile che non aveva avuto un minuto di tempo per farmi avere notizie di Serena? Cosa era successo? Non volevo pensare a qualcosa di brutto, ma non facevo altro che pensare a lei...a Serena.

Sarei andato in ospedale subito dopo aver bevuto la cioccolata calda con Perla.
Dovevo occuparmi anche di lei in quel momento. Mi girai verso di lei e vidi che tremava tutta.

"Perla che hai? Stai bene?" Non parlava, continuava a tremare tutta. La chiamai di nuovo. "Perla mi senti? Che succede? Stai male? Che ti senti?". Le dissi con tono serio e preoccupato.

"Marco ho paura. Non voglio che mi riconoscano. Ti prego chiamami Ariel. Io sono Ariel adesso hai capito?".

"Ok stai tranquilla. Non ti succederà nulla. Finché sarai con me non succederà nulla. Adesso fai un bel respiro e rilassati. Vieni...andiamo dentro ok?" Annuii.

Innamorarsi all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora